MIRTO CROSIA - IL TRIBUNALE DEL RIESAME HA CONCESSO GLI ARRESTI DOMICILIARI AD ANTONIO MILIENI – SI ESERCITAVA AL TIRO AL BERSAGLIO E FERI’ GRAVAMENTE GIUSEPPE PRANTERA
MIRTO CROSIA – Pasquale Loiacono - Il tribunale del riesame di Catanzaro, ha concesso ad Antonio Milieni, 34 anni, di Rossano, l’uomo che il 9 settembre scorso ferì in maniera gravissima il giovane Giuseppe Prantera, trentaduenne di Mirto Crosia, la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Rammentiamo, a beneficio dei lettori, i fatti di quella tragica mattina: Antonio Milieni, armato di una pistola Beretta 92, detenuta per solo uso sportivo, decide di esercitarsi al tiro al bersaglio nel fondo di sua proprietà, alla periferia sud dell’abitato, su una collinetta che degrada verso la statale 106.
Le 8 sono trascorse da pochi minuti; le consuete attività si rianimano.
Sulla statale fervono i lavori di bitumazione a cura dell’Anas, per cui il traffico, consistente a quell’ora, è disciplinato a senso unico alternato.
In coda, aspettando il maledetto “verde”, c’è anche Giuseppe Prantera.
Un sibilo, improvviso e letale: Giuseppe si accascia sul sedile; ha un foro nella tempia sinistra ed è riverso in un lago di sangue.
Si chiamano i soccorsi e le forze dell’ordine mentre arriva pure un elicottero dell’ottavo Elinucleo di Vibo Valentia.
Per i carabinieri arrivare al Milieni non è complicato, e l’uomo si giustifica: "Mi allenavo ma sparavo a un bidone. E' stato uno sbaglio.
Giuseppe viene trasferito in eliambulanza presso il reparto di neurochirurgia dell’”Annunziata” di Cosenza: le sue condizioni sono disperate.
A casa del Milieni, tradotto in carcere con l’accusa di lesioni gravissime e porto d’armi abusivo, i militari del nucleo investigativo dei Carabinieri di Cosenza e gli uomini della compagnia di Rossano trovano parecchie munizioni, un fucile di precisione calibro 328 e due fucili da caccia.
Maurizio Minnicelli e Lucia Rita Pistola, il collegio difensivo del Milieni (che riferisce di non essersi accorto di quando stesse succedendo e di non immaginare assolutamente di poter essere la causa di quanto accaduto), impugnano l’ordinanza del gip allegando anche la perizia balistica di parte eseguita dal professor Sandro Lopez.
Per il legale della famiglia Prantera, Francesco Cornicello, l’applicazione della misura detentiva domiciliare “presuppone che la tesi accusatoria in ordine al reato contestato dal pm, Maria Vallefuoco, e accolto dal giudice per le indagini preliminari, Letizia Benigno, non sia stata scalfita ed ha sostanzialmente retto al vaglio dei giudici del riesame di Catanzaro”.
Intanto, Giuseppe Prantera, è tutt’ora ricoverato presso il centro del risveglio della clinica Sant’Anna di Crotone.