Lo sfogo di un medico di base, Isidoro Vaglico – Ospedale “Ci vuole tanta inettitudine da parte degli amministratori del territorio per fare passare nel più totale silenzio la chiusura dell’Ospedale di Cariati. Quasi non importasse a nessuno”
Nel suo sfogo il dott. Vaglico non risparmia la Regione, l’ASP provinciale, i medici di base, i cittadini (pazienti)
Riceviamo e pubblichiamo
Si prova tanta delusione nel vedere che, mentre altrove in Calabria si lotta a difesa dei propri Ospedali, da noi tutto tace, come se la chiusura dell’Ospedale di Cariati non importasse a nessuno aspettando passivamente il pronunciamento del TAR a dicembre.
Eppure chiuderà un Ospedale che ha servito per circa 35 anni con grande professionalità ed umanità un territorio fra i più disagiati della Calabria, il nostro appunto. Si pensi a Bocchigliero o Campana, il paese in cui vivo ed opero, che dista circa 1 ora di curve estenuanti da Cariati, c’è tanto tempo per morire nell’attesa di soccorsi “avanzati”, soprattutto nel periodo invernale.
Ma questo in un’ottica di risanamento di bilanci non importa. L’importante è che stiano bene i più meritevoli cittadini di Reggio Calabria o comunque dei grossi centri, che oggi si spartiscono a tavolino il futuro della sanità del nostro territorio, dimenticandosi che esiste anche una periferia, completamente abbandonata.
L’Ospedale di Cariati, prima che subisse le mutilazioni attuali, era il nostro punto di riferimento, dove trovavi le porte sempre spalancate per le necessità sia mediche che chirurgiche dei pazienti. Certo un piccolo ospedale di zona, senza grandi pretese, che andava potenziato, migliorato, non certo smantellato. Ciò ci faceva sentire tranquilli nel nostro lavoro quotidiano, ma ci è stato tolto.
Ci vuole una bella dose di cinismo per fare simili operazioni di sciacallaggio nei confronti della nostra gente, alla quale è stato sempre negato ogni diritto civile e alla quale oggi si scippa anche quel minimo vitale che aveva.
Soprattutto, però, ci vuole tanta inettitudine da parte degli amministratori del territorio per fare passare nel più totale silenzio simili carognate, in barba all’art. 32 della Costituzione che sulla Carta garantisce l’equa tutela del diritto alla salute per tutti, con dei LEA che il SSN prevede su tutto il territorio nazionale.
La gente del Savuto lotta per una giusta causa, con in testa i loro instancabili e determinati sindaci, consapevoli di giocare una partita importante, che può valere la vita.
Dove sono i nostri sindaci, le prime autorità sanitarie del territorio?
Cosa fa la gente che quotidianamente riempie i nostri ambulatori?
A chi spetta il compito di fare sentire la voce e le ragioni anche del nostro territorio?
Stranamente non si vede nessuno e non si sente nulla. In giro vedi solo apatia e rassegnazione, salvo poi a gridare a gran voce contro la presunta malasanità, che stante questa situazione, può toccare ciascuno di noi.
E allora penso che la colpa di tanta apatia e lassismo in parte sia anche mia e dei miei colleghi medici di base che, sbagliando abbiamo fatto del nostro lavoro, non una professione, bensì una missione ed ottenendo questi “brillanti”risultati.
Noi medici di base che abbiamo operato sempre oltre il dovuto, pronti ad intervenire sulle tante carenze di un territorio abbandonato. Medici sempre in servizio, senza orari, senza una vita privata, con le porte dei nostri ambulatori e delle nostre case sempre aperte, con cellulari sempre attivi, vestendo all’occorrenza la divisa da infermieri, da medici di PS o del 118, e soprattutto assumendoci responsabilità che vanno molto ma molto oltre le regole della Convenzione di Medicina Generale. Tutto affidato a questo superman della sanità locale. Altrove(sempre in Italia) non è così.
Con siffatti medici, di cosa ci si deve preoccupare se chiude un Ospedale? C’è sempre chi ti dà una risposta, pronto ad intervenire, che non dice mai no a nessuno.
Il tutto per 38 euro l’anno ad assistito.
E nell’attesa che arrivi qualcuno a tutelare questo territorio e quindi anche me, perché sono anch’io un utente di questa sanità scalcinata, per la quale pago le tasse con le stesse aliquote del mio collega medico leghista della Padania, con la differenza che lui gode di tutti i diritti civili, mentre io continuo ad essere un parassita del Sud, spero che almeno i medici del nostro territorio escano dall’isolamento dei propri ambulatori e insieme tentino di ridare dignità ad una professione nobile, ma svilita da squallidi interessi elettoralistici, applicando le regole della Convenzione, perché la gente sappia se deve ringraziarci o biasimarci. E resto fermamente convinto che se la sanità del Sud tiene ancora, è anche grazie al lavoro scrupoloso e capillare di tanti medici di base come me, che sono stati e sono una vera valvola di sfogo.
Speriamo che questa valvola continui ancora a funzionare con medici sempre tolleranti e disponibili, diversamente, altro che intasamento dei reparti ed esplosione dei PS, sarà l’implosione dell’intero sistema sanitario calabrese.
Campana 06/09/2011 Isidoro Vaglico.