Il nostro monito sul rispetto della stabilità,trova riscontro nel decreto legislativo del Consiglio dei ministri che punisce i “trasgressori” con la incandidabilità per 10 anni a sanzioni pecuniarie


I nostri amministratori hanno rispettato le disposizioni di legge?



Cariati – Cataldo De Nardo - Sul sito web de IL PONTE di qualche giorno fa si leggeva : “Patto di stabilità con il diavolo o con le poltrone? Amministratore avvisato mezzo salvato”
Ebbene il Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 luglio 2011 ha approvato il decreto legislativo “Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a Regioni, Province e Comuni a norma degli articoli 2 , 17 e 26 della legge 5/5/2009, n. 42”, quasi a voler rimarcare il monito lanciato dalla Redazione de Il Ponte.
Nel testo del citato provvedimento legislativo infatti vengono decretati, tra l’altro, sanzioni per chi non rispetta il patto di stabilità (già a partire dal 2010).
Le sanzioni sono abbastanza pesanti :
taglio dei trasferimenti che lo Stato concede ai Comuni;
taglio del 30 % a indennità e gettoni;
stretta sulla spesa corrente, blocco di indebitamento e assunzioni;
INCANDIDABILITA’ per 10 anni per gli amministratori condannati dalla Corte dei Conti su fatti intervenuti nei cinque anni precedenti il dissesto;
incompatibilità decennale per i revisori colpevoli di mancato o ritardato allarme in un ente andato in dissesto.
Al complesso mosaico del federalismo fiscale si aggiunge ora questo nuovo tassello delle sanzioni per la responsabilità politica degli amministratori locali superficiali che determinano una situazione di default nella gestione economica del proprio ente .
Le sanzioni a carico degli amministratori possono anche non interessarci, ma quelle che producono tagli alle entrate del Comune in conto trasferimenti dello stato, questo sì che ci preoccupa.
Le risorse del Comune, già oggi risicate, sarebbero ulteriormente ridimensionate con la conseguenza che dovranno essere i cittadini a pagarne lo scotto non solo in termini di tributi più pesanti ma anche in termini di riduzione dei servizi e paralisi degli investimenti.
L’allarme che si cerca di lanciare non è una mera fantasia di chi non è schierato con l’attuale amministrazione comunale, ma vuole essere una voce responsabile che ha a cuore il proprio paese (senza alcun riferimento a Cariati nel Cuore).
Arriverà prima o poi il momento in cui la Corte dei conti si accorgerà che il rispetto del patto di stabilità dipende da errate contabilizzazioni, per esempio dal rigonfiamento degli accertamenti in entrata, o da altre manovre elusive. Allora scatteranno le sanzioni che prevedono la nullità di tutti gli atti elusivi del patto e anche le sanzioni fino a 10 volte l’indennità mensile per gli amministratori e fino a tre mesi di retribuzione per i responsabili dei servizi finanziari., oltre quelle di cui al recentissimo decreto legislativo del 28 luglio 2011.
A tale proposito si richiamano le linee guida per gli Organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali, dettate con deliberazione della Corte dei Conti del 29/4/2011, dove, tra l’altro, si sollecita l’organo comunale di revisione a segnalare quelle gravi irregolarità che mettono “in forse l’equilibrio di bilancio” sì “da non consentire all’Ente di concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali della finanza pubblica”.
Nelle stesse linee guida si fa rilevare che “tale verifica può essere efficacemente svolta solo attraverso controlli che agiscano all’interno del singolo ente. Attraverso un rapporto diretto con gli organi di controllo interno, finalizzato a svolgere accertamenti generalizzati in ordine al rispetto delle norme contabili poste a garanzia degli equilibri di bilancio”.
Non è un mistero che nel bilancio consuntivo del Comune di Cariati, che si andrà ad approvare tra qualche giorno, troppe cifre sono iscritte senza cognizione di causa e senza alcuna pezza giustificativa o titolo giuridico che ne legittimi l’esistenza o la consistenza.
Questo costituisce una macroscopica violazione degli equilibri di bilancio, che prelude a quella situazione di default economico e finanziario che nessuno di noi vorrebbe per il nostro Comune. Non vogliamo essere assolutamente profeti di sciagura, ma allorchè si continua ad assistere ad una lunga e consistente girandola di impegni di spese, molte voluttuarie, con esoso dispendio di denaro pubblico e senza alcuna ricaduta concreta per la collettività, non c’è alcunchè da sperare.
.



x