IMMIGRATI: CARITAS, IN CALABRIA SONO STATI 58.775 NEL 2008
(AGI) - catanzaro, 28 ott. - La Calabria ha ospitato nel 2008 l'1,5% dei residenti stranieri presenti in Italia, percentuale che si attesta al 2,9% rispetto alla popolazione calabrese. E' quanto emerge dal rapporto curato dalla Fondazione Migrantes della Cei, presentato a Roma stamane. Secondo i dati Istat, i residenti stranieri in Calabria al 31.12.2008 risultano essere 58.775, con un aumento di 7.904 unita' rispetto al 2007. La provincia di Reggio Calabria mantiene la prima posizione per residenti stranieri (20.361 - 34,6 del totale), seguita da Cosenza (18.120 - 30,8%), Catanzaro (10.481 - 17,8%), Crotone (5.078 - 8,6%) e Vibo Valentia (4.735 - 8,1), con una incidenza femminile che va dal 53,9% di Crotone al 57,6% di Cosenza. I nuovi nati nel 2008 sono stati 753, cosi' suddivisi: Reggio Calabria 291 (189 nel 2007), Cosenza 225 (103), Catanzaro 122 (95), Crotone 62 (61) e Vibo Valentia 53 (36). "Tali numeri - oserva la fondazione - sembrano lasciare lontani i problemi legati alla cosiddetta "sicurezza", rispetto alle percentuali del nord e centro Italia; eppure, sebbene la popolazione calabrese, per tradizione e cultura, sia riconosciuta essere accogliente, gli atteggiamenti discriminatori e xenofobi, sulla scia di quanto sta accadendo nel Paese, sono dietro l'angolo pronti a esplodere, e dunque occorre monitorarli e prevenirli tramite percorsi di conoscenza reale e sensibilizzazione. Ci si riferisce, tra gli altri, anche alla popolazione Rom, di cittadinanza italiana o apolide, e ai richiedenti asilo e rifugiati, quest'ultimi destinatari oggi di una specifica legislazione regionale, modello integrato di accoglienza e sostegno gia' in parte sperimentato con successo, con interventi, tra gli altri, in favore di comunita' interessate da fenomeni di spopolamento e declino che intendano avviare p e rcorsi di riqualificazione e di rilancio socio-economico collegato all'accoglienza di rifugiato, che ha ricevuto il plauso dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. "Per quanto riguarda il mondo del lavoro, - si legge nel rapporto - secondo i dati Inail al 31.12.2008 gli immigrati occupati netti - assunti sia nel 2008 che in precedenza - risultano essere in Calabria 46.528 (il 9,9% dei 470.266 occupati calabresi), di cui 21.458 nei servizi, 12.432 nell'industria, 10.370 nell'agricoltura e pesca e 2.268 in attivita' non determinate, con un incremento di 8.220 unita' rispetto al 2007. I nuovi assunti - ovvero gli stranieri che hanno conosciuto per la prima volta un'assunzione nel 2008 - sono stati invece 13.275". Il numero di immigrati presenti in Calabria - si fa rilevare - rimane ancora lontano dalle cifre di alcune regioni del Nord Italia, pur registrando negli ultimi anni un notevole aumento dei residenti, sia in termini assoluti che percentuali. Tuttavia, dalle prime rilevazioni di una ricerca realizzata dalla Fondazione Field per conto della Regione (di prossima pubblicazione) emergono i segni della caratterizzazione e del peso che il fenomeno sta assumendo nel territorio. Per quanto riguarda le presenze, dall’esame dei dati riferiti al 2008 - si legge nel rapporto - emerge una propensione alla “femminilizzazione” dell’immigrazione in Calabria: la percentuale di donne straniere residenti è infatti superiore a quella nazionale (55,3% contro 50,8%). Mentre a determinare la portata del fenomeno sull’economia della regione sono le fonti Inail sull’occupazione già citate: il 9,9% degli occupati nella regione sono stranieri e il rapporto nuovi assunti/occupati relativo agli stranieri è stato del 28,5% (contro il 14,8% del dato nazionale)". L’importanza della Calabria rispetto al fenomeno dell’immigrazione anche a livello nazionale, si legge ancora nel rapporto, "si continua a giocare però nel campo delle politiche di prima accoglienza, con le strutture di Crotone e Lamezia Terme e una significativa presenza nello SPRAR (Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati), gestito dal Ministero dell’Interno in convenzione con l’AncI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Ed è proprio in quest’ultimo contesto che la Calabria può vantare esperienze di grande significato e l’ambizione di farne un modello di sviluppo locale. Dopo la risposta spontanea, emotiva e solidale in occasione dei primi sbarchi di curdi sulle coste, nel corso degli anni si è messo in moto infatti un circuito virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato sfociato nell’approvazione - il 12 giugno 2009 - della Legge Regionale n.° 18, la prima in Italia sull’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Un provvedimento legislativo maturato sulla scorta delle esperienze di integrazione in località come Riace (RC) e Badolato (CZ) e del sostegno fornito negli ultimi anni dalla Regione agli enti locali titolari di progetti inseriti nel Sistema sopra detto. Nella Legge regionale 18 - e' scritto ancora - si parla di promozione del sistema regionale integrato di accoglienza e di sostegno ad azioni indirizzate all’inserimento socio-lavorativo di rifugiati, richiedenti asilo e titolari di misure di protezione sussidiaria o umanitaria attraverso l’elaborazione di un Piano che dia priorità agli interventi che valorizzino le produzioni artigianali, le competenze e le tradizioni locali, ovvero che prevedano forme di commercio equo e solidale, di turismo responsabile e programmi di economia solidale e cooperativa".