Si interrompe la “il folle amore” tra in sindaco e il suo comunicatore


L’URP chiede la restituzione della macchina fotografica del cellulare e della “sim” (quante telefonate sulle spalle dei cittadini, ed io pago)



CARIATI – Sembra giunto al capolinea l’idillio fra il sindaco Filippo Giovanni Sero ed il suo comunicatore esterno Lenin Montesanto.
Un legame che per ben sei anni ha condizionato l’imformazione del “Palazzo”.
Informazione che, ha nascosto ai cittadini sempre la verità, la reale situazione politico-amministrativa dell’ente e che ogni qualvolta un qualsiasi organo di stampa sbugiardava il “Palazzo”, veniva contestato, vilipeso e ingiuriato, dileggiato.
Oggi siamo alla resa dei conti, i rapporti, sembra non essere quelli di una volta, i soldi sono finiti, i silenzi sono pesanti, rimane solo la parola del sindaco che, nonostante non ha in cassa un becco di un euro, continua a promettere e dare la speranza di una ripresa dei rapporti.
Sono stati sei anni di tarantelle, di cafè alla panna con cornetto e “scialamenti”, nonché di sperpero di denaro pubblico.
Il nostro sito, unico a contrastare l’arroganza della comunicazione del Palazzo, nel corso di questi anni ha subito mille attacchi, minacce, contestazioni.
Ieri, abbiamo resistito a non pubblicare i famosi “diritto di replica”, oggi, continueremo su questa strada convinti che il diritto di replica vuole essere solo una giustificazione alle tante bugie che si raccontano e che hanno “imbrogliato” i cariatesi, altrimenti, oggi il nostro Comune non sarebbe uno dei Comuni più indebitati d’Italia.
La notizia del divorzio tra il sindaco e il suo comunicatore, fa parte di un carteggio consistente, non ci siamo inventato nulla per cui, riteniamo doveroso da parte nostra informare i nostri lettori della fine del folle “amore” tra il sindaco ed il suo comunicatore.
In un corposo carteggio, principiato il 9 luglio scorso, intercorso tra l’Ufficio relazioni col pubblico del Comune e la società del Montesanto.
Ricapitoliamo: il 30 giugno termina il rapporto contrattuale, ed allora l’Urp chiede al Montesanto di restituire al Comune una scheda Sim aziendale ed una fotocamera digitale, con relativo cavalletto, a suo tempo consegnate per le attività di ufficio stampa.
Montesanto risponde e spiega che la collaborazione, “come da accordi col sindaco, sta proseguendo oltre la scadenza del rapporto contrattuale”.
Quindi, l’attrezzatura citata “continua ad essere strumentale all’attività della società”.
L’Urp, in risposta, sostiene che quanto affermato dal Montesanto “non è veritiero e lo “diifida a voler restituire allo scrivente Ufficio l’attrezzatura richiesta”, avvertendo che la mancata restituzione è “da ascrivere a vs. personale responsabilità penalmente perseguibile”.
Montesanto non s’arrende e replica precisando che l’Urp è “terzo ed estraneo alle conversazioni e agli accordi intercorsi tra questa società e l’amministrazione comunale”.
Ma c’è di più, perché la Montesanto s.a.s. sarebbe creditrice nei confronti del Comune di ben 13.300 Euro.
La telenovela continua e l’Urp “diffida la Montesanto s.a.s. da proseguire nella non autorizzata attività” e la invita nuovamente “ a restituire l’attrezzatura”.
La diffida, per Montesanto “è lapalissianamente destituita di ogni fondamento e obiettivo logico e cronologico” e, dopo una dotta e divertente disquisizione conclude rammentando “al solerte, competente, autorevole ed efficiente Urp”, che “gli strumenti digitali” hanno un valore commerciale di Euro 100, a fronte di un credito “di 13 mila e 900 Euro (è lievitato ,ndc) regolarmente e puntualmente riconosciuto dallo steso Urp”.
Il tenore della corrispondenza sale di livello e richiama addirittura concause di natura generale ed, addirittura, internazionale, e l’Urp addirittura assicura all’interlocutore “la consueta attenzione dell’Ufficio di ragioneria verso il pagamento delle spettanze vantate”.
Da ultimo, ma non abbiamo contezza documentale, abbiamo appreso che la Montesanto s.a.s. avrebbe proposto di continuare nella sua attività a titolo assolutamente gratuito.
Per amor di Patria, come si dice.
Alla prossima

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