Con-cattedrale nel deserto!
In tempi più o meno recenti si è cercato di dare attuazione al disegno politico di
unione dei Comuni, specie quelli più piccoli, per ottenere economie di scala nel
dimensionamento dei servizi e quindi nella spesa pubblica.
La legge n.142/1990 aveva previsto un meccanismo di trasformazione della “unione”
dei comuni in “fusione” degli stessi in unico ente locale.
Ma come si può constatare dalla evoluzione legislativa, il disegno di accorpamento
per “fusione” dei Comuni non è stato per niente gradito dalle realtà locali, tranne per qualche isolato caso con ragioni particolari. Nella stragrande maggioranza invece si è preferito mantenere la propria autonomia e identità, tanto che il legislatore del T.U. 267/2000 ha dovuto correggere quel percorso di accorpamento.
In sostanza è prevalso lo spirito di conservazione della identità, con la propria storia, le tradizioni e le peculiarità di un territorio e l’autonomia conservata gelosamente.
Per realizzare economie di scala si sta ora cercando di attuare il convenzionamento
dei servizi, che mantenendo integra l’identità di ciascun Comune, non ne intacca sostanzialmente l’autonomia.
Questa breve considerazione per sottolineare l’attaccamento viscerale della gente al proprio territorio, delimitato non tanto dai confini geografici, quanto piuttosto dalle tradizioni e memorie consegnate alla Storia con quanto di bello e di buono realizzato
nel corso dei secoli dai conterranei.
La storia locale, accanto alla pagine belle, ha registrato, purtroppo, anche pagine non lusinghiere, che hanno segnato la comunità locale con il depauperamento di tante risorse e strutture un tempo vanto e ricchezza della Città.
Non si vuole ripetere qui luoghi comuni, che certamente meritano una attenzione
costante che mai deve cessare. L’ospedale, o meglio i servizi sanitari, gli uffici
pubblici, e quant’altro, un tempo glorioso appannaggio di questa realtà locale, sono
temi che non possono cadere nel dimenticatoio.
Così come non può essere dimenticata, ma custodita con sacro rispetto, la
strutturazione delle circoscrizioni ecclesiastiche con la revisione delle diocesi che ha interessato anche la nostra Città. Prima con la bolla “Quo aptius “ del 1979 di Papa Giovanni Paolo II e poi col decreto “Instantibus votis” del 1986 della Sacra Congregazione per vescovi la diocesi di Cariati è stata accorpata definitivamente
a quella di Rossano, in un disegno di economia che con grande anticipo sulle
istituzioni civili ha dato corso a quella che oggi viene chiamata “spending review”
(contenimento della spesa) . Ciò nonostante, nella sua infinita saggezza, la santa madre Chiesa ha mantenuto per Cariati alcuni privilegi in memoria della sua gloriosa e antica tradizione. Oltre alla denominazione ufficiale di “Arcidiocesi di Rossano-Cariati”, è rimasto anche il capitolo Concattedrale, onorando così le formule “aeque principaliter”(egualmente importanti, di pari dignità) e “ plena unione” (denominazione di arcidiocesi di Rossano-Cariati). San Leonardo è rimasto Compatrono della Diocesi.
Col senso di massimo e convinto rispetto per l’operato di Santa Madre Chiesa, ci
preme sottolineare che neppure lontanamente ci sfiora l’idea di rivendicazioni o
strane nostalgie che sappiamo bene essere anacronIstiche e fuori da ogni logica.
Quello che piuttosto, in atteggiamento di piena e assoluta obbedienza e rispetto,
intendiamo cogliere e sottolineare è l’atteggiamento di materna attenzione che Santa Madre Chiesa ha voluto benevolmente riservare alla nostra Città, mantenendoci la CONCATTEDRALE San Michele Arcangelo.
E allora dinanzi alla desertificazione del nostro territorio, che cresce a vista d’occhio giorno dopo giorno, nessuno potrà e dovrà mai dire che la Chiesa di San Michele Arcangelo è una Con-Cattedrale nel deserto !
Cataldo De Nardo
Centro Studi Pier Giorgio Frassati