L’eco del soldato Pignataro
Il fascino della storia racchiuso in una piccola targhetta zincata che porta la dicitura “Pignatari Alfonso – soldato 129 fanteria – 1893 –Castrovillari – 28 . 1 . 18”. La storia di un fante chiamato dal fronte della Prima Guerra Mondiale, quindi parliamo di 100 anni fa, di cui nulla si è più saputo, ma di cui tutto possiamo immaginare, anche perché al momento non è stato possibile ricostruire in modo preciso la sua appartenenza. Si è appassionato a questa storia il giornalista di Asiago Giovanni Dalle Fusine, il quale, affascinato dal ritrovamento del cimelio da parte dei fratelli Mario e Costante Rossi di Asiago, si è incaricato di far luce sulla vita del soldato.
Da qui è partita la lunga e articolata indagine che ha portato il giornalista a consultare l’Albo d’Oro dei Caduti in Guerra del ’15-’18, in cui effettivamente risultava un Pignataro (e non Pignatari, come deduciamo erroneamente riportato sulla targa) Alfonso di Alfonso, qualificato come “Soldato della 129° fanteria nato il 7 gennaio 1893, nato a Cariati distretto militare di Castrovillari, morto il 28 gennaio 1918 sul campo per ferite riportate in combattimento”.
Dunque anche se cambia una vocale nel cognome coincidono anno di nascita, distretto di provenienza e data di morte, dati sufficienti ad aggiungere un tassello a una vita passata racchiusa in quella targa.
Da qui il collegamento di Dalle Fusine con Leonardo Agazio, protagonista della ricerca dello zio Giovanni, soldato assengnato al 53° reggimento di fanteria “Umbria” di Biella, deportato in Germania durante la seconda guerra mondiale e morto dopo atroci sofferenze, la cui salma finalmente riposa con gli onori militari a Cariati. La collaborazione tra Agazio e Delle Fusine non ha portato ancora a una precisa collocazione familiare di Pignataro, anche perché tra Cariati e Terravecchia (che a quell’epoca avevano un unico registro anagrafe) il ceppo è diffuso, quel che è certo è che il suo nome appare sul monumento ai caduti della cittadina Jonica.
Da qui la decisione di inviare il cimelio al sindaco Filippo Sero, che il prossimo 4 novembre nel giorno della celebrazione, depositerà la targa allo stesso monumento.
Intanto la ricerca sul territorio, è proseguita anche per interessamento della giornalista Maria Scorpiniti, che, nonostante le indagini sulle possibili ricostruzioni di legami, non ha potuto ancora individuare la famiglia di appartenenza del giovane soldato caduto nella Prima Guerra Mondiale, è passato troppo tempo ed era troppo giovane il nostro compaesano che ha perso la vita al fronte. I resti del giovane soldato con molte probabilità sono ancora sul colle del Laiten insieme a quelli di migliaia di altri militari appartenenti al 129 e 130 reggimento della Brigata “Perugia”, la maggior parte dei quali ancora ignoti, ma la sua storia e il ricordo di quanto la guerra abbia segnato le nostre famiglie in modo indelebile giunge forte a Cariati, dove molti sono già pronti a rendergli omaggio.