ANCHE I RIFIUTI TOSSICI DEL MARE DI CALABRIA PROVENIVANO DAL NORDITALIA
"Il relitto della nave Cunsky', ritrovata al largo di Cetraro, rappresenta il 'cadavere' del delitto compiuto nei confronti del nostro mare e di quello africano, trasformati in depositi di migliaia di bidoni di rifiuti pericolosissimi, radioattivi, scorie della nostra 'amata' industria del nord Italia trasportati da decine di navi a perdere". E' quanto afferma in una nota il componente del comitato politico nazionale di Rifondazione comunista, Pino Commodari. Per Commodari, "il ritrovamento è la conferma, dopo vent'anni, di ciò che noi calabresi sapevamo già e si deve all'iniziativa coraggiosa del procuratore capo della Repubblica di Paola e di coloro che in questi anni si sono battuti perché la verità venisse a galla". "Questa inchiesta - aggiunge Commodari - prova il ruolo fondamentale svolto dalle mafie e in particolare dalla 'ndrangheta nella gestione del traffico illecito di qualsivoglia rifiuto. Una gestione eretta a sistema, della quale facevano parte, ad altissimo livello, pezzi della politica, dei servizi segreti, trafficanti d'armi, le mafie e in particolare la 'ndrangheta''. "L'aumento delle neoplasie e del tiroidismo - prosegue l'esponente di Rifondazione comunista - ma anche l'uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ci parlano di una complicità dello Stato, o meglio degli Stati europei, per queste stragi. E' necessario costruire un movimento che controlli democraticamente dal basso l'accertamento della verità e delle responsabilità di coloro che sapevano e che hanno depistato, ostacolato e insabbiato. Bisogna impedire che anche questa vicenda si vada ad aggiungere alle troppe stragi di stato per le quali non si riesce mai a trovare il colpevole". Commodari invoca la nascita di "un movimento che riesca ad impedire che il territorio calabrese, già fortemente compromesso da queste vicende, venga trasformato nella pattumiera d'Italia, anche con la costruzione di centrali nucleari nella provincia di Catanzaro, a Sellia Marina, tra il fiume Simeri e il fiume Alli; in provincia di Crotone, in corrispondenza della foce del fiume Neto; a nord di Crotone e in provincia di Cosenza, nella zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cariati". "Si tratta di una scelta sbagliata - conclude Commodari - perché le centrali nucleari producono poca energia, costosissima, rispetto alle altre fonti, e in via di esaurimento, a causa del combustibile uranio. Una scelta che il Governo vuole imporre, sottraendosi al dibattito democratico e al controllo trasparente delle popolazioni". (ANSA)