IL NOSTRO DIRETTORE LEONARDO RIZZO È MORTO IMPROVVISAMENTE LA NOTTE SCORSA A MILANO




CARIATI – Lo dicevi sempre tu: la notizia è notizia.
Ed io una notizia del genere non avrei mai voluto darla, ma so che ti saresti infuriato, ed allora, eccomi qua, con la mente piena d’immagini e di ricordi e la testa che sembra scoppiare, come il tuo cuore che ha cessato di battere.

Te ne sei andato assieme ad un anno orribile per tutti, ma eri fiducioso nel futuro, quello che si è spento coi tuoi occhi.

Leonardo mi chiamava anche dieci volte al giorno: voleva sapere come andavano le
cose nella sua Cariati.
E programmava interviste e servizi.
“Fai un pezzo su questo argomento. Mandamelo per mezzogiorno ché poi devo uscire.

Sai, qui a Milano c’è una giornata primaverile. Faccio una bella passeggiata e poi stasera festeggiamo”.
Ci siamo sentiti ieri sera, prima di cena.
Voleva sapere cosa avrei mangiato aspettando il nuovo anno.

Ed io, per farlo “ingolosire” ed “ingelosire”, mi sono inventato una quantità esagerata di specialità cariatesi.

“Vedrai che appena scendo anche io mi faccio una bella scorpacciata delle nostre
buone cose”.
Ogni volta che andava dalle figlie, in Lombardia, lo tormentavo: “Ma quando riparti?”
E lui: “Ma sempre le stesse cose chiedi. Sono appena arrivato. Mi godo le figlie ed i nipoti e poi se ne parla”.
Già, i nipoti per i quali aveva una passione folle, pari, forse, a quella del giornalismo.

Giornalista pubblicista da tempo immemorabile, aveva collaborato con le più
importanti testate calabresi, Rai compresa.
Ad un certo punto il “vecchio”, come lo apostrofavo amabilmente, si mise in testa di fondare una radio tutta sua.

Nacque così Radio Centrale, una voce libera ed autorevole diffusa su tutto il territorio, ed “il Ponte”, periodico in edizione cartacea.
Intanto la tecnologia delle comunicazioni, per la quale Leonardo era autenticamente
entusiasta, faceva progressi incredibili.
Lui era sempre al passo coi tempi: telefonino, computer, internet.
E si mise in testa di portare la sua vera “creatura” (“il Ponte”), sul web.
Pioniere dell’informazione on line, “il Ponte” ha un successo strepitoso ed una linea editoriale ben definita: dire sempre tutto, senza concedre sconti a nessuno.

Leonardo Rizzo diventa “scomodo” per il potere, qualsiasi potere, di cui svela misfatti ed iniquità.
Ed il “potere” lo mette all’indice.
“Non m’importa nulla, mi diceva – Noi siamo i cani di guardia del potere, ancorché
legittimamente costituito.
“Il Ponte on line” supera abbondantemente il milione di contatti e si avvia a toccare il traguardo dei due milioni.

Servizi video, inchieste, storie della gente comune, disagi, reportage, “il Ponte on line” fa opinione e da molto, molto fastidio, alla casta della politica.

Quello che sto scrivendo, col dolore che mi stringe il petto, in gergo giornalistico si
chiama “coccodrillo”, un pezzo commemorativo che di solito si prepara anzitempo per ricordare che ci lascia.

Il tempo non me lo hai dato, Leonardo, perché sei andato via senza avvertirmi.
Le tue ultime parole: “Domani facciamo qualche foto alla spazzatura. Prepara
qualcosa. Ci sentiamo per gli auguri”.
Ed io: “Ma quando torni?”.
“Ancora con questa storia. Tornerò, tornerò. Non ripetermi sempre la stessa solfa”.
Tornerai nella tua Cariati, Leonardo, per non partire mai più.

Ora, Leonardo, finisco per evitare di annoiare i “lettori” e di farti incavolare: “Ma guarda che questo pezzo è troppo lungo. Vedi di tagliare, sennò uno arriva al
ventesimo rigo e poi non legge più”.

Concludo con le tue parole: “Amici navigatori, alla prossima”.

Pasquale Loiacono

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