Cariati adotta la “Caretta caretta”, la tartaruga che ha scelta la spiaggia di Cariati per deporre le uova, dopo aver scavato il proprio nido


Al momento non sappiamo se il nido sarà asportato, considerata l’alta densità di turisti che affolla quel tratto di spiaggia e che potrebbe rappresentare un reale pericolo per tutto il periodo di incubazione



CARIATI – Evento eccezionale ed affascinante l’altra sera, sulla spiaggia antistante il lido “Il Ritrovo”, sul lungomare Cristoforo Colombo.
Una “Caretta caretta”, la tartaruga comune, giunge sull’arenile, dove probabilmente è nata anni ed anni fa; scava il proprio nido e vi depone le uova (dai 200 ai 300, secondo gli studiosi).
Sono passate le 22 quando il signor Giuseppe Montesanto, che si sta godendo la brezza marina, nota la tartaruga intenta a costruire una buca.
Intanto, per l’inconsueto spettacolo, si radunano decine di persone ed intervengono immediatamente i militari della locale Guardia Costiera, agli ordini dell’esperto comandante Antonio Paparo, che invitano i curiosi ad allontanarsi e a limitare ogni rumore, proprio per non disturbare la caretta caretta la quale ha ricoperto le uova con cura per garantire una temperatura d'incubazione costante e per nascondere la loro presenza ai predatori. Completata l'operazione e visibilmente disorientata, la tartaruga – mamma è aiutata a far ritorno in mare, mentre il sito è opportunamente transennato.
Il periodo d’incubazione varia tra i 42 e i 65 giorni e, grazie a meccanismi non ancora chiariti, le uova si schiudono quasi tutte simultaneamente.
I piccoli, usciti dal guscio, impiegano dai due ai sette giorni per scavare lo strato di sabbia che sormonta il nido, raggiungere la superficie e dirigersi verso il mare.
Solo una piccola parte dei neonati riesce nell'impresa, cadendo spesso vittima dei predatori, tra cui l'uomo; di quelli che raggiungono il mare infine, solo una minima parte riesce a sopravvivere sino all'età adulta.
La “caretta caretta” è una specie ad alto rischio di estinzione, sicché ieri mattina sono arrivate sul posto due specialiste dell’Area marina Protetta di Isola di Capo Rizzuto che, dopo i rilievi del caso, hanno informato il docente Antonio Mingozzi, del Dipartimento di Ecologia presso l’Università della Calabria e coordinatore del progetto mirato “Tarta – care”, volto proprio a salvaguardare la specie che in Calabria sembra aver trovato il proprio habitat ideale.
Al momento non sappiamo se il nido sarà asportato, considerata l’alta densità di turisti che affolla quel tratto di spiaggia e che potrebbe rappresentare un reale pericolo per tutto il periodo di incubazione.
Gli esperti sono orientati, proprio al fine di non interrompere il fragile equilibrio dello sviluppo naturale, a non spostare il sito della covata, e comunque l’ultima parola spetta al citato professor Mingozzi.
Intanto il caso ha suscitato l’interesse di tutta la comunità, decisa ad “adottare”, fino alla nascita, la splendida nidiata.
E qualcuno ha già battezzato la spiaggia: “Il lido delle tartarughe”.

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