Leonardo Rizzo, manca la tua voce a Cariati


Nel terzo anniversario pubblichiamo la lettera privata di Alfonso Cosentino



E’ il terzo anniversario della scomparsa di Leonardo Rizzo, un nome ridondante a Cariati e non solo, nonostante l’evidente silenzio che ha lasciato dietro di se. Tralasciando la vita privata, nella quale era evidentemente il pilastro portante della famiglia e nonno incredibile nonostante una infanzia difficile perché orfano di padre, lui è ancora adesso un libro aperto per quanti ricordi evoca e quanto è stato presente tra la gente, per quanta comunicazione, quanta informazione e quanta opinione ha fatto nella sua vita…sempre lungimirante. Era così caratterialmente, perciò non avrebbe potuto che essere altrimenti, amava circondarsi delle persone, discutere, dibattere, ridere e scherzare, ma amava soprattutto il suo territorio che, alcune volte, addirittura anteponeva alle esigenze della famiglia.
Prima l’impegno politico che lo ha portato anche a fare il sindaco di Cariati, poi solo spazio alla sua grande vocazione: il giornalismo e la comunicazione. In questo è stato un grande innovatore: ha saputo cavalcare tempestivamente l’incalzare delle tecnologiche che il mondo moderno ha portato, e le ha sempre messe a disposizione della sua gente: prima con Radio Centrale Cariati che per oltre 30 anni ha animato le frequenze 98 e 101.6 su tutta la fascia Ionica, con un circuito gi giornalismo sportivo da record per il periodo; le corrispondenze per il Giornale di Calabria e per la Rai Calabria per quasi due decenni; poi con Il Ponte cartaceo e (con l’esplosione di internet) la versione online, che ha dato a Cariati per la prima volta nella sua storia un giornale con la G maiuscola. Figlio della vecchia scuola del giornalismo, ha fatto suo vanto il vero e proprio senso dell’informazione, (di questi tempi hainoi ormai sfilacciato da diverse sfumature e interessi personali) Leonardo Rizzo ha diffuso le notizie e denunciato i malaffari senza paura e senza servilismi, a costo di mettersi contro gli “amici”. L’ha sempre fatto lealmente però, e a onor del vero, questa qualità gli è ancor più riconosciuta adesso che non c’è più.
A distanza di tre anni molti ne parlano ancora: “…ahhhh, si c’eva Linard Rizz” è la frase che più spesso sento ripetere. Perché a Cariati in questo momento manca un personaggio così trainante, scuotitore di coscienze (come l’amico Alfonso Cosentino l’ha oculatamente ricordato), entusiasmante e urlante talvolta fino a irritare anche gli amici più cari. A cui però adesso manca quella voce…
In pochi sono rimasti di quella generazione fatta di tutt’altra pasta. Non tutti hanno più la forza di ruggire e reagire all’assopimento che ha attanagliato Cariati, e manca soprattutto il suo di ruggito, tanto irritante quanto stimolante per tutti, da cui tutti dovremmo trarre grande insegnamento.
Proprio per questo, a distanza di tutto questo tempo, la famiglia ha deciso di rendere pubblica una lettera privata, indirizzata alla moglie e alle figlie, ancora custodita caramente, scritta di pancia subito dopo la sua morte da Alfonso Cosentino, grande avversario politico negli anni addietro, ma grande amico nella vita privata. Una amicizia caratterizzata da un rispetto incredibile e una reciproca ammirazione profonda e una certa fragilità umana che traspare nitidamente da queste righe:

“A Maria, Finesia, Tiziana e Viviana.
Care,
i lutti sono sempre tristi, ma la morte di Leonardo colpisce nel profondo la mente e l’animo.
La pietra di sale che gli ho regalato forse quattro anni fa, all’indomani della vittoria sul suo male, l’ha protetto per troppo poco tempo.
Col sale, compiacendomi che aveva superato il suo infarto, avevo cercato di esorcizzare il rischio a cui era purtroppo esposto.
Ad ogni intervista, ad ogni mia visita, in radio, entrambi accarezzavamo quel sale, non per scaramanzia, ma come gesto simile ed unificante, a conferma della nostra amicizia e dell’essere entrambi uomini liberi ed impegnati, in un paese a cui tanto abbiamo dato, in ruoli e con modi diversi, ma dove il lavoro, i sacrifici, le sofferenze, la passione, vera e non di facciata, spesso vengono vinti dall’ipocrisia, dall’invidia e dalla mediocrità.
Leonardo ha accompagnato tutti qui a Cariati ed in questo territorio, dando voce ad ogni iniziativa, con la voglia di comunicare, col suo carattere e talvolta la sua faziosità che lo distingueva quale espressione della passione che metteva in ogni sua posizione e che in me aveva lo strano effetto di legarmi a lui, nel mio intimo, sempre di più.
In lui non ho mai visto gli aspetti esteriori, che in ciascuno appaiono, bensì quello che riuscivo a scrutare nel suo animo e nella sua mente e la nostra amicizia cresceva.
Ho perso un amico vero che mi cercava e voleva sentire quando i giorni del nostro siilenzio si allungavano, ed era lui che mi chiamava, con la scusa di una notizia o per l’invito ad una intervista che troppe volte ho rinviato ed ora rimpiango perche non ci potranno più essere.
Quante critiche ho sentito, ma di gente che non lo ha mai capito fino in fondo, ne poteva capirlo e quanti opportuni ed interessati amici lo hanno accarezzato, lui a tutti dava la sua professione con slancio e trasporto, dimentico delle ricevute altrui manchevolezze ed umane debolezze, solo attento all’obiettivo nobile della sua notiziao della lotta del momento.
Un combattente come nessun altro per il suo paese, non ho mai valutato la giustezza delle sue battaglie ma ho sempre valutato il suo coraggio, la sua determinazione, l’entusiasmo profuso anche quando viaggiava in solitudine.
Ricordo come fosse oggi quel gennaio 1987, lasciata mia moglie in sala travaglio, venni qui alla radio per concordare la sua elezione a sindaco, con l’appoggio del mio partito, ancora oggi mi comporta i rimbrotti di Franca che, al ritorno in ospedale, trovai con Carlotta già nata.
Non mi sono mai sottratto alle sue interviste, nemmeno nei momenti di maggiore tensione, quando avversari nelle contese politiche ma sempre amici e lui, ridendo, mi portava continuamente ad esempio quando qualcuno si rifiutava di andare in radio sentendolo avversario.
Non passava estate senza una sua trasmissione dal Vascellero con ospiti di rilievo, sin dal primo anno, col povero Beppe Viola, nel 1982.
Da lì iniziò il percorso, insieme, che è arrivato al capolinea anzitempo, proprio ora in un momento, il più buio a Cariati, che come mai abbisogna di chi potesse scuotere le coscienze come solo il mio Amico Leonardo sapeva fare, perche lui era si un giornalista, ma a Cariati, con la sua passione e la sua faziosità buona, era lo scuotitore di coscienze che non c’è più”.

Cariati 05/01/2013

Alfonso Cosentino

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