Strage Cassano, lutto cittadino e indagini alla Dda
Particolari sempre più sconcertanti sull’esecuzione, un barbaro regolamento di conti
La Comunita' di Cassano Ionio e' ancora sconvolta per la mattanza scoperta domenica scorsa in contrada Fiego. Dopo le dure parole del vescovo e segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, che ha invitato tutti a fare di piu' andando oltre gli interventi di faccia e il perbenismo, anche il consiglio comunale aperto ha portato a galla lo sgomento d'una citta' che e' tristemente abituata a registrare fatti di cronaca, ma non una cosi' brutale esecuzione d'un bambino di tre anni. Per il giorno delle esequie il sindaco di Cassano, Gianni Papasso, e' intenzionato a dichiarare il lutto cittadino, e ha gia' dichiarato che il Comune si accollera' tutte le spese del funerale.
Intanto le indagini sono passate definitivamente alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. E' stato infatti applicato alla Dda Vincenzo Quaranta, il sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari, titolare del caso sin dai primi momenti successivi alla scoperta, domenica mattina, dei corpi carbonizzati in una Fiat Punto in contrada Fiego nelle campagne di Cassano.
Con ogni probabilita' la strage e' avvenuta per un regolamento di conti relativo allo spaccio di sostanze stupefacenti. Spingono in questa direzione i precedenti specifici del sorvegliato speciale Giuseppe Iannicelli, il cui cadavere era nel cofano della Fiat Punto mentre i resti della sua compagna Betty Taouss erano sul sedile passeggero e quelli del piccolo Nicola Campolongo, detto Coco', sul sedile posteriore. Al bambino, secondo quanto emerge dai rilievi, non e' stato risparmiato nulla, dal colpo di pistola in testa per finirlo all'incendio appiccato all'auto e ai cadaveri con ogni probabilita' per eliminare le tracce organiche del killer che potevano essere presenti nell'auto. Appare verosimile infatti che uno degli assassini si sia messo alla guida della vettura guidandola nell'area della masseria abbandonata di contrada Fiego, dopo un primo incontro con Iannicelli, la 27enne marocchina e il bambino in un altro luogo. Una ricostruzione dei fatti ipotizza che il sorvegliato speciale, che tra l'altro era il cognato del collaboratore di giustizia Pasquale Perciaccante, sia stato convocato a un incontro e, temendo che potesse finire male, ha portato con se' la ragazza e il nipotino quasi come degli scudi.
Giunto al luogo dell'incontro, sarebbe sceso dall'auto discutendo con le persone che lo avevano convocato e che lo hanno ucciso. Col bambino e la giovane marocchina ancora in auto, il corpo sarebbe stato caricato nel bagagliaio della Punto alla guida della quale uno dei killer, seguito da almeno un complice con un'altra auto, avrebbe raggiunto la vecchia masseria abbandonata nelle campagne di Cassano, dove sarebbero stati finiti anche Coco' e Betty, come sembra confermare il bossolo rinvenuto in quel che rimaneva dell'utilitaria. Quindi la sistemazione d'una moneta di 50 centesimi sul cofano dell'auto, come a dire: "la vostra vita vale tanto", o a confermare un movente economico. E infine il rogo. Presto la procura antimafia dovrebbe dare il via libera all'autopsia su quel che resta dei tre corpi. Un passaggio fondamentale per confermare i colpi di pistola e scongiurare il terribile dubbio che l'incendio sia stato appiccato quando i tre erano ancora vivi. E poi certificare l'orario della morte, considerato che di del sorvegliato speciale, della compagna e del bambino si sono perse le tracce giovedi' sera. Venerdi' mattina il figlio di Iannicelli ha denunciato la scomparsa, ma solo domenica mattina, per caso, un cacciatore ha scoperto la mattanza. Eseguito l'esame autoptico, i cadaveri saranno restituiti alla famiglia per i funerali.