Sacerdote ucciso: fermato romeno, ha agito per vendetta


Mons. Galantino: "Ha dato la vita per i poveri per cui si è speso senza riserve"



Si chiama Nelus Dudu, 26 anni, il romeno fermato dai carabinieri per l'uccisione di don Lazzaro Longobardi, il sacerdote massacrato a colpi di spranga a Sibari nella serata di domenica 2 marzo. Denunciati per favoreggiamento anche altri due romeni, che avrebbero tentato di fornire un alibi al fermato. Dudu avrebbe agito per vendicarsi di don Lazzaro, che lo accusava di essersi appropriato di grosse somme di denaro. Gli inquirenti hanno escluso qualunque tipo di amicizia stretta tra i due. Ed è proprio sulla bontà del sacerdote che il vescovo della diocesi di Cassano allo Ionio, monsignor Nunzio Galantino, ha incentrato il ricordo di padre Lazzaro Longobardi: “Aveva una parola buona per tutti e ha dato la vita per quei poveri per i quali s'era sempre speso con tutte le sue energie. Lui era nei Padri Redentoristi ed era approdato qui, nella nostra terra - afferma monsignor Galantino in una intervista a Radio Vaticana -, in seguito a una missione popolare. Avendo un po' visto la situazione delle campagne del nostro territorio, aveva chiesto di poter continuare questa sua presenza, e quindi si ritrova poi incardinato nella nostra diocesi proprio per questo desiderio di lavorare nelle campagne, di lavorare stabilmente in un territorio". Il segretario della Cei ha poi sottolineato che padre Longobardi aveva, con il tempo, "maturato" un'"attenzione particolare soprattutto per gli immigrati". "D'altra parte - aggiunge -, per quel che riguarda la sua figura, mi sembra che l'abbiano testimoniata in maniera abbastanza chiara i fedeli per l'atteggiamento costernato che hanno vissuto e che stanno vivendo, ma anche per la partecipazione che c'e' stata ieri alla Santa Messa che ho celebrato".

x