Si guarda la pagliuzza negli occhi degli altri e ci si accorge della trave nel proprio occhio. Gratuite accuse del segretario aziendale della Uifl – Flp, ai colleghi di Cariati e Trebisacce
CARIATI – Gli infermieri in servizio presso l’ex ospedale “Cosentino” non hanno gradito le esternazioni del segretario aziendale della Uifl – Flp (settore ospedaliero) del centro spoke di Rossano (lo stabilimento ospedaliero “Giannattasio”).
Scrive Sapia che “dopo la riconversione degli Ospedali di Cariati e Trebisacce la situazione nel Pronto Soccorso del P.O. di Rossano è diventata sempre più insostenibile, il lavoro è aumentato e lo scenario che si prospetta, anche in vista dell’arrivo della stagione estiva, è apocalittico”.
Le prestazioni, scriveva il sindacalista, “sono aumentate in modo esponenziale. Non c’è giorno in cui gli infermieri e gli altri operatori del Pronto Soccorso lavorino in un clima di serenità e nel rispetto delle regole. La nuova riorganizzazione della sanità ionica, in cui i Pronto Soccorso dei di Cariati e Trebisacce sono stati trasformati in Punti di Primo Intervento, con la funzione di trattare e stabilizzare le emergenze e di avviarle con trasporto protetto, se bisognevoli di ricovero o di livelli assistenziali superiori, negli Ospedali Spoke di riferimento di Rossano e Corigliano (circolare emessa il 16/04/2012 firmata Dir. Gen. Scarpelli, Dir. San. Palumbo), come era prevedibile ha dirottato su questi ultimi un enorme numero di utenti, in quanto non si è ancora ben capita la funzione dei PPI, che ad ora fungono solo da “trasportatori” verso Rossano”.
Insomma, sintetizza Sapia, è necessario recuperare le risorse umane tra gli “imboscati” di Trebisacce e Cariati ove insiste un organico di 17 infermieri a fronte dei 18 del centro spoke di Rossano.
E se la coordinatrice infermieristica che negli ultimi giorni è stata inviata al Pronto Soccorso rossanese sarebbe, a parere del Sapia, “un comandante senza esercito”, gli infermieri di Cariati replicano stizziti: “Di comandanti, al centro spoke di Rossano ce ne sono pure troppi. E che questi siano tutti modello Schettino, è assodato”.
Gli “imboscati” ricordano al sindacalista che al Punto di primo intervento di Cariati gli infermieri “in servizio sono 10, e di questi 2 hanno limitazioni ed esenzioni dal servizio notturno e dalla pronta disponibilità. Altre 6 unità sono impiegate al 118”.
Il consiglio: “Faccia bene i conti, Sapia, e si chieda con quante unità si deve garantire il servizio di emergenza”.
Sempre a parere degli “imboscati”, a Rossano ci sono in organico 21 unità, tra cui due coordinatori, “alla faccia della revisione della spesa pubblica. Questo è uno spreco di risorse e di denaro pubblico, giacché a Rossano presso il Pronto Soccorso turnano il primario, 2 medici, 2 coordinatori, un triagista, 2 infermieri in sala, uno al 118, 2 ausiliari, un medico responsabile all’accettazione con il proprio ausiliario. Ed allora il dubbio che ci sorge è evidente: ma sono più i pazienti che si visitano o il personale?”
Summa: “Il vero problema non è la carenza di personale, ma la mancanza di posti letto nella ex Asl 3 di Rossano”.
Un’ultima nota, in questa vicenda, gli unici a non esprimersi sono stati i sindacati dell’ex presidio ospedaliero di Cariati.
Il loro silenzio vale come solidarietà ai colleghi di Rossano, oppure, perché del problema non gliene frega niente?
Peccato hanno perso una grande occasione per fare sentire la loro……. Voce!!!!!!!!