Tribunale di Rossano, la palla passa a Strasburgo
Gli avvocati del foro di Rossano non mollano, anzi.
E’ l’avvocato Pasquale Catalano, componente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Rossano, a rendere pubblica la notizia del ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
La normativa infatti prevede che il ricorso sia proposto, pena decadenza, entro sei mesi dalla pronuncia della Corte Costituzionale (che aveva dichiarato l’inammissibilità e l’irrilevanza
delle questioni di legittimità) avvenuta il 28 gennaio scorso sulla questione del tribunale di Rossano.
“Si fa rilevare che i criteri in base ai quali il Tribunale di Rossano è stato soppresso non appaiono rispettati come già evidenziato nel parere reso dalle commissioni giustizia di Camera e Senato, le quali invitavano il governo a non sopprimere il Tribunale di Rossano perché situato in area ad alta densità criminale – scrive nella lettera Catalano - nonché in un territorio disagiato, con gravi carenze infrastrutturali, con mancanza di collegamenti ferroviari ed insufficienza di collegamenti stradali di congiunzione del vasto circondario di Rossano al territorio del Tribunale accorpante di Castrovillari. La scellerata decisione - ribadisce ancora l’avvocato - viola l’art. 3 della Costituzione, in quanto i cittadini del circondario soppresso sono inevitabilmente gravati di spese maggiori per l’accesso alla giustizia rispetto ai cittadini residenti nel circondario del tribunale accorpante.” Infine catalano pone l’accento cu come “La soppressione del Tribunale di Rossano contrasta con la relazione CEPEJ - EUROPEAN COMMISSION FOR THE EFFICIENCY OF JUSTICE, del 21/6/2013, che ha individuato, per la costruzione di una riforma utile e robusta, criteri quali la densità di popolazione, la dimensione del Tribunale, i flussi di procedimenti e lavoro, la posizione geografica, le infrastrutture e i trasporti. L’analisi operata dal documento CEPEJ portava a riconoscere Rossano tra i Tribunali e i territori che non potevano fronteggiare positivamente la soppressione dell’ufficio.”
Da qui la richiesta di ottenere giustizia alla Corte Europea con l’auspicio di una pronuncia in favore del territorio cosi che “L’ingiustizia perpetrata ai danni di questo territorio venga immediatamente a cessare”.