Azzerare la giunta, rimuovere i dirigenti dell’area tecnica e finanziaria sono le condizioni del segretario dei socialisti per una “buona amministrazione” mentre all’ufficio tecnico è stata chiamata una nuova unità
Il segretario socialista ha garantito la sua presenza nel “Palazzo” almeno due giorni alla settimana
Cariati - Perché continuano, a raccontare, bugie, e non dicono mai non dicono mai, la verità.
Ci sarà una ragione?
Mentre “l’usignolo” cinguetta le talpe ascoltano e riferiscono.
Morale, mai raccontare bugie quando si tengono assemblee pubbliche perché si rischia di fare brutte figure e, si sprofonda nella M.
Nel comunicato socialista affidato alla stampa, si legge che l’assemblea degli iscritti al Partito socialista, appositamente convocata dal segretario Leonardo Trento, ha ribadito “piena fiducia nell’operato dell’amministrazione comunale e del sindaco Filippo Giovanni Sero” e quindi ai 15 milioni di debiti accumulati in questi anni sulle spalle delle passate amministrazioni.
Il partito socialista bacchetta le minoranze, “incapaci di mettere in campo anche una minima proposta politica, e che ancora oggi preferiscono la politica dell’ingiuria, dell’offesa personale e addirittura della carta bollata, facendo bloccare lavori utili alla collettività ed opponendosi alla politica del confronto, del dialogo costruttivo e propositivo”.
Gli iscritti sentono la necessità di “procedere alla definizione delle pratiche di legittimazione dei terreni comunali e alla definizione del Piano Spiaggia e del Piano Strutturale Associato”.
In ultimo, su proposta del segretario e fino alla convocazione del congresso cittadino, sono stati nominati i reggenti del partito: Ciccio Bruno, Luigi Salvati e Assunta Trento. Bruno e Salvati hanno declinato la nomina.
Bene, questo in sintesi la nota dei socialisti.
Come sempre, all’interno dell’assemblea, ci sono curiosi, chiacchieroni e Talpe ben addestrate.
I fatti a nostra conoscenza hanno ben altra lettura.
Nel comunicato vengono omesse le proproste più salienti del segretario della sezione locale del Partito Socialista, il quale nella sua lunga relazione, ancora una volta, ha dettato le line guida per tirare avanti la “carretta” amministrativa.
Intanto ha chiesto ufficialmente a nome del partito il ritiro delle dimissioni di Sergio Salvati, il quale ha risposto seccamente “No grazie confermo le mie dimissioni da assessore”.
Il segretario, ha parlato situazione amministrativa, ed ha affrontato il problema della riorganizzazione degli uffici, chiedendo (lo fa per la seconda volta) la rimozione dei dirigenti dell’ufficio tecnico e della ragioneria. Si è, però dimenticato (chissà perché) di dire che intanto nell’ufficio tecnico è stata chiamata un’unità esterna che, sembra, abbia l’incarico di controllare gli appalti.
Proseguendo il suo intervento, Trento ha detto visto che abbiamo una Giunta comunale monca, visto che Salvati ha confermato le dimissioni, ha ribadito quanto affermato nella precedente riunione, che, lui, ritiene azzarata la giunta comunale ed ha promesso che sarà presente al “Palazzo” almeno due volte la settimana. Come a dire: “Qui comando io”. Alla faccia della democrazia.
Infine il segretario Trento, informa i suoi iscritti che si candiderà a segretario provinciale del PSI.
Ma non finisce qui perché approfondendo le note del comunicato socialista emergono tante e tale bugie che non trovano alcune giustificazioni.
Ecco quelle più grossolane:
Intanto, l’assemblea che non era numerosa (circa 20 persone) sarebbe stata burrascosa se non, come qualcuno dice, furibonda.
L’aria che si respirava non era propriamente idilliaca se il Salvati avrebbe subito un vero e proprio “processo” per infedeltà e abiura comprese le sgridate alterate del sindaco Sero.
Ẻ vero che i socialisti hanno esortato l’apostata Salvati a ritornare sui suoi passi e ritirare le dimissioni, ma è anche vero, e questo i “compagnelli” non lo dicono, che il medesimo ha fermamente declinato l’invito, scatenando l’ira funesta degli iscritti che, a questo punto, gli hanno addirittura intimato di dimettersi pure da consigliere. Sarebbe il caso che l’ex assessore Sergio Salvati facesse un bel comunicato e ci raccontasse tutta la verità sulle sue dimissioni.
Altro che clima tenero e soave.
Ma ogni tanto anche “l’usignolo” estensore del comunicato stampa ha le sue crisi comiziali, perché ad un certo punto fa dire ai “compagnellii” che le “opere pubbliche, di cui da tempo si ha la disponibilità finanziaria, inspiegabilmente non vengono avviate”.
Oh bella. Se non sono avviate dove cercare le colpe se non nell’elefantiaca insaziabilità di lor signori?
Adesso vuoi vedere che è la minoranza a porre freni?
I “compagnelli” disquisiscono dottamente di terreni comunali e di piano spiaggia. Forse, i socialisti e gli amministratori si sono dimenticati che i cattadini hanno versato nelle casse del Comune quasi un milione di euro. Domanda: che fine hanno fatto, perché non sono stati assegnati i terreni? I tecni si sono già pagati (con i famosi 100 mila euro) ?
Sugli usi civici è meglio stendere un pietoso velo: è stata una bufala la crociata intrapresa 7 anni fa da Sero e compagnia.
Sul piano spiaggia è utile ricordare che esso non è, né sarà mai, avviato per le solite cambiali elettorali che adesso passano all’incasso (la vicenda di un nostro concittadino “contro” che ha trovato “asilo” a Mandatoriccio insegna).
Il piano spiaggia è uno specchietto per le allodole troppo comodo per sbarazzarsene varandolo come Dio comanda.
Sulla “sofferenza” che si ripercuote nella generale azione di governo, sarebbe meglio rileggersi Freud.
Capitolo a parte meritano le considerazioni esternate circa l’operato delle minoranze che preferiscono “la politica dell’ingiuria e della carta bollata”.
Ora, i “compagnelli” hanno, in una sola serata, demolito le certezze granitiche che le persone di buon senso nutrono sulla legalità.
Le opposizioni usano ogni mezzo democratico per contrastare quella che a loro sembra una prevaricazione costante e lesiva dei fondamenti della democrazia.
Denunciare soprusi, a maggior ragione quando essi provengono da “eletti dal popolo sovrano”, non solo è legittimo, ma ci sembra un sacrosanto dovere.
A meno che i signori amministratori sono unti dal Signore per cui bisogna avere il massimo rispetto.
Perdonateci l’aspra riduzione, ma l’accezione del termine è ormai totalizzante: come dire che se non è zuppa è pan bagnato.
Sempre le opposizioni che, lo rammentiamo a chi ha memoria corta, avevano dato, all’indomani dell’esito elettorale dello scorso anno, la massima disponibilità a collaborare, sarebbero incapaci “di mettere in campo anche un minima proposta politica”.
Ma le opposizioni, cari “compagnei”, alle quali si nascondono le “carte”, cosa possono proporre se non hanno contezza della realtà?
Cosa possono proporre se ogni volta che chiedono le famose “carte” sembra che sul Palazzo si abbatta un tornado?
Ed allora che ciascuno faccia il suo, secondo i ruoli che il solito “popolo sovrano” ha assegnato loro.
In fondo, il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non occorre ascoltare.
E Cariati affonda.