CRISI – Salta la riunione di maggioranza per il grave ritardo del sindaco e del consigliere Trento
L’API rivendica il posto lasciato libero da Salvati si è presentato regolarmente all’incontro.
CARIATI – Crisi nella maggioranza civica. Le dimissioni dell’assessore Sergio Salvati alimentano supposizioni e riserve che si sarebbero dovute scogliere lunedì sera per la concomitante convocazione di una riunione di maggioranza che, invece, non c’è stata.
Abbiamo saputo, da fonti attendibili, che il summit è stato differito ad altra data per la contemporanea assenza del sindaco Filippo Giovanni Sero e del consigliere Leonardo Trento: i due sarebbero arrivati, assieme, come due innamorati, con oltre un’ora di ritardo. Manovra pseudo politica o semplice dimenticanza? Per la cronaca Sergio Salvati, era presente.
I soggetti non lasciano adito a diverse interpretazioni: non sanno cosa dire e così continuano a “gabbare” i cariatesi che, invece, a buon diritto, vogliono sapere cosa stia succedendo nelle stanze dei bottoni. Tale comportamento fa capire chiaramente che le dimissioni di Sergio Salvati, per loro, sindaco e soci, sono state una liberazione, così, possono operare senza che nessuno possa ostacolare la totale distruzione di Cariati.
Ma andiamo alla pura cronaca.
Intanto si pone il problema posto dall’API che rivendica il posto lasciato libero da Salvati, problema già discusso nel corso del varo dell’attuale giunta municipale.
L’ex assessore avrebbe lasciato la poltrona per palesi difformità di vedute che scaturivano soprattutto dal delicato settore dei lavori pubblici.
L’ipotesi è avallata dal fatto che il Salvati, a poche ore dalla sua decisione, aveva partecipato ad una riunione di giunta che poi aveva abbandonato quando si trattava di deliberare sulla spinosa questione del Mercato Ittico.
Almeno questo è quanto pubblica l’albo pretorio on line del sito ufficiale del Comune.
Dissapori antichi, giura qualcuno, che l’ex assessore non avrebbe mai digerito, tanto che ad aprile scorso era circolata la voce delle imminenti sue dimissioni che avrebbero dovuto trovare concretezza il due di maggio 2012.
D’altra parte, la proposta di adesione alla Stazione unica appaltante (ritorna il capitolo appalti pubblici), avanzata dal Salvati, era stata bocciata proprio dalla maggioranza nel consiglio comunale del 23 luglio scorso.
In quell’occasione ecco cosa disse, testualmente, il Salvati: “Sono tra quelli che ritengono opportuno – e non da ora – che il nostro Comune si avvalga della S.U.A. della Regione Calabria per la gestione delle procedure di gara, di una certa rilevanza, per l’affidamento di appalti di lavori ed opere pubbliche, acquisizioni di beni e forniture di servizi. Ho ripetutamente chiesto di aprire un dibattito sul punto sia al mio partito sia all’intera maggioranza. Non nascondo la mia personale amarezza nel dover ammettere che ciò, ad oggi, non è avvenuto. Solo nei precedenti pre – consigli e nell’ultima riunione di maggioranza si è affrontato, con molta superficialità, l’argomento al solo fine di decidere come votare in consiglio comunale”.
La “amarezza” del Salvati si è trasformata prima in dispiacere, poi in sofferenza e, da ultimo, forse, in rancore.
Sono queste le cause delle dimissioni? Oppure c’è dell’altro che pochi conoscono e che ancora non è venuto a galla?
E quando, noi miseri e comuni sudditi, sapremo cosa sta realmente succedendo nelle secrete stanze di Palazzo Venneri?
O il sindaco, paladino della democrazia e della legalità, pensa di poterci nascondere ancora le marachelle sue e dei suoi compagni?