Adottiamo una tartaruga – mancano pochi giorni alla schiusa, c’è molta attesa nei turisti mentre il sito viene controllato 24 ore su 24


Le ultime disposizioni del il professor Antonio Minghozzi che ha visitato il sito nei giorni scorsi



CARIATI - Malattia tartarughe: bagnanti e residenti hanno ormai adottato il nido della Caretta caretta.
Che nessuno si avvicini alla covata e stiano attenti i numerosi turisti che godono dello splendido mare dinanzi al lido “Il Ritrovo”: il nido è controllato 24 ore su 24 dagli anziani del posto, tanto che uno di loro, il signor Rocco Montesanto, è stato investito della carica, difficile, di custode ufficiale del sito ove la tartaruga, il 20 giugno scorso, depose le uova.
Alla schiusa mancano pochi giorni ed il nido è controllato dagli esperti di biologia dell’Area Marina Protetta di Isola Capo Rizzuto.
L’altra sera è arrivato anche il professor Antonio Minghozzi, leader del team “Tarta care” dell’università della Calabria, un progetto che tende alla protezione della specie più a rischio d’estinzione, appunto la tartaruga marina.
Il docente ha stabilito di realizzare un “corridoio” preferenziale che dal nido va alla battigia (sono circa 13 metri) onde permettere ai neonati di raggiungere il loro ambiente naturale: il mare.
Poi sono state programmate una serie di iniziative “istituzionali” e doverose, come quelle di ridurre (ma non c’è bisogno, ndc) la pubblica illuminazione; evitare ai bagnanti di stazionare lungo l’asse tracciato e, come dire, mettere il silenziatore alle serate estive.
Insomma, dobbiamo fare in modo che le neonate tartarughine guadagnino il mare in maniera naturale.
L’evento della schiusa, che sarà preceduto da una sorta di impronta sulla sabbia a forma di imbuto, dovrebbe verificarsi, secondo vasta esperienza scientifica, nelle ore che precedono la notte ed anticipano l’alba.
Il professor Minghozzi, una delle massime autorità mondiali sul tema, ci spiega che solo una piccola parte delle neonate riuscirà a sopravvivere: “Di una nidiata di circa 150 uova, solo l’uno per cento dei nati raggiunge l’età adulta. Le cause di questa “mortalità” sono da ascrivere anche all’eccessiva antropoformizzazione, e cioè l’eccessiva presenza dell’uomo nei ritmi della natura”.
La Caretta caretta è fortemente minacciata ed al limite dell’estinzione, mentre certe persone, annoverabili nella specie umana, perseverano nella moltiplicazione.

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