NAVE VELENI: IN MIGLIAIA IN CORTEO, "RIPRENDIAMOCI LA VITA"
(AGI) - Amantea (Cosenza) - Oltre ventimila persone, secondo gli organizzatori. Con decine e decine di striscioni che esprimevano chiaramente la voglia di una "Calabria pulita". I calabresi sono scesi in piazza per chiedere chiarezza sui rifiuti speciali che contaminerebbero il mare e la terra. Sulle navi dei veleni, ma anche sui bidoni sepolti nei letti dei fiumi o fino a inventare colline prima inesistenti. E' la Calabria che difende il suo territorio quella che e' scesa in piazza questa mattina ad Amantea. La Calabria che chiede chiarezza, al punto da sfidare la pioggia, scesa copiosa prima dell'avvio della manifestazione. Ma e' anche la regione che ha scelto di rifiutare le ingerenze della mafia che qui hanno anche i retroscena drammatici di porzioni di terra e mare venduti e avvelenati pur di fare soldi. Nella cittadina del Cosentino sono arrivati i rappresentanti di circa trecento associazioni, politici, parlamentari, sindacalisti. Tutti insieme per "chiedere che sia fatta giustizia", come ha sottolineato durante il corteo il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro. Una lunga catena umana che e' partita dal lungomare di Amantea. E' qui che si e' vissuto il primo momento simbolico della manifestazione, con l'intitolazione al capitano della Marina militare Natale De Grazia. Una delle vittime delle scorie, secondo quanto e' stato possibile ricostruire. Morto in circostanze poco chiare mentre stava indagando su questi fatti. Un abbraccio simbolico alla moglie del capitano, che ha ringraziato evidenziando il significato di un segno tangibile, "un riconoscimento - ha detto la vedova - che viene dalla gente". A chiedere chiarezza anche il presidente della Regione, Agazio Loiero, e l'assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco. Entrambi si sono soffermati sulla necessita' di lavorare tutti nella stessa direzione perche' "la Calabria vuole sapere, vuole conoscere cosa c'e' nel relitto di Cetraro e nelle zone a rischio". Tra la gente, tanti giovani in testa al corteo, sindaci con la fascia tricolore e molti genitori con i bambini sulle spalle. E poi gli striscioni e le bandiere di associazioni ambientaliste, culturali e sociali. "Riprendiamoci la vita" recitava lo striscione che ha aperto il corteo.Ad Amantea presenti anche i rappresentanti di tutte le forze politiche del centrosinistra ed anche dell'Udc. Secondo il presidente del Consiglio regionale calabrese, Giuseppe Bova, con la manifestazione nazionale di Amantea "ci auguriamo che stia cominciando un movimento di grande respiro". Nessuna presenza, invece, cosi' come annunciato, del centrodestra, che parla di manifestazione politica. "E' una speculazione politica", ha tuonato da Roma il ministro all'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, "la politica deve dimostrare responsabilita'". Una tesi ribadita anche dal Pdl calabrese che ha bollato la manifestazione di oggi come un evento di parte. Accuse respinte dal presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio: "Questa non e' una manifestazione di una parte politica, ma dei calabresi". Messaggi di sostegno e solidarieta' sono arrivati ai promotori da ogni parte d'Italia; tra questi anche don Luigi Ciotti di Libera. In prima linea anche una miriade di associazioni ambientaliste, locali e nazionali. "Non si deve sottovalutare la vicenda", ha affermato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. E mentre la Calabria sfila per chiedere chiarezza e la salvaguardia del proprio futuro, monta la protesta dei pescatori. Nel Cosentino non si pesca piu' e chi lo fa non vende nulla. Un intero comparto piegato dall'attesa di conoscere cosa c'e' in fondo al mare. Centinaia di famiglie esasperate e pronte ad attuare qualunque forma di iniziativa, anche eclatante e dura. La Calabria in corteo ad Amantea e' stata questo. Rabbia ed esasperazione, voglia di giustizia e di chiarezza, ma soprattutto la testimonianza di una terra stanca, almeno in larga parte, di cedere un po' della sua vita allo strapotere della 'ndrangheta e alle logiche affaristiche