CARIATI FRIZIONE NELLA MAGGIORANZA: L'ASSESSORE DONNICI POTREBBE CHIEDERE LA TESTA DI UN DIRIGENTE





CARIATI – Pasquale Loiacono - Se la notizia fosse confermata, o non smentita, avrebbe del clamoroso: gli uomini di Alleanza nazionale, adesso, come è noto, confluiti nel Popolo della libertà, avrebbero esercitato pressioni sul loro assessore comunale all’urbanistica, Giuseppe Donnici, affinché questi si adoperi presso il sindaco socialista Filippo Giovanni Sero al fine di revocare il mandato di collaborazione di dirigente dell’ufficio urbanistico comunale, contratto ai tempi con un professionista del luogo, fra l’altro congiunto del presidente del consiglio comunale cariatese.
In buona sostanza, Donnici, ed è nelle sue prerogative, avrebbe puntato i piedi, quasi a dire: “Quel settore lo dirigo io ed è giusto che io mi scelga i miei collaboratori”.
Invero, che qualche sconvolgimento fosse nell’aria era chiaro, almeno negli ambienti più vicini all’esecutivo, da qualche settimana: nessuno, però, complici le elezioni provinciali ancora in corso, aveva potuto, o voluto, sbottonarsi più di tanto.
Ma sembra che la misura, adesso, sia colma, perché la notizia del prossimo “defenestramento” gira insistente in città.
In altre condizioni si tratterebbe di un normale avvicendamento, se non fosse per una sorta di “anomalia” ideologica che grava attorno alla questione: l’esecutivo civico è uno zibaldone eterogeneo, composto da assessori i quali, legittimamente, appartengono a schieramenti che spaziano da destra a sinistra.
Chiamatelo pure, se volete, “laboratorio politico”, ma è un fatto che nella tornata elettorale per le provinciali ben tre membri del consiglio comunale hanno corso per un seggio: uno, Leonardo Trento, socialista, presidente uscente del consiglio provinciale, sostenente Mario Oliverio, rieletto a furor di popolo; l’altro, il citato Giuseppe Donnici, importante tassello nella maggioranza che regge l’attuale governo locale, rappresentante del Pdl; un altro ancora, Antonio De Nardo, consigliere comunale di opposizione, che perorava la causa di Pino Gentile.
Come dire, guerra in famiglia e panni sporchi lavati e messi ad asciugare altrove: mai al sole.
Insomma, un minestrone elaborato e ricco che, pur se ognuno ha la pretesa di rappresentare aromi e verdure nobili, per essere saporito ha bisogno anche di qualche testa di cavolo: fra pochi giorni l’ardua sentenza.
E, forse, saranno dolori. Di pancia, s’intende.

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