I "giganti" abitanti di Castiglione di Paludi
Introducendo anni fa la mia pubblicazione su Castiglione scrivevo che quel sito archeologico "rievoca nella fantasia popolare il luogo del tesoro nascosto, popolato da "giganti" che maneggiano enormi blocchi con grande facilità, come fossero "stacce".
Difatti, consultando tante antiche carte in archivi e biblioteche mi è capitato di leggere giorni fa in un atto del notaio De Paola di Rossano dei primi anni del Settecento qualcosa che riguarda questo sito brettio che si trova nel territorio di Paludi.
L'antico insediamento non ha finora fornito elementi che consentono di identificarlo con i siti storicamente noti. Quindi non ha ancora un nome. È conosciuto come "Castiglione" perchè la collina su cui sorge l'abitato si eleva dal terreno circostante con pareti di roccia verticali per la quasi totalità del perimetro somigliante, appunto, ad un castello: per questo il toponimo del luogo è "Castiglione". Nella parte più accessibile, salendo dal torrente Coserie, l'antico insediamento è protetto, come è noto, da una cinta muraria e da una grande porta con torri da cui entravano uomini e cose, formate da enormi blocchi squadrati di arenaria locale.
In questo atto notarile che individua i confini di alcuni terreni privati della collina e delle vicinanze si legge che, salendo dalle Coserie, «(...) dentro il circuito di Castiglione si contiene un luogo (...) che si dice Agretto e questo principia da una muraglia antica di pietre a secco e per le siliche in su (...) si esce al bastione vecchio di Castiglione alias porta delli Giganti (...)».
Ciò conferma che già secoli fa la grandezza della struttura ha fatto pensare come autori di quei lavori a persone dotate di enorme forza, appunto ai giganti.
Palmino Maierù