Benedetto XVI lascia il pontificato
Il commento di Mons. Marcianò Arcivescovo di Rossano - Cariati
La Dichiarazione che il Santo Padre Benedetto XVI ha rilasciato al Concistoro
straordinario qualche ora fa è giunta del tutto inattesa e ha colpito profondamente i cristiani e, certamente, tutti gli uomini.
Dalle parole con cui il Papa rinuncia al ministero di vescovo di Roma traspare la decisione sofferta ma serena dell’uomo di Dio che ha sempre vissuto il suo ministero con spirito di servizio, di dedizione, di amore. Sembra riecheggiare, in questa dichiarazione, quanto egli disse nel primo istante dalla sua elezione a Pontefice, quando si era definito “un umile operaio nella vigna del Signore”.
L’amore che il Santo Padre dimostra oggi alla Chiesa non è rinunciatario ma
profondamente umile. È la concretizzazione più impensabile ma più autentica dell’umiltà con la quale egli ha servito e continua a servire: l’umiltà di chi è talmente convinto che Dio regge la storia da non sentire indispensabile nulla, neppure il proprio ruolo. È un grande atto di fede che ci raggiunge proprio nel cuore dell’Anno della fede.
Sento che siamo chiamati tutti – presbiteri e religiosi, famiglie e laici, anziani e bambini - ad accogliere il passo di Benedetto XVI con profondo e affettuoso rispetto, ponendoci in silenzioso ascolto di un evento che già appare come un altissimo atto di amore del suo ministero e del suo magistero.
Dobbiamo, grati e commossi per l’amore che Benedetto XVI ha riversato nel mondo,
nella Chiesa, nei cuori di ciascuno di noi, sentirci spinti a raccoglierci, come lui, in preghiera, e affidare a Dio e alla Vergine la sua vita, certi che quanto la Chiesa è oggi chiamata a vivere è, nella volontà d’amore del Signore, un misterioso segno di speranza.
Soprattutto, però, dobbiamo lasciare che il Papa continui a insegnare, in questo momento, quanto ha sempre cercato di dirci in questi intensi e ricchissimi anni di Pontificato: che il cuore della vocazione, di ogni vocazione nella Chiesa, non è il potere ma il dono di sé, non è il fare ma l’essere; in una parola, è l’amore. E l’amore, anche questo suo amore, non avrà mai fine!
Rossano, 11 febbraio 2013
Santo Marcianò