La reliquia di San Cataldo a Cariati tra devozione ed emozione: un momento unico per la comunità cattolica
Un anno indimenticabile questo 2015 per le celebrazioni di San Cataldo a Cariati. Una devozione già di per sé forte quella verso il Santo protettore nella nostra comunità, resa ancora più intensa dalla presenza della reliquia che per due giorni è stata visibile ai fedeli nella Cattedrale di San Michele Arcangelo. Un fiume di gente che senza sosta ha fatto tappa in Cattedrale per ricongiungersi in questo unico momento mistico. “ E’ stata un’emozione fortissima – l’impressione dei devoti - vedere le ossa lì realmente appartenute al corpo di San Cataldo è stata una doccia emozionante di brividi. Già dall’arrivo a Porta Pia si è sentita una forte appartenenza cristiana e un onore poter accogliere per la prima volta le spoglie del nostro santo protettore” ci hanno detto ancora.
Un’emozione unica anche per don Angelo Pisano, alla guida della parrocchia del centro storico, accogliere ed esporre la reliquia, proveniente dal Duomo di Taranto, ai tantissimi fedeli che non hanno perso la straordinaria occasione di poter vedere letteralmente una parte del corpo del Santo tanto amato, morto circa mille e trecento anni fa, e rendergli così omaggio con le preghiere. Un avvenimento reso concreto grazie all’interessamento di Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Rossano Cariati, con il consenso dell’Arcivescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro e del Rettore del Duomo di San Cataldo don Marco Morrone.
La teca con la reliquia è stata esposta per tutta la giornata fino a mezzanotte, dopo di che è stata custodita gelosamente tutta la notte (per evitare inconvenienti come quello che accadde con la corrispondente di Santa Rita, che fu vergognosamente rubata) per poi essere di nuovo a disposizione dei devoti fino alla partenza della stessa.
Dunque 10 giorni di preghiere, novene e adorazione iniziati con l’arrivo della Statua in Cattedrale lo scorso 30 maggio, per proseguire con l’adorazione della reliquia, a concludere infine con la Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Giuseppe Satriano in cattedrale, e successivamente la processione che percorrerà le via del paese e della marina fino a raggiungere il Santuario.
Ricordiamo che San Cataldo nacque tra 610 e il 620 nel castello di Rachau (Irlanda). Nel 670 fu ordinato vescovo e, tra il 679 e 680, si recò, da pellegrino, a visitare la Terra Santa. Secondo la leggenda, il santo sarebbe giunto a Taranto per volere divino: infatti, si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Gesù che gli avrebbe detto di andare a Taranto e di rievangelizzare la città ormai in mano al paganesimo. San Cataldo allora, salpando con una nave greca diretta in Italia, intraprese un lungo viaggio che lo portò a sbarcare in Puglia. A Taranto Cataldo compì la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. Morì a Taranto l'8 marzo del 685 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni, allora duomo della città. Fonti attendibili e bibliografie consolidate vogliono che il 10 maggio 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della cattedrale di Taranto, distrutta dai saraceni nel 927, sia stata ritrovata, sulla scia di un profumo inebriante, una tomba, contenente il corpo attribuito al Santo. Dal ritrovamento del corpo, il culto di San Cataldo si sviluppò nella fede dei tarantini, che gli dedicarono il luogo del ritrovamento e lo scelsero come Patrono della città. La tradizione gli attribuisce numerosi miracoli compiuti a Taranto, tra i quali si rammentano i più importanti: avrebbe restituito la vista a un fanciullo e fatto tornare in vita un muratore, avrebbe guarito un cieco e una giovane pastorella muta. In Calabria, San Cataldo, oltre ad essere il protettore di Cariati è anche il protettore di Cirò Marina.