Appello del Ponteonline - L’Ospedale non può morire. Battiamo tutte le strade, anche quella giudiziaria per fermare il Commissario ad acta!
il TAR dell’Abruzzo ha annullato la deliberazione del piano sanitario di rientro di quella Regione, che prevedeva, tra l’altro, la chiusura di alcuni ospedali
di Nicola Sero
Bisogna che i Cittadini, le Associazioni, le Parti sociali, i Partiti, le Maestranze, le Istituzioni del vasto territorio Cariatese affilino le armi della democrazia, compresa la via giudiziaria, per contrastare il piano sanitario “Scopelitti”. La logica del Commissario ad acta di “chiudere” strutture, anche, di eccellenza, facendo versare alle popolazioni interessate lacrime e sangue, pur di fare cassa, va respinta al mittente. Si organizzi, sin da subito, un pool di avvocati, sostenuti da tutti, al fine di preparare un articolato ricorso al TAR contro la soppressione del nostro nosocomio. Ritengo opportuno, oltre che assolutamente necessario, ricorrere al Giudice amministrativo, perché la sciagurata decisione del governo Berlusconi, che il piano di rientro ce lo ha imposto, diventi un’occasione di civile impegno per pretendere un nostro diritto inalienabile e dire no alle politiche del duo Berlusconi-Bossi, sostenuto in Calabria da un favoreggiatore di riguardo: Il remissivo Commissario.
All'ombra del nostro Ospedale, che Il Commissario Scopelliti ha posto sul viale del tramonto, non tollereremo che siano tirati su poliambulatori, case della salute e residenze per anziani. Loschi figuri già pensano di piegare ai propri interessi la struttura del “Cosentino”, magari a costo zero, per iniziative pseudo-sociali, appena il nosocomio sarà smantellato! La delusione dei Calabresi e la rabbia dei cittadini del nostro territorio, è che il Presidente della Giunta regionale, convocato a Roma, ha indossato la divisa del semplice contabile ed è tornato nella sua terra con la sola esasperata preoccupazione di far quadrare i conti della propria bottega. Che fare? Subiamo aspettando che dall’alto qualcuno ci aiuti? Io credo fermamente nel principio che l’uomo è “artefix” della propria storia! Facciamo in modo che la nostra storia la scriviamo, finalmente, noi. Non lasciamo il foglio bianco e la matita ad altri, potrebbero manipolarla!
Ultimamente, per esempio, il TAR dell’Abruzzo ha annullato la deliberazione del piano sanitario di rientro di quella Regione, che prevedeva, tra l’altro, la chiusura di alcuni ospedali. Una decisione politica in totale difformità della normativa vigente. A parere di quel Tribunale, infatti, “non può avvenire la chiusura ( di un qualsiasi ospedale) senza prima aver garantito l’attivazione di servizi adeguati per garantire agli utenti un’assistenza alternativa… Non si vede come – si legge ancora nella sentenza – possa legittimamente procedersi ad una riconversione-soppressione con conseguenze che potrebbero apparire addirittura beffarde per la comunità di riferimento…” se non vengono assicurati ai cittadini gli standard sanitari voluti dalla nostra Carta costituzionale e ripresi dal legislatore con leggi ordinarie.
In buona sostanza, il Magistrato amministrativo Abruzzese ha richiamato nella sentenza i cosiddetti Livelli essenziali di assistenza (LEA) che, come sappiamo, sono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Con la chiusura dell’ospedale di Cariati le comunità di Terravecchia, Scala Coeli, Campana, Mandatoriccio, Caloveto Calopezati, Mirto, e i comuni limitrofi del Crotonese, Crucoli, Torretta di Crucoli, Cirò e Cirò Marina non avrebbero più garantito l’essenziale assistenza che la legge deve, invece, assicurare a tutti.
Il dispositivo della sentenza del Tar Abruzzo, parzialmente riportato, è quanto mai importante ed offre interessanti spunti di riflessioni. Il Tar della Calabria, opportunamente adito, dunque, potrebbe annullare la perversa filosofia ragionieristica che ha ispirato il piano sanitario di rientro, voluto da Scopelliti. Fa rabbia che in un Paese civile dobbiamo rivendicare i nostri diritti cocciutamente “scippatoci”. Se vogliamo, però, restituire all’ottimo Ospedale “Vittorio Cosentino” la sua vitale funzione e la sua preziosa dignità sanitaria, rese per decenni alle nostre popolazioni di oltre centomila anime, che raddoppiano nella stagione turistica, non possiamo rimanere alla finestra. Cariati e il suo hinterland non si possono permettere di guardare, inebetiti, dal colle dell’Aventino, lo smantellamento definitivo del servizio! Lottare contro le illegalità per la difesa dei diritti è un “imperativo categorico”, Immanuel Kant a parte!
di seguito la sentenza del TAR dell'Abbruzzo
Una sentenza che fa discutere. Anche quella Regione è commissariata
Calabria come l’Abruzzo?
