Discarica – Richiesta dei Comitati all’assessore all’ambiente di prendere una chiara posizione e la revoca immediata dell’autorizzazione per la discarica di Scala Coeli
Cariati - Il Comitato Anti-Discarica - Scala Coeli, l’Associazione Le Lampare – Cariati e il Movimento Terra e Popolo – Rossano sul problema della discarica non mollano.
Mentre il Comitato dei sindaci, a quanto sembra, dopo l’ordinanza del sindaco di Scala Coeli, (sembra che il Comitato antidiscarica di Scala Coeli, si sia dissociato dall’approvare qull’ordinanza perché non essere esaustiva), essere soddisfatto e contento, come a dire il nostro dovere lo abbiamo fatto.
Non è così invece per i “non politici” dei tre Comitati, che chiedono a gran voce l’immediata revoca della autorizzazione per la discarica di contrada Pipino e richiamano la Regione Calabria a non guardare all’indietro.
Di seguito riportiamo il comunicato stampa diramato nella giornata di oggi e diffuso su rete regionale
Comunicato Stampa Regionale
L'Ordinanza del Sindaco di Scala Coeli, datata 5 Aprile, obbliga la ditta proprietaria della discarica a sgomberare le aree impropriamente occupate, tra cui parte della strada comunale, ed a demolire le opere realizzate su di esse.
Un'ordinanza che si aggiunge alle tonnellate di documenti che i comitati cittadini e le istituzioni locali hanno prodotto, i quali certificano le decine di irregolarità su cui regge l'impianto autorizzativo della improbabile discarica di Scala Coeli.
L'Assessorato Regionale all'Ambiente, mentre attesta la propria incapacità gestionale implorando il Governo di rinnovare lo scandaloso Commissariamento all'Emergenza Rifiuti, non può più esimersi dal prendere una posizione sullo scempio della Valle del Nicà: l'autorizzazione per la discarica va revocata immediatamente e definitivamente.
Si tratta di un atto dovuto, non solo da un punto di vista strettamente tecnico e giudiziario, ma soprattutto da un punto di vista politico: il ciclo dei rifiuti calabrese è una catastrofe pronta ad abbattersi ogni tre mesi sulle comunità e sui territori, un ciclo dei rifiuti che ha divorato miliardi di soldi pubblici e centinaia di chilometri quadrati di territorio, danneggiando l'economia e la salute dei calabresi. Un ciclo dei rifiuti, basato su inutili e costose discariche per lo più private, su cui va scritta la parola fine.
Inoltre il business dei rifiuti speciali sta trasformando la nostra terra nell'approdo preferito di speculatori che, per quattro soldi, portano veleni dal nord al sud: ricordiamo che la Calabria importa ogni anno tonnellate di rifiuti speciali.
Lo scandaloso commissariamento dietro cui la politica spera di nascondersi ancora per sistemare aziende amiche alle spalle dei cittadini non regge più: i territori non permetteranno più speculazioni di ditte con il favore di onorevoli o misure d'emergenza. Quest'estate, quando ritornerà per l'ennesima volta la monnezza ai bordi delle strade, questa sarà l'immagine di un fallimento, e non il pretesto per rifilare nuove discariche.
Un passaggio della Commissione d'Inchiesta sulla monnezza nostrana parla di "concreta sensazione di impunibilità da parte di enti e aziende colluse", facendo riferimento al lavoro delle procure regionali.
Noi, come cittadini, prima ancora delle procure ci aspettiamo le risposte delle istituzioni pubbliche: vista la documentazione tecnica e la chiara volontà politica del territorio, non è possibile prendere altra decisione se non la revoca definitiva della discarica.
In caso contrario vi è il serio rischio di dover considerare gli enti competenti come parte di quella collusione su cui relaziona dettagliatamente la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Calabria.
Comitato Anti-Discarica - Scala Coeli
Associazione Le Lampare - Cariati
Movimento Terra e Popolo - Rossano