Dialisi – Lo sfogo di Alfredo Genovese, sofferente e “ospite” del reparto Dialisi: “Chi soffre viene trattato come bestia”
Cariati - Riceviamo e pubblichiamo una nota del delegato ANED si Cariati Alfredo Genovese. Questa volta indignato più che mai per le proposte indecenti che qualcuno si permette di fare sulla pelle altrui. Tanto indignato e adirato da affermare: “Devo necessariamente fare un riferimento alla mia precedente lettera in quanto si denota come chi soffre viene trattato come bestia e nemmanco fatto degno di una risposta; mi riferisco alle autorità di governo, ecclesiastiche ed a quelle sanitarie, locali e prov.li.
Che tutti facciano opera di riflessione ed abbiano, non la bontà, ma la volontà di vergognarsi=.
Lasciamo a voi lettori del Ponte giudicare e commentare le considerazioni di Alfredo Genovese.
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Con stupore e delusione ho letto il comunicato stampa che la D.ssa T.C.
e con forte e dinamica decisione sto qui a scrivere di non condividere in modo categorico il mio coinvolgimento nella vicenda che da mesi vede interpreti lo stesso dirigente medico ed il personale infermieristico di Cariati. Tengo a precisare che nell’unico colloquio che ho avuto, per altro telefonico, mi sono dichiarato disponibile dietro esortazione della stessa, al fine di cercare di fare opera di persuasione con il personale onde raggiungere un accordo, cosa che ho puntualmente fatto. Il riferimento, inoltre, a ricorrere presso la Procura con l’invio degli atti, mi ha suggerito semplicemente una risposta molto semplice e normale ed esattamente: “Se ritiene opportuno agire in questa direzione, agisca come meglio crede.”
A me pare, pertanto, che queste mie due interferenze, non mi vedono come alleato ma soltanto come vettore di pacifica soluzione.
Ribadisco ancora una volta che la problematica denunciata dal dirigente medico non riguarda in alcun modo i pazienti, né tantomeno lo scrivente.
Inverosimile e sconcertante è stato leggere il periodo con il quale si fa riferimento al basso livello assistenziale nei confronti dei pazienti che fanno capo al CENTRO DIALISI DI CARIATI, e che torno a ribadire con tenacia e convincimento che tutto il personale medico nelle persone di tre eccellenti dottoresse e il personale infermieristico molto più di tanto specializzato, procedono giornalmente ed instancabilmente alla cura di tutti i pazienti per finire al gruppo degli ausiliari che abilmente contribuiscono a che tutte le necessità di ognuno siano soddisfatte.
Questa mia sicura considerazione non è dettata in alcun modo da amicizia o dai rapporti instaurati, ma da quanto ho potuto verificare di persona in altri centri Dialisi concludendo che sino ad ora Cariati resta il migliore centro Dialisi.
Mortificante e fuori luogo, infine, è aver letto la minaccia del terzultimo comma del predetto comunicato allorquando si fa cenno a proporre alla Direzione Sanitaria la chiusura del turno pomeridiano trasferendo i pazienti, circa 18, presso i centri della Provincia ( trascuriamo le distanze di centinaia di chilometri? E chi le andrebbe ad affrontare?)
Mi domando se ridere a squarciagola o se piangere chiedendomi ulteriormente quale potrebbe essere il Dirigente che andrebbe ad arrogarsi il diritto di decidere sulla vita degli altri.
Non credo che ciò si possa mai verificare e qualora una sola possibilità lo consentirebbe, stiano pur certi i fautori che il sottoscritto adotterà ogni e legale provvedimento di difesa.
Devo necessariamente fare un riferimento alla mia precedente lettera in quanto si denota come chi soffre viene trattato come bestia e nemmanco fatto degno di una risposta; mi riferisco alle autorità di governo, ecclesiastiche ed a quelle sanitarie, locali e prov.li.
Che tutti facciano opera di riflessione ed abbiano, non la bontà, ma la volontà di vergognarsi.
Cariati addì 11.07.2012
Geom. Alfredo Genovese
Delegato ANED CARIATI