ORGANIZZATA DA "CAPODANNO IN PARADISO" ANCHE CARIATI CELEBRA LA GIORNATA MONDIALE IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRADA ANTONIO TRENTO:“ LE VITE SPEZZATE SULL'ASFALTO PRODUCONO INDICIBILI E LACERANTI FERITE"
CARIATI – Anche a Cariati, organizzata dall'Associazione di volontariato “Capodanno in Paradiso”, si è celebrata la giornata mondiale indetta dall'ONU e con una grande e commossa partecipazione, la manifestazione in ricordo delle vittime della strada.
Intensa e profondamente vissuta la celebrazione eucaristica officiata dal Vicario Episcopale Mons. Antonio De Simone il quale, nella sua profonda omelia ,ha invitato a riflettere sulla continuità della vita oltre la morte, ma anche ad assumersi ognuno le proprie responsabilità per quanto attiene la sicurezza delle strade e la prudenza alla guida.
Commovente la processione offertoriale durante la quale i familiari delle vittime hanno deposto ai piedi dell'altare ognuno una candela , fino a formare una grande stella luminosa simbolo di vita oltre la vita. Alla manifestazione hanno partecipato
Sono stati esposti in una mostra allestita nel grande salone della chiesa Cristo Re i lavori realizzati con originalità e competenza dai giovani di tutte le scuole della città e proiettati una serie di video, sotto forma di brevi e coinvolgenti racconti, rivolti in modo particolare al mondo degli adolescenti sul tema della sicurezza e della difesa della vita alla guida del motorino.
Nella sua omelia il Vicario Episcopale, Mons. Antonio De Simone ha invitato a riflettere sulla continuità della vita oltre la morte, ma anche ad assumersi ognuno le proprie responsabilità per quanto attiene la sicurezza delle strade e la prudenza alla guida.
Infine, i familiari delle vittime hanno deposto ai piedi dell'altare una candela, fino a formare una grande stella luminosa ed in serata, analogamente a quanto è stato fatto in molte città italiane e del mondo, è stata illuminata la cupola della Cattedrale di San Michele Arcangelo: un invito a tenere metaforicamente accesa e viva l'attenzione sulle stragi delle strade.
“Le vite spezzate sull’asfalto producono indicibili e laceranti ferite, impossibile da rimarginare”. Così inizia a parlare Antonio Trento, portavoce di “Capodanno in Paradiso”, che 6 anni fa ha perduto un figlio per un incidente stradale ed ancora non cosa sia davvero successo quella maledetta notte: ”Il problema della sicurezza stradale sembra non interessare le istituzioni. Si oensi che, ad esempio, a distanza di circa 3 anni dalla consegna dell'Anas alla ditta appaltatrice, sono ancora incompiuti i due importantissimi marciapiedi sui torrenti Todano e Tufarello sulla statale 106. Quel tratto è percorso ogni giorno da migliaia di giovani ed anziani che si recano alle scuole ed al locale ospedale rischiando letteralmente la vita. Ci piacerebbe inoltre sapere cosa sta facendo o intende fare l’amministrazione comunale con i 35.000 euro a disposizione per informazione, sensibilizzazione, educazione alla sicurezza stradale, messa in sicurezza dei tragitti casa-lavoro, centro di monitoraggio, ufficio dedicato alla sicurezza stradale, piani del traffico, considerato che la consulta per Sicurezza stradale non è più stata riunita da circa un anno e non vediamo nulla di concreto in tal senso, pur avendo presentato, insieme ad altre associazioni un programma articolato di interventi”.
Non c’è rabbia nella parole di Trento, ma tanta amarezza: “Ci sembra doveroso far osservare che se alcuni marciapiedi sono stati realizzati con gli stessi fondi del progetto per la sicurezza stradale, non si può tuttavia trascurare l'ordinaria manutenzione dell'esistente. E ci riferiamo specificatamente all'unico marciapiede che conduce all’Istituto professionale il quale, nonostante le ripetute segnalazioni della dirigenza, è diventato ormai impraticabile. Sappiamo che il lavoro che ci attende come Associazione è lungo e difficile e mille sono i motivi di delusione a partire da sentenze come quella recente del tribunale di Rossano che ha condannato a soli 14 anni un uomo che, ubriaco alla guida di un Suv, ha ucciso quattro persone indifese: la vita di un uomo per 3 anni e qualche mese ( se mai li farà) in una comoda cella con Tv a colori e aria condizionata! Questo paese ha smarrito il senso vero della vita e dei valori che un paese civile deve essere in grado di tutelare. Siamo orientati a diventare i primi in Europa nelle classifiche del peggio: quando invertiremo la rotta?”.