CHI HA MANGIATO IL BACCALÀ? ( (OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE E' PURAMENTE CASUALE)
Il 7 novembre prossimo inizia, finalmente, la prima, storica stagione teatrale.
Si comincia con un evento mondiale: la prima assoluta di “Chi ha mangiato il baccalà?”, musical scritto e diretto dal Maestro Kat Von Riper.
Ma ecco i personaggi e gli interpreti:
Il Principe (Topo Gigio);
Il Podestà (Mastro Lindo);
Il Capo del Gran Consiglio (Provolino);
Il Giullare di Corte (Catàvur);
I Ciambellani di Corte (Erre Moscia, Micuzzo Tremonti, Peppe Din Don, Pippi Calzelunghe);
I Ribelli (Eros, Fonzie, Forfora Vagante, Tommy Cry, Extravergine, il talebano Bahar Hatt, Suor Cataldina).
La trama, geniale, è basata proprio sul furto di un baccalà che il Principe aveva acquistato grazie ad un finanziamento ottenuto attingendo ai fondi europei.
Il baccalà, in previsione di tempi magri, è chiuso nei forzieri del Palazzo, assieme ai gioielli della Corona.
La chiave la conserva gelosamente il Podestà.
Ma succede che una mattina, aprendo il forziere per salare il baccalà, il Podestà non trovi più il prezioso pesce.
Sono attimi di panico: il fatto è gravissimo e può minare la stabilità del Regno.
Il Podestà avvisa il Capo del Gran Consiglio che convoca immediatamente una riunione urgente dei Ciambellani di Corte.
Chi ha potuto compiere un simile gesto sacrilego?
I Ciambellani hanno alibi di ferro, quindi occorre orientare diversamente le indagini, magari verso certi collaboratori infedeli che occupano posti di rilievo nell’organigramma del Regno.
Intanto urge informare i sudditi e così viene emesso un editto, ma i ribelli non credono alla favola del furto ed insorgono con forza: “Vogliamo sapere la verità. Secondo noi il baccalà l’avete mangiato. Prima o poi troveremo le prove per inchiodarvi alle vostre responsabilità. Ridateci il baccalà”.
Il Podestà cerca di calmare il popolo che intanto sta manifestando: “In verità vi assicuro che il baccalà non è stato mangiato. È scappato da solo dopo le furiose piogge degli ultimi giorni e lo straripamento di alcuni torrenti. Ne ha approfittato, in verità, per ritornarsene nei mari del Nord. Lo troveremo, abbiate fiducia”.
I sudditi non credono alla ricostruzione del Podestà: “Ma come ha fatto il baccalà ad aprire il forziere e a scappare? Vogliamo sapere come stanno le cose”.
Iniziano le prime barricate; le strade sono occupate; il traffico è in tilt, mentre i gendarmi perquisiscono tutte le stanze del Palazzo e portano via quintali di documenti: lo scopo è scoprire se qualcuno ha davvero mangiato il baccalà.
Colpo di scena: un pescatore trova sulla spiaggia delle lische di baccalà e denuncia il fatto.
Pare proprio che il baccalà sia stato mangiato.
Il Podestà, dopo un lunghissimo consulto con il Principe, annuncia: “In verità il baccalà era senza spine, quindi quelle rinvenute non possono costituire la prova che qualcuno lo abbia mangiato. In verità si sarebbero dovute trovare anche residui di porri, patate e pomodori, perché non è possibile che nel nostro Regno il baccalà si mangi alla genovese o in bianco. E poi, in verità, dov’è il peperoncino?”
I ribelli propongono di pesare tutti i sudditi: “Se c’è chi supera il peso stabilito dal Principe vuol dire che ha mangiato il baccalà”.
Colpo di scena: il solo a superare il peso è un insospettabile funzionario che viene subito arrestato.
Il musical si chiude con la straziante canzone “Tutta colpa del baccalà” eseguita dal Giullare di Corte,
Chi me l’ha fatto fa’, chi me l’ha fatto fa’
Neanche m’è piaciuto quello stronzo baccalà
Ed io che ci credevo che fosse senza spine
Mi sono strafogato dall’inizio alla fine.
Io non ne mangio più ti giuro mio Micuzzo
Mi nutrirò soltanto di un candido merluzzo.