Operazione “Pitbull” – Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni degli avv. Filomena Greco e Giuseppe Labonia, in merito alla vicenda degli arresti e alle scarcerazioni dell’operazione “Pitbull”




Egr. Direttore,
Le scriviamo in merito alla cd. operazione “Pitbull”, che ha visto coinvolti numerosi soggetti della nostra piccola comunità per ringraziarLa, a nome anche del nostro assistito, del tatto con il quale ha trattato l’intera vicenda.
Anche se la nostra cultura ci impone di attendere l’esito del processo che, siamo certi, dimostrerà la totale estraneità del nostro assistito al fatto contestatogli, scriviamo unicamente per fare insieme a Lei, ed a coloro che ci leggono, delle brevi riflessioni.
Viviamo in un Paese che ci risulta essere ancora garantista! Al riguardo vorremmo sottolineare come il potere-dovere di raccontare e diffondere, con qualsiasi mezzo, notizie quale espressione del diritto di libertà di informazione, incontra dei limiti in altri, ancora più importanti, diritti e interessi fondamentali che toccano la sfera personale dell’individuo, quali l’onore e la reputazione, diritti costituzionalmente protetti dagli artt. 2 e 3 Cost. da confrontare, in materia di cronaca giudiziaria, con il fondamentale principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza sancito dall’art. 27 Cost..
Anche in questa occasione come in molte altre, avvenute a livello sia regionale sia nazionale, non possiamo avallare l'utilizzo della spettacolarizzazione degli arresti che sembra oramai far parte di una strategia finalizzata a sottoporre ad una vera e propria gogna mediatica, ed infliggere così una accessoria pena sociale, a colui che si trova a subire un arresto.
Negli ultimi tempi accade, infatti, frequentemente che misure cautelari quale l’arresto, non solo siano da sùbito revocate per mancanza dei presupposti necessari per la loro applicazione (artt. 273-275 c.p.p.), ma (cosa ben più grave) che l’applicazione di tali provvedimenti cautelari sia definitivamente sconfessata da sentenze di assoluzione che, però, non riescono a riabilitare totalmente i soggetti coinvolti, i quali non si vedranno mai restituite l’integrità della loro vita precedente. Nessuno di loro potrà mai ottenere un reale risarcimento per la lesione della loro immagine ed integrità morale oltre che per il dolore provocato e la serenità rubata, non solo a loro stessi, ma anche a tutti coloro che ne hanno stima ed affetto.
E’ ormai di moda la stesura delle cosiddette “sentenze preventive” operata dai mass media i quali ricercano solo la notizia sensazionale corredandola di “titoloni e prime pagine”, salvo poi non dare il giusto risalto alle fasi successive di un procedimento che, molto spesso, capovolgono il quadro inizialmente prospettato. Il diritto di cronaca è sacrosanto, ma occorre adoperare lo stesso “metro”!
Confidiamo, invece, nella Giustizia e nel lavoro delle Forze dell’Ordine, che sappiamo essere difficile in un territorio come il nostro, dove ognuno può trovarsi coinvolto ed essere travolto solo per una semplice telefonata, dimenticata nella notte dei tempi.
Essere Giudici conferisce il grande Onore, ma anche il gravoso Onere, di dover giudicare un altro essere umano, incidendo su quello che è comunemente ritenuto il bene più prezioso: la libertà.
E’ vero che nessuno può arrogarsi il diritto di giudicare un suo simile, ma in una Società Civile e in uno Stato di Diritto, basato su delle regole, giuste o sbagliate che siano, è necessario che qualcuno svolga questo compito, e questo qualcuno ci si augura sia un soggetto capace di adempiere ad una funzione altissima quale è quella di Giudicare. Qualcuno che abbia non solo la conoscenza delle leggi, ma soprattutto la capacità di intendere la realtà che lo circonda, di inserire i fatti nel contesto in cui si sono verificati, di valutare la personalità del soggetto – indagato e\o imputato, ed infine, con la massima serenità, ma anche con il massimo scrupolo, Giudicare. E’ questo il Giudice che, come avvocati, ci auguriamo di incontrare sempre sul nostro cammino!
Ci consenta, inoltre, di ringraziare per la loro umanità e comprensione tutti quanti, lontani dalla morbosità di sapere, hanno, guardando con occhi sereni, inteso.
Un grazie ancora a Lei ed a tutti coloro che come Lei hanno trattato, e continuano a trattare, argomenti così importanti per la vita delle persone coinvolte, con grande sensibilità.
Filomena Greco e Giuseppe Labonia

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