Parere negativo del dirigente dell’area finanziaria sulla proposta dell’amministrazione.
La maggioranza sempre più decisa ad andare ad approvare gli equilibri di bilancio pur di continuare a “demolire” pezzo per pezzo quello che rimane della dignità dei cariatesi.
CARIATI – Il presidente del consiglio comunale, Cataldo Rizzo, ha convocato per domani mattina, alle 10, l’assemblea civica in sessione ordinaria.
All’ordine del giorno, fra gli altri, i punti che riguardano la manovra finanziaria dell’Ente: riconoscimento di debiti fuori bilancio; salvaguardia degli equilibri di bilancio e ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi; bilancio preventivo e bilancio pluriennale.
La seduta è di primaria importanza per le sorti del Comune il quale, a parere delle opposizioni, non riuscirà a rispettare i rigidi parametri, in tema di finanze locali, imposte dalla normativa.
La situazione di cassa è dannatamente seria, tanto che l’esecutivo aveva deliberato, appena una settimana fa, una proposta “correttiva” che adotta “i provvedimenti necessari al ripristino del pareggio ed al mantenimento degli equilibri di bilancio.
Ma la proposta del governo locale non è ritenuta idonea dal dirigente comunale dell’area finanziaria il quale, richiamandosi al piano per l’alienazione degli immobili di proprietà dell’Ente, scrive che, “stante la natura di posta dei proventi da esso derivanti, l’entrata non può essere accertata e, in assenza di un idoneo titolo giuridico di procedure che ne possano legittimare l’aspettativa, l’entrata va eliminata dal bilancio”.
Saremmo dinanzi ad un bilancio ingessato che, relaziona sempre il funzionario, presenta “un grado di rigidità vicino al 100%, con margini di manovra pari allo zero”.
Ergo, “ogni nuova spesa che si dovesse presentare, non troverebbe la dovuta copertura finanziaria”.
In altri termini, quattrini non ce ne sono ed il parere sugli equilibri di bilancio è “negativo”.
Area finanziaria impietosa: “la proposta di deliberazione servirebbe solo a simulare un equilibrio formale che in realtà non esiste e, nella sostanza, produrrà un disavanzo di amministrazione di oltre 3 milioni di Euro che, sommato ai debiti fuori bilancio, provocherà con assoluta certezza il mancato rispetto del patto di stabilità, il collasso totale della cassa e l’impossibilità di adempiere perfino alle spese obbligatorie, come gli stipendi dei dipendenti”.
Insomma, siamo sull’orlo “del definitivo default, aggravato dai costi della permanete insolvenza”.
Inoltre, dal documento contabile in discussione domani, le “entrate non realizzate devono essere stralciate in assenza di idoneo titolo”: significa che i debiti fuori bilancio possono essere rateizzati “a condizione che il creditore accetti con atto formale”.
Per concludere, il piano di riequilibrio, a parere del dirigente, “nella sostanza resta solo un’operazione cartolare (in parole povere una “cambiale”, ndc) fondata peraltro su partite fittizie con previsioni di entrate inattendibili che già hanno prodotto lo squilibrio dell’anno 2012 e che, certamente, non potranno garantire alcun equilibrio neppure per gli esercizi futuri”.
Siamo messi maluccio. Auguri.