Il Sindaco prepara la fuga da Palazzo Venneri. Tutti lo cercano nessuno lo trova. La sua “band” annulla tutti i contratti per aver governato con le mani bucate
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Un Sindaco alla frutta, che pensa di galleggiare, ancora, con alchimie politiche ed estemporanei rimpasti; un primo cittadino, insomma, che non ha capito che non c’e’ più spazio per nuove formule o improbabili colpi d’ala, ma resta un’unica soluzione per evitare il definitivo collasso: le sue dimissioni.
Fuggi, Sindaco fuggi!
A nemico che fugge, ponti d’oro!
Cariati. Un paese lacerato, tormentato e scosso da incancrenite questioni irrisolte, un Comune allo sbando ed in pratica dissestato finanziariamente.
Il vuoto operativo nell’azione di un’Amministrazione comunale lonza-famelica, bramosa di quattrini quanto lontana dai bisogni reali della gente, chiusa nel palazzo, che non vede, non programma, non crea occasioni di lavoro, unicamente responsabile del degrado urbanistico, civile e morale in cui è sprofondata la città; è questa l’immagine che le cronache ci restituiscono di Cariati.
Una classe dirigente cittadina a cui mancano i fondamentali, mediocre culturalmente prima ancora che politicamente, incapace di governare l’emergenza, senza alcuna volontà di programmare il futuro ed in balìa dei tanti magnaccioni che ogni giorno, spadroneggiano nelle stanze di Palazzo Venneri, per accaparrarsi incarichi, appalti, prebende.
Un Sindaco alla frutta, che pensa di galleggiare, ancora, con alchimie politiche ed estemporanei rimpasti; un primo cittadino, insomma, che non ha capito che non c’e’ più spazio per nuove formule o improbabili colpi d’ala, ma resta un’unica soluzione per evitare il definitivo collasso: le sue dimissioni.
A questo Signore, in evidente stato confusionale, ci permettiamo dare alcuni consigli: azzeri la giunta e il consiglio con le tue dimissioni e regala ai Cariatesi un salutare semestre di commissariamento che abbia, come primo obiettivo, la normalizzazione dell’Ente ed il superamento delle grandi vertenze che stanno strangolando il Comune sotto i colpi dell’emergenza finanziaria: dai rifiuti, che hanno seppellito la città, alla pulizia del paese, dagli stipendi ai dipendenti alla manutenzione delle strade dissestate, dalla vivibilità all’erogazione dei servizi primari, dalla Sogefil alla fine dei vostri stipendi.
Tutte emergenze e priorità per le quali un sindaco manifestamente inadeguato e mai cosi sgradito ai cittadini, anche a quelli che lo hanno eletto, non potrà mai più risolvere.
Per queste ragioni, e non per mera opportunità politica, sindaco Filippo Sero, se ne sei capace, dai un ultimo sussulto di dignità vattene da questo paese al paese di vaff…; lo devi a chi ti ha sostenuto, a chi ti ha sopportato e soprattutto a Cariati che hai distrutto.
Te ne sarai accorto anche tu, crediamo, che sei politicamente finito da tempo. Non cercare rese o buonuscite, quasi fossi un caporale di giornata assediato o un dipendente comunale; togli in silenzio il disturbo ed eviti, anche a te stesso, questa lunga e penosa angoscia. Tanto il limone di messer Pantalone lo hai spremuto sino all’ultima goccia, con il tuo insignificante Comitato, cosa cerchi ancora!
La redazione de “Il Ponte”, considerato che Natale è alle porte, ti ricorda, per meri fini consolatori e umanitari, la celebre frase dello scrittore romano, Sesto Giulio Frontino, ripresa, riveduta e in parte modificata dal generale spagnolo Gonzalo Fernández de Córdoba: “ A nemico che fugge, ponti d'oro”. Fuggi, fuggi nottetempo, politico piccoletto, non prima di avere messo una maschera, ci permettiamo suggerirti!