Solo sul Ponte – Ospedale, scongiurato, per ora, la chiusura notturna del Pronto soccorso – il tentato golp del “dirigente” è fallito per la reazione di tutto il personale addetto
CARIATI – L’ex ospedale “Vittorio Cosentino” è più che mai nel caos rischia di chiudere anche quel H24 di primo intervento se non si riesce a garantire agli sfortunati sudditi di questa malinconica porzione di Calabria il poco che i signori della politica hanno lasciato alla sanità pubblica.
Infermieri e medici assenti per malattia (ed è paradossale che un medico non riesca a guarire se stesso) la quale coincide “stranamente – da alcune indiscrezioni, abbiamo appreso che, in una nota, un dirigente dello Spoke (il solito anglicismo per significare “ospedale di riferimento”) di Rossano – con la notifica di mobilità”.
In soldoni, manca il personale, il quale sembra svanito nel nulla, volatilizzato, sostanza evanescente introvabile, impalpabile, quasi un ectoplasma senza corpo né anima.
Sempre il dirigente in parola spiega in una comunicazione interna di essere stato addirittura costretto a “rifiutare sistematicamente le ferie al personale al fine di garantire la continuità assistenziale, 24 ore su 24, del Pet (118) e del Punto di primo intervento (ex Pronto soccorso, ndc)”.
Ma sarebbe in corso una sorta di “ammutinamento”, ed allo stato non sappiamo chi, tra i medici, veste i panni del secondo ufficiale Christian Fletcher e, tra i capi, quelli del comandante William Bligh.
Il fatto è che a subire le conseguenze di codesta “guerra intestina” è solo e sempre la povera gente, quella che è relegata oltre la soglia della povertà.
Il nostro dirigente scrive, in maniera oltremodo poco comprensibile: “”Non ho inteso richiamare presso l’ospedale di Rossano( nonostante la grave carenza) i dirigenti medici di Cariati a me assegnati per garantire e permettere un recupero di medici da altre unità soppresse e dal distretto di Cariati”.
E si lagna: “Constato che a distanza di mesi, nulla è successo. Anzi, la situazione si è aggravata per l’assenza di alcuni colleghi”.
Ed allora, il nostro dirigente, al quale raccomandiamo un ripasso dei fondamentali della lingua italiana, dopo aver “provato a cercare soluzioni”, è stato “costretto a riorganizzare il servizio con la presenza del medico nel solo turno diurno”.
Il 19 luglio scorso il dirigente si incontra con medici ed infermieri dell’ex ospedale e sembra, per il momento, che la riduzione dell’orario di lavoro del Ppi (da 24 a 12 ore) sia stata scongiurata.
Ma non c’è nulla per cui gioire, perché il nostro dirigente le avrebbe provate tutte, ma sarebbe finito diritto contro un muro di gomma.
E scrive, fra l’altro, che “per il ruolo strategico devo privilegiare la continuità del 118 e delle attività del presidio di Rossano; la disposizione di servizio della direzione generale, la quale prevede l’utilizzo dei medici di degenza a supporto del pronto soccorso viene, per buona parte, inevasa; i colleghi di Corigliano non sono in grado di garantire una turnazione a Rossano; a Rossano non si è nelle condizioni di garantiore la presenza in turno di almeno un medico titolare di pronto soccorso; non posso rifiutare ad oltranza le ferie non godute”.
Segue una serie di dettagli che è inutile riportare, perché almeno una cosa s’è capita: vuoi vedere che se la sanità pubblica del Basso Jonio è ridotta in stato comatoso e prossima al decesso la colpa non è tutta e solo dei politici?