TROVATA L'INTESA SULL'OSPEDALE I MANIFESTANTI TOLGONO LE BARRICATE DALLA SS 106 SODDISFAZIONE DEL COMITATO E DEI POLITICI E DEI CITTADINI PER IL RISULTATO RAGGIUNTO







CARIATI – Pasquale Loiacono - Ed alla fine la protesta popolare contro la chiusura dell’ospedale ha sortito i suoi effetti: nell’ennesimo vertice convocato in prefettura, alla presenza dei responsabili provinciali dell’ordine pubblico; del sindaco di Cariati, Filippo Giovanni Sero, e di una rappresentanza sindacale e di semplici cittadini, il “deus ex machina” della sanità pubblica, Franco Petramala, è sceso a più miti consigli.
Dunque, da quello che abbiamo appreso in queste ore convulse prima di andare in stampa, saranno riaperte le sale operatorie; l’unità operativa di ostetricia e si assicurerà la presenza costante del servizio di anestesia e riabilitazione.
La situazione della viabilità si era fatta sempre più pesante ed in città, dove non si trovava più una goccia di carburante, si stavano esaurendo le derrate alimentari nei supermercati.
Ma la gente resisteva, fiera: “Non ci muoveremo da qui, a costo di patire la fame e la sete, se prima non vedremo coi nostri occhi realizzate le poche cose richieste che poi, in fondo, sono semplici. Vogliamo che si ripristini lo stato esistente al 31 luglio 2009, quando, cioè, i bambini potevano ancora nascere a Cariati e la presenza di un anestesista era sempre garantita”
Proprio sulla questione dell’anestesista si era innestata la massima parte dei problemi: la figura di quel medico specialista è propedeutica alla vita stessa di un ospedale ed è imposta per legge.
“Non è pensabile – dice qualche medico del pronto soccorso – operare in queste condizioni, anche perché il più banale degli interventi può risolversi in dramma se non c’è un rianimatore”.
In buona sostanza saremmo stati dinanzi ad una struttura che continuava ad operare, per il poco che gli è consentito dai signori della sanità pubblica, in totale regime di illegalità.
Sono stati quattro giorni di passione, durante i quali spesso la tensione nervosa ha rischiato di invalidare i pacifici sforzi dei cittadini.
Già ieri mattina, intorno a mezzogiorno, prima tra manifestanti e sindaco e poi in una delle riunioni di “crisi”, che si sono succedute senza soluzione di continuità presso Palazzo Venneri, sede della municipalità cariatese, si era rischiata la rissa, fra qualche partecipante.
Nel pomeriggio l’incontro a Cosenza, mentre la rabbia, complice una naturale spossatezza, sembrava impossessarsi dei cittadini “ribelli”.
Le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, avevano tentato un’avvisaglia di “carica” nel blocco di San Cataldo, alla periferia nord, ma qualche notizia dal capoluogo deve averli, fortunatamente, dissuasi.
Sembra così conclusa una vicenda il cui epilogo è frutto solo della costanza dei cittadini, anche se c’è qualcuno che mugugna: “Non è che fanno come Trebisacce dove, dopo un mese, ancora nulla si muove?”.
La risposta al “massimo fattor”, quel buon Franco Petramala che siede sul trono della città bruzia, a vegliare sulla salute dei cosentini.
La statale 106 diventa nuovamente transitabile, con gran sollievo delle centinaia di turisti che erano stati costretti a rimandare la partenza per i luoghi d’origine.




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