Cariati ricorda suor Elena Bovenzi, missionaria in terra africana
La religiosa nei primi anni ’80 svolse il suo apostolato nel locale Centro delle suore di Santa Gemma
Cariati - Maria Scor piniti - Un modello di vita consacrata, dedicata ai fratelli più poveri dell’Africa. Così è stata ricordata a Cariati, nei giorni scorsi, suor Elena Bovenzi, la missionaria della congregazione delle sorelle di Santa Gemma che, prima di Natale, è ritornata alla casa del Padre. Nella cappella del Centro Missionario c’erano tantissimi giovani, gli stessi che la suora aveva accolto ed educato, con infinita dolcezza e allegria, nei primi anni ’80 nella scuola materna e negli incontri di catechesi. Nel corso della messa officiata dal parroco don Mosè Cariati, sono state lette alcune testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta ed amata in terra africana, che ne hanno delineato il ritratto di una gentile e disponibile, continuamente indaffarata a rimboccarsi le maniche per migliorare le condizioni dei ragazzi africani. Un volontario del centro di Bukavu scrive: “Appena cominciammo a lavorare allo scavo della biologica lei era lì, pronta con la pala in mano”, e un altro descrive il grande amore della suora verso i bambini, in Tanganika, e il rammarico di dover tornare in Italia per motivi di salute: “Non posso non pensare a lei come a una madre, anzi, una mamma e la sua stessa forza nell’accogliere il peggiore dei doni mi trasmette serenità, ma come lei temo la debolezza dei cuori e le derive dell’ignoranza”. “Ho incontrato suor Elena a Bujumbura - racconta ancora Marco, un altro cooperante - ho vissuto momenti duri in Africa e in lei ho sempre trovato un appoggio fondamentale; in questi giorni – continua- ho pensato subito al piccolo Ghilet, a Espoir, a Mafin e agli innumerevoli ragazzi che si aggrappavano a lei, mi sono sentito perso e spaesato, ma penso che lei non voglia ciò, mi ha insegnato molto e mi ha trasmesso i suoi valori”. Infine, la toccante testimonianza di Giovanni: “Un lungo elenco di ragazzi e ragazze ricorderanno una piccola suora dagli occhi azzurri che, malgrado il progredire della malattia, questa estate ha voluto venire ancora con noi in Congo per vedere, abbracciare, coccolare i suoi bambini”. Si potrebbe continuare ancora con Rosa, Margherita, Massimo … Suor Elena Bovenzi era nata a Calvi Risorta (Caserta) nel 1951; entrata a far parte giovanissima della congregazione “Sorelle di S. Gemma Galgani” del suo paese, il 28 agosto 1978 ha professato i voti perpetui nella Cattedrale di S. Martino in Lucca. Ha compiuto esperienze apostoliche in diverse comunità, fermandosi anche a Crotone e a Cariati, dove si è dedicata in modo particolare alla catechesi e alla pastorale giovanile. Nel 1989 è partita per la “missione ad gentes” in Congo; rientrata alla Casa Madre di Lucca per problemi di salute, ha ricoperto il ruolo di vice-maestra nella formazione delle giovani fino al 1994, anno in cui è stata eletta Consigliera della Congregazione. Successivamente, ha aperto una comunità in Costa d’Avorio con suor Maria Pia e, poi, si è portata ancora in Congo. È stato, questo viaggio, l’ultimo capitolo della sua vita scritta quasi tutta in terra africana in mezzo a volti, sguardi e storie di minori in difficoltà dai quali si è congedata con grande fatica lo scorso mese di maggio, quando la salute l’ha costretta a riprendere il volo per l’Italia. Sia a Bukavu che a Kavimvira si è adoperata collaborando al progetto “Amis de Jesus”, per il recupero e l’accoglienza dei ragazzi della strada e degli orfani, vigilando anche sui minori sostenuti con l’adozione a distanza. Alla sua comunità, e a tutte le persone che ha incontrato nella sua vita, lascia un meraviglioso testamento spirituale in cui, tra le altre cose, afferma: “Molte volte mi sento come una cornice di un quadro, sento che sono utile solo per dare valore a qualcosa che è molto più importante di me”. Nel suo profilo Facebook, si legge: “Io amo i fiori, i colori e il sorriso che si dona”.