IL SEQUESTRO DI PALAZZO CHIRIACI, la storia, l’appalto, i rinvii, la rimodulazione del quadro economico, il saldo, i retroscena mentre i carabinieri indagano e sequestrano documenti




CARIATI – Un’altra tegola sulla testa delle’esecutivo civico: ieri mattina i carabinieri della locale stazione hanno sottoposto a sequestro preventivo e probatorio Palazzo Chiriaci, nel Centro Storico, in via XX Settembre, proprio dinanzi alla Cattedrale, stracolma di fedeli ed autorità che assistevano alle celebrazioni religiose per il ritorno n Patria di un soldato caduto nel 1944.
I sigilli sono stati applicati a seguito di brillanti e certosine indagine svolte dagli uomini dell’arma secondo le quali i lavori di riqualificazione dello storico immobile a museo comunale, seppur dichiaratamente ultimati, in realtà erano ancora da compiere.
Una storia ingarbugliata, come tante, che merita di essere raccontata ed è riassunta nella determina n. 389 del 28 settembre scorso redatta dall’area tecnica comunale.
Il 12 maggio del 2009 il Comune di Cariati sottoscrive con la Regione Calabria – Dipartimento urbanistica e governo del territori – (PAR Calabria-FAS 2007/2013) di 400 mila Euro per il recupero architettonico del prestigioso immobile.
Cariati aveva partecipato al bando, come comune capofila, assieme ad altre municipalità del territorio Campana, Casabona, Cirò, Cirò Marina, Cropalati, Crucoli, Mandatoriccio, Paludi, Terravecchia e Verzino).
Il progetto esecutivo è approvato dalla giunta il 3 luglio del 2009 e con la determinazione n. 714 del 30 settembre dello stesso anno l’impresa “Torchia Natale” si aggiudica definitivamente i lavori con il ribasso del 29,23%, pari a 234.517,63 Euro.
Euforia in Comune: il consigliere Leonardo Trento dichiara testualmente: “Ancora una volta si dimostra, nei fatti, la eloquente capacità di questa squadra amministrativa, di individuare utili fonti di finanziamento; poi di saper muoversi nei tempi e nei modi giusti per intercettare fondi extra-bilancio e, infine, di spendersi in ogni direzione e senza lesinare energie per ridurre al minimo i tempi burocratici per arrivare all’obiettivo dichiarato. Questa rimane per tutti noi la politica del fare”.
E gioisce pure il sindaco Filippo Giovanni Sero che, in una intervista video postata su YouTube esulta: “Confidiamo di consegnare al più preso il Palazzo alla comunità”.
Ma era la vigilia del Natale 2009, il giorno del buonismo per antonomasia.
Ma ritorniamo ai fatti.
Fra “rimodulazioni del quadro economico”; “approvazioni di perizie di varianti tecniche suppletive con una maggiorazione di spese” e due liquidazioni (una il 27 ottobre 2010 e l’altra il 24 novembre 2011) a favore dell’impresa Torchia, per un importo di 141.826,09 Euro, la riqualificazione del Palazzo è finalmente ultimata, tanto che, il 27 settembre scorso, l’impresa emette la fattura per il saldo dei lavori, pari a 102.752,49 Euro, iva compresa, e il dirigente dell’area tecnica, con il visto dell’assessore ai lavori pubblici, determina di liquidare la somma citata rimettendo copia del provvedimento all’area finanziaria del comune ed alla regione Calabria.
Ma in città circolavano “strane” voci secondo le quali in quella struttura era un continuo via vai di operai.
Come è possibile che là dentro si lavori ancora se ufficialmente l’opera è stata condotta a termine?
Forse questo devono aver pensato i militari della Benemerita che ieri mattina hanno deciso di agire acquisendo, sembra, anche diversi documenti.
Per ora il museo è un sogno, mentre è reale lo squarcio che questa, ed altre vicende, anch’esse gravissime, stanno provocando nella maggioranza di Filippo Giovanni Sero, lacerata da lotte intestine, dimissioni, sentenze, stampa locale e nazionale che svela faccende tutt’altro che chiare.
Cariati sta vivendo un periodo particolarmente oscuro o, come ammise lo stesso primo cittadino commentando altri accadimenti, “la pagina più buia della storia”.

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