8 Marzo…un pensiero dello scrittore Carmine Scavello




Domani è la festa della donna, una commemorazione sempre più attuale e coinvolgente anche alla luce dei cambiamenti della società e del ruolo della donna, sempre più forte, ma allo stesso tempo sempre più debole e incapace di difendersi dalla violenza estrema che purtroppo siamo abituati a sentire troppo spesso nelle cronache.
In questa occasione abbiamo colto una riflessione e una poesia messe nero su bianco dal nostro amico Carmine Scavello:
“E’ sempre un grande piacere scrivere elaborati letterali sulla donna; il silenzio non giova alla sua immagine in tempi critici nei quali la violenza non è stata ancora del tutto debellata. La festa annuale dell’Otto Marzo e la risoluzione dell’ONU 54/134 non bastano da sole, se non c’è continuità d’intenti durante tutto l’anno. Bisogna puntare alla dignità ed al rispetto della donna; l’invito chiaro e preciso ad una condotta civica è un segnale di civiltà da coltivare e da tenere presente, perché non accadano più azioni riprovevoli sulla sua persona.
Il messaggio della sua festa, nonostante esplicito, spesso cade nel vuoto. In tale data, si contano le vittime di una follia cieca e l’elenco delle sventurate aumenta a dismisura. Per un giorno, il giallo delle mimose contrasta col grigiore che colora un pezzo del suo mondo. Per fortuna, i casi conclamati sono l’eccezione alla regola che conferma che i benpensanti dedichino alla Donna il rispetto che merita; altrimenti, ci sarebbe poco da stare allegri. Comunque, anche una sola vittima è un’offesa al genere umano! Le statistiche impietose, purtroppo, riportano che molti casi non vengono denunciati perché avvengono tra mura amiche. In occasione dell’Otto Marzo, i mass-media si interessano dell’universo femminile; si analizzano misure e contromisure. Tavoli di ogni forma si riempiono di esperti di comunicazione per elogiare il ruolo della Donna nella società e per riconoscerle il ruolo basilare che le spetta. Si spera sempre che l’anno successivo sia carico di belle novità positive e che finalmente le venga riconosciuta la sua dignità di essere umano, nonché compagna di viaggio terreno. Eppure, tutti i violenti hanno o hanno avuto una mamma: quella Donna che ha dato loro la vita dovrebbe essere un monito. I suoi occhi carichi d’amore dovrebbero illuminare le menti malate e portare un raggio di luce per sconfiggere le tenebre che attanagliano i loro cattivi pensieri. Nel mondo c’è posto per tutti: perché sopprimere una vita umana solamente per il fatto che si è arrivati ai ferri corti? Nessuno ha il diritto di togliere la vita a un suo simile! Il cuore del violento non conosce amore; spesso si trincera dietro un grande amore per giustificare un gesto imperdonabile. In una precedente lettera lanciai un appello alle Donne per commemorare anche il 25 Novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulla Donna. Allora, dissi che sarebbe stato bello che ogni Donna in quel giorno avesse indossato un capo di abbigliamento di colore rosa; altresì portare addosso un accessorio dello stesso colore tipo orecchini, fermagli per capelli, nastri, sciarpe, cappelli, borse e quant’altro. Il rosa sarebbe come una bandiera da sventolare per dire all’opinione pubblica che ci siete, che meritate rispetto e che ogni male subito è un’offesa all’umanità. Immagino tante donne camminare per strada, viaggiare sui mezzi pubblici o essere impegnate nel proprio lavoro mentre ostentano quel colore tenue che è l’incontro tra il rosso, la passione, e il bianco, che rappresenta la purezza e il candore dell’anima. Pure balconi e finestre si potrebbero abbellire con drappi rosa come vessillo. Tanti uomini, che ignorano la risoluzione dell’ONU 54/134, prenderebbero atto che le donne, con questo semplice e geniale gesto, annunciano alla società civile di smettere di arrecare del male su di loro. L’emulazione, in ogni verso, è una moda contagiosa!
Buona vita in tutti i sensi dallo scrittore Carmine Scavello





Ad ogni donna senza tempo

Donna, per te si eleva un canto d’amore;
è fatto da parole corpose che sanno di ode.
Son leggere come aliti sollevati dal tepore,
aleggiano in un tripudio che di gioia esplode.
Numerosi artisti ti paragonano ad un fiore,
entrambi bellezze che non temono confronti.
A crearvi perfette si è impegnato il Creatore,
ma liberamente e non facendo tanti conti.
Ottusi non comprendono che sei fonte di poesia,
la tua sensibilità viene confusa con la debolezza.
Invece, tu Donna, sei una sorgente di energia,
pertanto susciti ammirazione e tanta tenerezza.
Sei nata libera perciò devi essere rispettata;
sei una compagna di vita e non una schiava.
Solo gli ottusi ignorano che devi essere onorata;
dimenticano che sono passati i tempi della clava.
Gli appelli, ahimè purtroppo, cadono nel vuoto;
i violenti rappresentano una stirpe dura a morire.
All’umanità è arcinoto che ci sia rispetto in toto,
e che la donna debba vivere in pace e non soffrire.
Uomini ingrati si sfogano, usando violenza;
si considerano forti dietro la loro arroganza.
Non accettano che c’è un limite all’indecenza;
dico che ci vorrebbe meno livore e più creanza.
Non disperare mai Donna, qualcosa si muove.
Il sangue ribolle nelle vene e scuote le coscienze;
riesce a respingere il male procacciato altrove;
il buonsenso, si sa, prevale sulle recrudescenze.
La Donna è il perno su cui poggia l’umanità;
quel punto fermo ritrae tutta la sua potenza:
è l’origine di forza, di energia e di vitalità;
perciò Donna la tua dignità merita riverenza.

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