L'amministrazione cola a picco, il Tar invalida l'esercizio di bilancio
Americani quest’estate a Cariati non se ne sono visti. Per fortuna! Perché se avessero riferito alla propria ambasciata ritornati in patria che gli olezzi che si spigionavano dai cassonetti erano a tutti gli effetti armi chimiche, sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso da parte di Obama nei confronti di un'altra dispotica oligarchia dell’area mediterranea.
Solo nei regimi totalitari le regole non valgono per chi governa. Non si è mai visto infatti che il documenti più importante dell’anno amministrativo possa (oibò, e si è potuto…) essere approvato senza il numero legale.
Anche il Tar la pensa così, dopotutto è legge, e accoglie così il ricorso della minoranza (Greco, Critelli, Cosentino e Sero)per l'annullamento della deliberazione del Consiglio Comunale di Cariati sull’“Esercizio Finanziario 2012. Salvaguardia degli equilibri di bilancio e ricognizione stato di attuazione dei programmi”. Non ci sono i numeri e l’ormai famosa seduta del 29.11.2012 non è valida. E’ questo il punto del ricorso, infatti la delibera impugnata, è stata adottata pur in mancanza del quorum richiesto per la prima convocazione dallo statuto e dal regolamento del Comune di Cariati che richiedono la presenza di almeno otto consiglieri senza computare il Sindaco.
Come se non bastasse il Tribunale regionale Amministrativo condanna l’amministrazione al pagamento delle spese in giudizio quantificate in 1500 euro.
Una sentenza che apre tanti scenari diversi, teoricamente il Comune potrebbe ricorrere (ancora) in Consiglio di Stato chiedendo la sospensione, ma a questo punto non ne siamo certi. L’altra ipotesi che si fa sempre più largo, soprattutto dopo le integrazioni richieste dal Ministero dell’Interno sui conti che non tornano, è il dissesto.