Il Ponte vive
Cari navigatori…così avrebbe cominciato questa lettera il Direttore Leonardo Rizzo.
In realtà io sono la figlia e collega del direttore, Viviana, che tanto ha appreso dal papà/maestro sia di vita che di mestiere. Dopo l’inaspettata e spiazzante morte di mio padre mi sembra doveroso fare riferimento a voi lettori de Il Ponte online, soprattutto a quanti (davvero tantissimi) ci hanno scritto mail, inviato telegrammi, postato su facebook e telefonato personalmente per chiedere delle sorti della voce libera dell’informazione Cariatese. Per volere della mia famiglia e per affinità con mio padre, il peso della decisione sulle sorti del Ponte in questo momento ricade su di me, in quanto erede diretta e professionale di Leonardo Rizzo. Oltretutto Il Ponte non è un portale, ma una testata giornalistica regolarmente registrata, perciò capite bene che la riflessione si fa ancora più importante.
Essendo molto legata a mio padre, ho sempre seguito da vicino Il Ponte, per un periodo ne ho addirittura seguito la direzione, poi ho lasciato Cariati e a volte ho scritto, altre ho corretto, ho anche discusso con lui e raccolto le sue soddisfazioni. Sapevo che il giornale era molto seguito, ma l’eco che sto avendo in questo momento da tutti voi cariatesi sparsi per l’Italia e nel mondo mi sta allargando di molto gli orizzonti che mi ero prefigurata. D’altro canto molti concittadini e anche molti amici di Cariati mi stanno riferendo di quanto manchi la voce del Ponte nella vita sociale del paese.
Vi svelo subito che una decisione definitiva sulle sorti del giornale non l’ho presa, non l’ho potuta prendere. Questo perché prima di tutto ho perso un padre, non uno qualunque, ma un vulcano in piena eruzione capace di travolgere tutto e tutti con il suo entusiasmo, di essere un fermo riferimento per noi familiari e per i suoi amici. Lui non c’è più e bisogna ancora metabolizzare questo brusco distacco, scusateci, ma stiamo vivendo un grande dolore perché era il fulcro e il motore della nostra famiglia.
E poi, onestamente, per il momento, non credo di avere il suo spirito nel portare avanti delle battaglie per Cariati e il territorio. Leonardo Rizzo aveva un background del tutto diverso dal mio, radicato e fortemente legato al territorio. Amava Cariati e non sopportava l’idea di vederla morire così come inesorabilmente sta accadendo da molti anni a questa parte. Era questo che animava le sue lotte politiche, lui ci credeva. Lotte che, come ho già detto in passato, non sono mai state contro persone singole, ma contro personaggi istituzionali. Lo dimostra il fatto che dai suoi più acerrimi avversari sono nate le più leali amicizie e collaborazioni. La più forte delle quali probabilmente con Alfonso Cosentino, il quale, a 4 giorni dalla morte di mio padre ci ha scritto una lettera privata che però ho deciso di pubblicare di seguito a queste mie righe per regalarvi uno spaccato di mio padre scritto a cuore aperto da qualcuno che lo conosceva bene e aveva con lui un particolare feeling.
D’altra parte sono certa che lui non vorrebbe spezzare il filo diretto che aveva creato in tanti anni di attività con i cariatesi nel mondo e vorrebbe garantire al paese una voce libera senza servilismi. A incoraggiarmi anche tante conferme di collaborazione. Ma il suo appeal e la sua capacità di fare opinione credo proprio che siano inimitabili.
A conclusione ringrazio con particolare affetto tutti coloro che hanno prestato collaborazione al Ponte in tanti anni di attività, e chiedo ai lettori di avere ancora un po’ di pazienza sperando che da lassù mi arrivi qualche segnale sulle sorti della testata.
Viviana Rizzo