cAMPANA: ALL'INTERNO DEL PD AI FERRI CORTI - CONTESTATA LA PRESENZA DEL SEGRETARIO MIMMO LEROSE PER INCOPATIBILITA'






CAMPANA – Partito democratico nella bufera: un pasticciaccio brutto che lascerà veleni e rancori nel centro sinistra campanese, ove gli equilibri, a cominciare da quelli amministrativi che reggono la municipalità, si giocano sul filo di lana, fra antichi rancori e nuove divisioni.
I fatti: Gli iscritti al partito si recano alle urne per scegliere fra le tre mozioni presentate dai vertici nazionali.
Su 45 elettori Bersani ottiene 38 preferenze, Franceschini 6 e Marino nessuno.
Ma è tutto da rifare, perché la commissione nazionale del Pd, su preciso esposto, annulla il congresso ritenendolo illegittimo.
Motivo? Il segretario del circolo, Mimmo Lerose, sarebbe incompatibile con la carica che ricopre a causa di una condanna di primo grado inflittagli da dal tribunale penale di Rossano nel giugno scorso.
Circostanza che violerebbe palesemente il codice etico del partito.
Al segretario contestato non arriva alcuna comunicazione, tanto che si concretizza, spiega una nota ufficiale del Pd campanese, a firma del direttivo, “un vergognoso atto antidemocratico per iniziativa del segretario provinciale, Franco Bruno, il quale, senza avvisare tutti gli iscritti, come previsto dal regolamento, convoca nella giornata di sabato, 3 ottobre, per il giorno successivo, un nuovo congresso nella sede della federazione di Cosenza, ad oltre 100 chilometri da Campana”.
I votanti in trasferta di domenica 4 ottobre sono solo 31 ma, spiega sempre l’appunto citato, “c’è il forte sospetto che molti di essi abbiano votato in modo virtuale, con il seguente risultato: Franceschini 31 voti, Bersani e Marino zero, mentre è notorio che il circolo di Campana e a maggioranza Bersani”.
Dubbi e perplessità, a questo punto appaiono ragionevoli: “Per la federazione provinciale del partito è tutto regolare?”.
Per il segretario Lerose (o, a questo punto, ex?) “qualunque persona sana ed onesta, come c’è ne sono tante nel nostro partito, non può che rimanere disgustata ed esterrefatta di fronte ad una simile “buffonata”, perché nello stesso giorno in cui si è tenuto lo pseudo - congresso voluto da Bruno, la commissione di garanzia provinciale ne disconosceva a netta maggioranza sia la validità che l’esisto generato”.
A questo punto Lerose, che sente “puzza di brogli”, reclama gli atti, forte di una riflessione che a lui appare solida: “Gli uomini di Franceschini hanno cercato, in tutti i modi, di screditarmi (usando ogni scorrettezza) fallendo nel loro intendo poiché ho il sostengo della maggioranza e sono stato eletto all’unanimità”.
Ovviamente siamo dinanzi ad una sorta di sabotaggio che deve necessariamente tenere conto di certe trame sotterrane prettamente localistiche, legate in buona parte ad una sconnessine intestina all’interno del centro sinistra nel quale sono confluiti uomini della ex Margherita ed ex diessini, da sempre l’un contro gli altri armati.
Insomma, quando si prova a mettere assieme il diavolo e l’acqua santa, prima o poi le ostilità deflagrano. E fanno rumore.


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