Salvati, ma ci credevi davvero?


Deserti consiglio e conferenza, l'ira dell'ex assessore: "Vince l'inerzia"



Avranno mormorato questo sotto i baffi i consiglieri di maggioranza del comune di Cariati oggi pomeriggio dopo aver mandato deserta per l ‘ennesima volta la prima seduta del consiglio comunale nonchè la conferenza dei capigruppo chiesta da Sergio Salvati, capogruppo indipendente di “Insieme al popolo”. Alquanto amareggiato e deluso il consigliere che finora ha lasciato aperti degli spiragli alla attuale amministrazione non ci sta e affida a un breve comunicato le sue rifelssioni: “Oggi doveva essere una giornata intensa di appuntamenti per i consiglieri comunali di Cariati – dice Salvati in una nota al vetriolo - il Consiglio comunale con all’ordine del giorno importanti punti, tra i quali quelli da me proposti con mozione consiliare (l’approvazione del Nuovo Spiaggia e l’istituzione delle Commissioni consiliari “Ambiente”, “Servizi comunali” e “Toponomastica”). Successivamente era stata convocata dal presidente del consiglio comunale (il quale evidentemente già sapeva che l’adunanza del Consiglio comunale sarebbe andata deserta) la conferenza dei Capigruppo, in seguito a mia richiesta, per discutere sulla questione dei rifiuti, che sta creando enormi disagi ai cittadini ed una situazione di pericolo igienico-sanitario. Entrambe le sedute non si sono svolte, ingiustificabile l’assenza del presidente del consiglio.
Eravamo presenti tre capigruppo consiliari. Ancora una volta non vince Cariati, ma vince l’inerzia di chi preferisce sfuggire alle proprie responsabilità e non affrontare nella sede preposta (ma solo in riunioni
non istituzionali - che di per sé sono valide ma non sufficienti ) i problemi che affliggono la nostra cittadina, nel vano tentativo di salvare un’immagine, comunque ormai compromessa, impedendo ai consiglieri comunali, rappresentanti del popolo, di discutere, affrontare, decidere e quindi risolvere le tante emergenze.”
Una amara constatazione per il capogruppo di Insieme al Popolo, una triste riconferma di un atteggiamento irresponsabile e democraticamente superficiale per tutti gli altri.

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