Cittadinanza attiva denunzia le carenze ed i riterdi del servizio sanitario nei confronti dei cittadini, specie del basso ionio cosentino




La situazione della assistenza sanitaria nel basso ionio cosentino continua a destare viva preoccupazione. Da troppo tempo si parla di riorganizzazione dei servizi per migliorarli; si parla di uno ospedale nuovo in grado di offrire quei servizi che sono assenti in un territorio troppo vasto. La gente però sente solo parlare, assistendo in realtà ad una diminuzione dei servizi offerti e ad un peggioramento dell’assistenza sanitaria. Il territorio che gravita sullo ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati è quello che forse patisce maggiormente questi disservizi, per il continuo depauperamento dei reparti ospedalieri che, mentre prima offrivano servizi apprezzati dalla popolazione, oggi non sono più in grado di farlo, essendo stati chiusi o impoveriti in attrezzature e personale, in vista appunto, di questa fantomatica “riorganizzazione”. Una recente relazione di cittadinanzattiva, inviata dal coordinatore cittadino Luigi Mariano alla segreteria nazionale di Roma e a quella regionale di Reggio Calabria, ha messo in risalto i punti di criticità del sistema rimarcando anzitutto che la relazione è una ripetizione di anni precedenti, significando quindi che i problemi si stanno incancrenendo e rimarcando poi che i disservizi avvengono con una offerta sanitaria già molto povera. Le liste di attesa rimarca il coordinatore Luigi Mariano esistono un po’ dappertutto; qui sembrano però più lunghe e soprattutto ricadono su una popolazione che non ha alternative e che è costretta a rivolgersi lontano per vedere esaudite esigenze oggi, tutto sommato, abbastanza elementari. Nella relazione viene evidenziata l’assoluta mancanza di qualsiasi forma di assistenza domiciliare, che può portare ad un intasamento dei reparti ospedalieri dei vari presidi, il che costringe spesso a ricoveri di soggetti anziani in nosocomi anche molto distanti dalla zona di residenza. Cittadinanzattiva riporta nella sua relazione qualche esempio di liste d’attesa: 5 mesi per un elettrocardiogramma, 5/6 mesi per una risonanza magnetica, 3-4 per un esame Tac; 5 per una semplice mammografia. Sono tempi toppo lunghi per il TDM che si chiede perché allo ospedale di Cariati è stato premessa una Tac ormai da 20 anni e invece perfino i pazienti ricoverati devono essere spostati per un semplice esame TAC con grande disagio per gli stessi e con grande dispendio di risorse per l’impiego di ambulanze e personale infermieristico. Le ambulanze appunto sono troppo vecchie e troppo poche per un territorio costretto ad un così massiccio spostamento di pazienti. Ultimamente si sono verificati anche gravi episodi sfociati in denunzie. Anche la Geriatria doveva nascere a Cariati, se ne parla da più di un decennio, ma l’argomento viene usato evidentemente per tacitare gli animi. La geriatria a cariati non esiste. Il peggioramento dell’assistenza sanitaria, rimarca Luigi Mariano, è aggravato anche dalla demotivazione che traspare netta nel personale, segno dell’abbandono di cui si sente vittima da parte della direzione generale dell’ASP. “E’ una situazione molto grave, conclude Luigi Mariano, coordinatore di cittadinanzattiva che deve essere affrontata con molta decisione. L’incertezza è forse il peggiore nemico di qualsiasi ipotesi di riorganizzazione. In un campo così delicato è necessario che il direttore Generale dell’ASP Pietramala dia della certezze sul futuro delle varie strutture sanitarie ed in particolar modo su quella di Cariati che è lasciata da ormai troppo tempo, nell’incertezza e senza direttive precise che possano tranquillizzare il personale tutto e soprattutto la popolazione”.

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