Tiene banco la discarica di contrada Villari, nel mirino soprattutto dei carabinieri Giovanni Agazio “Sono stato tirato in ballo su una vicenda per me tanto cristallina allora quanto torbida ed ambigua oggi”.




CARIATI – Pasquale Loiacono - Sulla questione ambientale, che tanto sta movimentando il dibattito politico cariatese, interviene Giovanni Agazio, già assessore al ramo nella consiliatura precedente l’attuale, il quale, chiamato, come dice, “indirettamente in causa”, ritiene, in ordine alla sua esperienza amministrativa, di dovere chiarire alcuni aspetti relativi alla vicenda della discarica di contrada Villari, sottoposta a sequestro dall’autorità giudiziaria, la cui genesi, a parere dell’amministrazione civica odierna, retta dal sindaco Filippo Giovanni Sero, risalirebbe al 2002, quando, cioè, responsabile delle politiche ambientali era l’Agazio medesimo.
“Sono stato tirato in ballo su una vicenda che, per quanto riguarda le mie incombenze pregresse, in qualità di vice sindaco ed assessore all’ambiente, per me era tanto cristallina allora quanto torbida ed ambigua oggi”.
La spiegazione: “Durante la “malvagia” consiliatura precedente quella odierna, concedemmo alla Sibaritide S.p.a. (la società che si occupa della gestione dei rifiuti, ndc) in comodato gratuito l’uso dell’aera di Contrada Villari, ove sorge l’ex macello pubblico, esclusivamente per il ricovero di mezzi e attrezzature della società stessa. Anzi, rendemmo agibile il manufatto nel quale trovava accoglienza un ufficio della Sibaritide ed, addirittura, anche un locale ove i dipendenti potevano, nella massima igiene possibile, rinfrancarsi. Mai, in quel sito, controllato costantemente, erano stati conferiti rifiuti, cosa che, peraltro, sarebbe stata non conforme ai limiti rigidissimi che pone la legge in materia e che avrebbe suscitato le ire, legittime, di un’agguerrita minoranza, sostanzialmente coordinata dal sindaco del momento, Filippo Giovanni Sero, il quale non perdeva occasione per biasimare l’operato di quella amministrazione civica”.
Per Giovanni Agazio, continuare a “gettare fango su un’esperienza di governo trapassata, morta e sepolta”, non è “segno di una lungimirante e seria gestione”, ma rappresenta il “vero limite di una maggioranza che nasconde certe malefatte dietro i fantasmi del passato: ogni amministrazione comunale dovrebbe operare, nel segno della continuità, con quanto di buono, magari poco, è stato fatto in precedenza. Continuare il gioco al massacro, in nome del senno di poi, non giova a nessuno, soprattutto alla collettività”.
L’auspicio dell’ex vice sindaco è che si torni, finalmente, “alla normalità, archiviando, oltre ai presunti errori altrui, anche certe smanie di grandezza”.
Insomma, bisognerebbe “restare coi piedi per terra e guardare avanti, al futuro, evitando certe imboscate interne, usate come paravento al solo scopo di insabbiare la verità, quella del momento, l’unica in grado di produrre effetti benefici per la nostra martoriata città”.


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