Abbattuti gli alberi di acacia nella zona Pilè- Perché? L’ambiente va difeso e protetto e non distrutto
Cariati-Il costone collinare che scende gradatamente dalla zona Pilè fino alle prime case del rione Scoglio è stato brutalmente deturpato col taglio di almeno quattro alberi di acacia autoctona che facevano bella mostra del magnifico panorama che si può godere dalla salita di San Leonardo e dalla sottostante strada Provinciale con ampia vista sul porto da un lato e sulla Marina dall’altro sino a Fiumenicà e oltre.
Quegli alberi, da anni, costituivano un meraviglioso arredo naturale del contesto collinare su cui sorge maestoso il Centro storico avvolto dalla cinta muraria, che rende unico e prezioso il nostro paese. Ci vorrebbe una grande vena poetica per declamare tanta bellezza.
Ma, lasciamo la poesia per la quale non siamo attrezzati, e torniamo agli alberi tranciati alla base che hanno lasciato un “vuoto” nel costone della zona Pilè, vuoto non solo fisico, ma anche affettivo, senza voler esagerare. Chi ama veramente il proprio paese, conserva nel cuore i luoghi e i particolari che non si cancelleranno mai dai ricordi.
Nell’immensa letteratura delle “rimostranze”, quella degli alberi tagliati occupa un posto di tutto rispetto. In questa immensità vogliamo versare anche questa nostra rimostranza, che come una minuscola goccia d’acqua, si disperderà nel “mare magnum” della vita con tutte le sue contraddizioni, ma anche con tutte le bellezze che il Padre Eterno ci ha regalato.
Non ci perderemo a tentare di spiegare che gli alberi sono un arredo naturale che va coltivato e curato con amore, né diremo delle funzioni di salvaguardia ambientale che ogni forma di vegetazione svolge specie in un contesto collinare, soggetto a rischio idrogeologico.
Ricordiamo a noi stessi, per non dire a chi di dovere, che, alla base di uno strumento urbanistico serio non devono mancare le prescrizioni di vietare, in via cautelativa, ogni tipo di trasformazione dello stato dei luoghi che comprometta la conservazione degli elementi botanico-vegetazionali presenti nella zona.
Il discorso è ancora più impegnativo se si considera che nella zona, oltre agli alberi di acacia tranciati brutalmente, esiste una meravigliosa vegetazione mediterranea in via di estinzione (gli arbusti da noi chiamati “i scini”).
Ma così andiamo troppo lontano. Non ne vale la pena, ormai il fatto è fatto e nessuno ci farà caso. Neppure le Autorità preposte alla salvaguardia del territorio. Eppure le operazioni di “abbattimento selvaggio degli alberi” sono avvenute in pieno giorno. Non ci resta che dire al nostro amico Giuseppe, che ne ha fatto una vera malattia, di mettersi l’animo in pace.
Allora assessore Salvati, questa operazione, del taglio degli alberi di acacia, era programmata oppure è stata eseguita senza alcuna autorizzazione?
Possibile che nessuno degli amministratori, dell’uffio competente si è accorto di niente?
Se questi alberi davano fastidio a qualcuno bastava potarli, abbassare l’altezza senza tagliarli alla base.
Possibile che sotto gli occhi vigili del Palazzo, questo taglio selvaggio è passato inosservato.
Caro assessore, gli alberi sono parte integrante naturale dell’arredo urbano per cui vanno tutelati e protetti. Specie la macchia mediterranea.