Il Tar dichiara illegittima la chiusura di alcuni ospedali
di BRUNO VELLONE
SERRA SANBRUNO - Com'era avvenuto, per l'Ospedale di Guardiagrele, anche
per quello di Casoli (Chieti), il Tar dell'Abruzzo, nei giorni scorsi ha dichiarato illegittima la chiusura disposta per il prossimo 31 agosto, dal commissario Gianni Chiodi, nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera della regione. Cosa è successo? La sentenza del TAR Abruzzo del 17 maggio2011, di fatto ha annullato parti di tre delibere attuative il piano di rientro sanitario della regione e contestualmente solleva il problema dei “poteri” dei commissari ad acta e delle garanzie per i cittadini di ricevere l'assistenza sanitaria previste nei LEA. La massima giurisprudenziale che costituisce un precedente potrebbe avere conseguenze in tutte le regioni. Il ricorso era stato presentato dal Comune
di Guardiagrele e da un comitato di cittadini, in particolare contro la chiusura dell'ospedale locale, disposto dal Commissario ad acta dell'Abruzzo (il Presidente della Giunta Regionale, affiancato dal sub commissario) nell'ambito del piano di riordino della rete ospedaliera, a sua volta parte del Programma operativo 2010. Le motivazioni dell'annullamento deciso dal TAR: sono intanto di metodo e cioè le delibere in questione, a parere del TAR, sono state assunte in violazione o in deroga a leggi regionali in vigore e mai modificate o abrogate dagli organi politici regionali competenti. Ma la cosa che più importa è la questione di merito, infatti sempre a parere del TAR, le delibere impugnatesi limitano a disporre la chiusura dell'ospedale, senza prima aver garantito l'attivazione di servizi per offrire n'adeguata assistenza in luogo di quella offerta all'ospedale in questione (o tramite lo stesso “con misure atte a ripristinarne l'efficienza e l'economicità”). Anzi, si legge nella sentenza: “non si vede come, pur data per condivisa la caduta di efficienza del nosocomio guardiense - possa legittimamente procedersi ad una sua iconversione-soppressione, (…) con conseguenze che potrebbero peraltro apparire addirittura beffarde per la comunità di riferimento, la quale, già penalizzata da standards scadenti, poteva legittimamente confidare in ben diverse iniziative di effettivo risanamento (e non di mero razionamento)”. Ora sulla sentenza è atteso il pronunciamento del Consiglio di Stato. Qual è il significato della pronuncia?
La sentenza del TAR Abruzzo sottolinea come per risanare bisogna riorganizzare e riqualificare i servizi, non semplicemente tagliarli; offrendo contestualmente, al posto di quelli giudicati inappropriati, servizi alternativi, con una riconversione mirata ai bisogni di assistenza del territorio che non devono essere assolutamente soppressi. Cosa succede nel vibonese? Potrebbe accadere che visto i due precedenti del tar dell'Abruzzo, le delibere 940/CS e 941/CS del 28 luglio della Commissione Straordinaria che regge l'Asp di Vibo Valentia e che di fatto applicano il decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 18 del 22 ottobre 2010, potrebbero essere dichiarate illegittime qualora per esempio il comune di Serra San Bruno le impugnasse davanti al Tar della Calabria proprio perché le due delibere chiudono o riconvertono l'ospedale di Serra senza tenere conto dei servizi che devono essere necessariamente garantiti ai cittadini del territorio. A questo punto però si pone un problema politico se le due delibere sarebbero dichiarate illegittime ad essere messo in discussione sarebbe anche l'intero assetto del piano sanitario di rientro
messo in campo dal Commissario ad acta Giuseppe Scopelliti. Il piano infatti proprio in questi giorni sta trovando applicazione e suscitando molti malumori e proteste da parte di un popolo sempre più martoriato e sempre meno tutelato.
Gianni Chiodi