CRISI – l’unica soluzione: le dimissioni del sindaco e del suo esecutivo
L’ex assessore all’ambiente è stato costretto alle dimissioni (erano state annunziate per il due maggio scorso) per le continue “minacce” amministrative e politiche
Cariati - Sergio Salvati si è dimesso dalla carica di assessore al Comune di Cariati.
La decisione di Salvati non ci coglie di sorpresa, anche se l’iniziativa dell’abbandono non è di facile interpretazione.
Si dice che quando la nave affonda, i topi sono i primi ad abbandonarla. Non ammettere che il Comune di Cariati è come una nave in avaria, già in fase di affondamento, significa negare l’evidenza e cavalcare il mostro della più gretta irresponsabilità pur di rimanere legati alle poltrone che ormai servono soltanto a “sistemare” qualche affare personale o di “amici” o di “clienti”.
E’ vero che i contrasti del dimissionario Salvati con la maggioranza sono noti sin dal primo momento, manifestati in più occasioni e alle volte in forme plateali.
Non abbiamo dimenticato per esempio l’ aggressione nei suoi confronti messa in atto da soggetti vicini alla maggioranza, o le continue risse all’interno degli uffici comunali. Sempre comunque si è riusciti a ricucire gli strappi che ora, pare, si sono trasformati in una vera lacerazione, la cui dimensione potrà essere valutata solo nei prossimi giorni.
Le dimissioni di un assessore non sono un fatto privato che deve rimanere nel chiuso di una stanza. Si tratta di un ruolo istituzionale fondato sul consenso popolare, anche se conferito dal Sindaco, ma pur sempre sulla base di una consultazione elettorale e per l’espletamento di un pubblico servizio. Perciò va dato conto ai cittadini di quello che succede all’interno del Palazzo e vanno rese note le vere ragioni per cui un assessore rassegna le dimissioni. Non è un affare privato, ma una questione di tutti, tranne a confondere la democrazia con un affare di “famiglia”, come purtroppo si sta verificando in questi ultimi tempi.
La gestione degli appalti mostra di fare acqua da tutte le parti . Questa circostanza aveva convinto l’assessore Salvati a condividere la proposta dei consiglieri di opposizione per l’adesione alla S.U.A. -stazione unica appaltante – regionale. Ma, come si ricorderà , l’assessore Salvati, pur dichiarando di essere favorevole alla stazione unica appaltante come proposta dai consiglieri di opposizione, al momento del voto in consiglio comunale, sconfessò la sua posizione e votò contro.
In precedenza qualcuno, molto vicino alla maggioranza, in una pubblica riunione, ebbe a diffidare in malo modo il Salvati a limitarsi agli affari del suo assessorato, senza invadere il campo degli appalti e dei lavori pubblici che non rientrano nelle sue deleghe. Il cambio di rotta dell’assessore è legato a questo episodio? Oppure semplicemente a tenere in vita la maggioranza? Giustificazione quest’ultima che non sembra avere credibilità, perché non c’era alcun rischio per la maggioranza numerica in seno al Consiglio.
Il modo di gestire il suo ruolo di amministratore gli è valso il titolo di “assessore tutto-fare”. Questo evidentemente ha gettato ombra sugli altri assessori che per la verità hanno “brillato” (!) soltanto per la loro “opacità” e pochezza.
La maggioranza comunque ha tenuto i suoi numeri quasi integralmente. Con l’eccezione del consigliere Domenico Strafaci, latitante sin dal primo momento, perché evidentemente non assecondato nelle sue aspettative. Oggi lo Strafaci potrebbe ritornare alla carica con maggiori probabilità di riuscita. La maggioranza numerica in consiglio va salvaguardata a tutti i costi!!!
E onestamente il costo è divenuto troppo alto per la nostra Città, sia in termini economici che in termini di dignità e correttezza politico-amministrativa. Non si sa mai con un assessore dimissionario e deluso, peraltro non disposto a rinunciare alla rendita di posizione conquistata nella complesso panorama politico locale.
Dicevamo che lo strappo odierno può essere una vera lacerazione, perché, a differenza del passato, il tempo ha mostrato in tutta la sua evidenza le gravi criticità di questa amministrazione comunale, incapace di governare il paese sprofondato in un baratro da cui non si uscirà facilmente. Non è un’affermazione retorica: con questa Amministrazione il futuro di Cariati è segnato, senza alcuna possibilità di crescita, condannata a pagare i danni e le spese di una pessima gestione, la peggiore di tutti i tempi.
Non a caso, solo pochi giorni fa, il Ministro dello Sviluppo Economico, Passera, parlando agli Stati Generali della Lega a Torino, ha sostenuto senza mezzi termini che occorre “commissariare sul serio le amministrazioni non virtuose per metterle a posto.”
Appalti sub iudice, uffici allo sbando, lavori pubblici alla deriva, finanziamenti perduti, debiti fuori bilancio alle stelle, azioni giudiziarie che costringono il Comune a subire pignoramenti con esborsi maggiorati di interessi, spese legali e quant’altro; edilizia ridotta ai minimi termini, per non dire, limitata solo a pochissimi privilegiati; urbanistica e piano strutturale in alto mare; piano spiaggia che ancora non vede la luce, nonostante l’avvicendamento, non certo chiaro e trasparente, dei tecnici progettisti; questione Sogefil che pesa non solo sulle casse comunali, ma sulla coscienza di chi non ha saputo o voluto tutelare gli interessi del Comune; rilievi della Corte dei conti sulla gestione dell’esercizio 2010 che non è affatto chiusa, con incognite che quanto prima verranno a galla e costituiranno veri e propri macigni sul nostro Comune, o meglio sui cittadini; bilancio di previsione esercizio 2012 di cui ancora neppure si parla.
E’ vero che il Governo centrale ha prorogato i termini al 31 di ottobre, ma è altrettanto vero che le problematiche di bilancio vanno discusse e impostate con anticipo, specie nella nostra situazione locale che presenta un deficit di decine di milioni di euro. O si pensa veramente di svendere tutto il patrimonio immobiliare per ripianare solo una parte dei guai commessi dalle due Amministrazioni guidate da Filippo Sero???????
Sia chiaro che anche vendendo tutti i beni del Comune, il ricavato non riuscirebbe a coprire l’enorme buco attualmente esistente nelle casse del Comune.
Tariffe IMU e regolamento non ancora approvati. I cittadini ad oggi non sanno quale importo dovranno pagare per la rata a saldo di dicembre.
Casse comunali vuote, con pignoramenti sempre pronti ad aggredire i fondi
comunali.
Si paga qualcosa sono con anticipazioni di tesoreria che comportano a sua volta esborsi di interessi passivi a carico del bilancio comunale. Strade dissestate e servizi pubblici inconsistenti. Non c’è un euro per sistemare una buca o cambiare una lampadina e si fa affidamento sulla buona fede di qualche fornitore che viene lusingato con la promessa di futuri lauti guadagni.
Insomma sono tutte questioni aperte come ferite sanguinanti che non potranno essere facilmente rimarginate. Ci chiediamo se sono queste le problematiche che hanno avuto il loro peso nella decisione di Sergio Salvati all’atto di firmare le sue dimissioni dalla carica di assessore ????? O c’è altro ????? Staremo a vedere!!!!!!!
Lo leggo dopo
Corrado Passera
Repubblica Blu