Egidio, l’ultima vittima della 106


Il dolore e la rabbia. Fabio Pugliese: “ci vuole coraggio e responsabilità”



Un’altra vita, giovane, spezzata su quella maledetta strada, pericolosa come poche, piena di insidie e di sangue versato dalle centinaia di persone che lì sono morte per incidenti. Ecco degli spunti che abbiamo ricevuto da Fabio Pugliese, autore del racconto inchiesta sulla strada statale 106 Ionica:
“Egidio Aloisio di 19 anni è l’ultima vittima della strada Statale 106 Ionica calabrese.
L’incidente, avvenuto a pochi chilometri dal luogo dove circa un anno fa, sempre sulla S.S.106 morirono Teresa e Valentina Fiore le due sorelle di 25 e 21 anni, questa volta richiede alcune riflessioni che non possono essere taciute ed, insieme, una speranza.
Una prima riflessione intendo rivolgerla a quanti come me, usciti dal Teatro Metropol di Corigliano Calabro, dopo aver visto “Timp russ a Russan e mulicatin a Crojiani” una bellissima commedia in dialetto coriglianese e rossanese (che ha fatto registrare il pienone in sala), nel ritornare a casa hanno dovuto assistere – peraltro dopo una serata piacevole e densa di risate – all’ennesima tragica scena di morte…
Il messaggio della commedia teatrale peraltro torna prepotentemente a scuotere le coscienze: si parla dell’unione tra i comuni di Rossano e Corigliano Calabro, dei problemi che questi due grossi centri debbono affrontare – mettendo da parte la loro storica rivalità – e poi non si capisce perché tra i problemi (tutti urgenti, non c’è alcun dubbio), che essi dovranno affrontare – Ospedale Unico, Rifiuti, Soppressione del Tribuna di Rossano, ecc. – non figura quello relativo alla viabilità e, più in generale ai Trasporti che sullo jonio calabrese dalle linee ferroviarie ormai inesistenti alla strada Statale 106 che è sempre più “strada della morte” risultano le principali cause di morte, di povertà e di spopolamento!
Il lenzuolo che gli artisti alla fine della rappresentazione hanno posato sul palco del Teatro Metropol (il lenzuolo che divideva le due comunità rivali: quella bizantina e quella ausonica), è stato lo stesso con cui le forze dell’ordine hanno dovuto coprire l’ennesima giovane vittima della “strada della morte” questa notte.
Quello stesso lenzuolo viene puntualmente gettato ad arte da quanti – parlando dei problemi della calabria jonica e del mio territorio – intendono coprire e nascondere il problema di tutti i problemi: una lingua d’asfalto e di morte che è destinata ad essere ricordata solo in occasione di eventi tragici.
Siamo un popolo di timorosi, di deboli! Non abbiamo il coraggio di affrontare e risolvere un problema che ormai proprio psicologicamente ci annienta e ci rende più piccoli di come siamo! La verità è queste ed è semplice: ci sentiamo sconfitti di fronte alla S.S. 106 e non abbiamo coraggio! C’è di peggio in questo quadro sconfortante: “il coraggio chi non ce l’ha, non se lo può dare” diceva Alessandro Manzoni. Ed è proprio così!
Altra riflessione è giusto dedicarla alla rotonda presente sul luogo dell’incidente. Una opera nata nell’ambito di un finanziamento per la “messa in sicurezza della S.S, 106” che però è pericolosissima. Rivendico il diritto – sono stato tra i primi e pochi, forse l’unico – ad aver detto da sempre che fanno parte di quegli inutili investimenti a pioggia che l’Anas spesso realizza (peraltro non bene!), per dare un ridicolo contentino alla nostra Regione.

La morte del giovane Egidio serva da monito, inoltre, a quei politici “lungimiranti” dell’Alto Ionio cosentino che invece di assumersi il coraggio e la responsabilità di fare di tutto affinché siano avviati e conclusi al più presto i lavori del Megalotto 3 per l’ammodernamento del tratto di S.S: 106 che collega Sibari a Roseto sfociano nel più degradante populismo e per motivazioni incomprensibili (o elettorali), lottano contro la realizzazione di questa infrastruttura e, quindi, contro la vita!

La morte di tanti altri giovani sarà sulla loro coscienza soprattutto se quella infrastruttura non sarà realizzata a causa del loro pavido atteggiamento! A ciò gli irresponsabili sindaci, ambientalisti, associazioni ecc. dell’alto jonio cosentino non pensano! Penserò io a ricordare loro quante e quali siano le loro responsabilità in futuro se non ci sarà l’ammodernamento del Megalotto 3…
La S.S. 106 è una strada pericolosissima. Pensate che sono centinaia le vittime che ha causato “la strada della morte”. È una strada pericolosa perché uccide già solo in condizioni di normalità! La statistica ci aiuta a ribadire quanto incidano enormemente le condizioni indecenti della strada piuttosto che le diffuse illegalità di cui è cosparsa rispetto a fenomeni quali alcol, velocità, droghe, distrazioni, ecc..
Allora non posso non rivolgere un appello a tutti ma soprattutto ai giovani: ragazzi, attenti! Molto attenti! Perché se è vero che sulla 106 si muore molto spesso per ragioni indipendenti dal conducente a dal suo stato di guida allora è altrettanto vero che il rischio di un incidente fatale può certamente aumentare se alziamo il gomito, se percorriamo questa strada ad alte velocità, se siamo distratti alla guida, ecc. Impegniamoci a proteggere la nostra vita e quella degli altri quando percorriamo la “strada della morte”… Massima attenzione e massima prudenza!
Infine, dopo i tanti messaggi ricevuti via facebook, e-mail e per telefono ritengo di poter dire che se proprio vogliamo spendere la nostra rabbia e la nostra indignazione in modo utile occorre impegnarsi individualmente (ognuno nel suo piccolo), per fare in modo che la nostra terra possa avere una Nuova Strada Statale 106!
Siamo una ormai una Regione sempre più distante dall’Europa a causa delle nostre obsolete vie di comunicazione. Lottare per una Nuova SS 106 sarebbe il modo più bello per ricordare Egidio e le tante vittime che questa strada ha causato e continua a causar da sempre la “strada della morte”….
In questo momento il mi sento di esprimere sentimenti di cordoglio e vicinanza alla Famiglia Aloisio per la perdita del loro figlio che mi addolora profondamente e mi rattrista e sono vicino con il pensiero alla famiglia di questo giovane che versa in gravi condizioni ed anche alle famiglie degli altri giovani coinvolti.”
Fabio Pugliese

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