Quanto è difficile raggiungere l’obiettivo del cambiamento, se lo chiede Nicola SEro nella nota che ha inviato al nostro direttore
Cariati - Nicola, come al solito, la tua riflessione è piena di contenuti e deve far riflettere tutti, nessuno escluso: politici e non, intellettuali, giovani, cittadini.
Da quanto tempo, insieme, su queste pagine abbiamo predicato il cambiamento.
Quante volte, sicuri di aver contribuito a realizzare il cambiamento, siamo stati “traditi” da chi è salito al Palazzo del “potere”.
Purtroppo, questa volta hanno perso, soprattutto, i cariatesi che non hanno approfittato dell’occasione importante Oggi, ancora una volta, siamo costretti a parlare del mancato cambiamento.
Eppure, nonostante tutto, il 64% dei Cariatesi ha detto no a quanti hanno messo sul lastrico il Paese che riapre i battenti amministrativi con oltre otto milioni di euro, di tanto si legge nella delibera del conto consuntivo.
Forse, anzi certamente, è mancato il coraggio, o forse, non si è voluto trovare uno spiraglio per creare qualcosa di costruttivo per tentare di operare un cambiamento serio ed importante.
Tu sai come la penso in merito, per quanti non sanno o non ricordano, abbiamo, attraverso le pagine del ponte, combattuto battaglie di grande spessore politico e di civiltà raggiungendo anche traguardi importanti sia in politica che dal punto di vista culturale e sociale.
Certamente saprai che questa nuova amministrazione con un regolamento capestro ha messo o meglio, pensa di mettere il bavaglio alla stampa libera. Sono convito che anche tu come me non condividi e condanni questa vergognosa “imposizione” dell’attuale maggioranza.
Oggi a distanza di tanti anni, Nicola, purtroppo, si ritorna sulla stessa strada ancora alla ricerca di un cambiamento politico, sociale e culturale.
Mi raccomando non mollare arriveranno tempi migliori.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Incapacità di vedere oltre la “siepe”, difficoltà nel concepire qualcosa di diverso da ciò che la società, in cui si vive, chiede, mancanza di idee e di una programmazione a tutto campo, caratterizzano quanti, oggi, si atteggiano a politici navigati e non, che del mondo e della vita pensano di avere capito tutto. Da tempo mi chiedo, quali sono i veri motivi e le circostanze che spingono i diversi attori della politica ad utilizzare frequentemente, talvolta a sproposito e senza circostanziarlo minimamente, il termine “cambiamento”? La politica afferma di trovarsi in una condizione di perenne emergenza, mentre la capacità di porre in essere provvedimenti necessari per il buon funzionamento del sistema – paese è affidata al cambio di umore – o di casacca – di rappresentanti politici e/o aspiranti tali di corto respiro. In un contesto del genere, la prospettiva del “navigare a vista”, tipica dei governanti nostrani, per esempio, resta quasi l’unica alternativa possibile. Tirare a campare, in un paese fortemente lacerato al suo interno e che stenta ad essere “uno”, è oramai la massima aspirazione di quanti, privi dei fondamentali della difficile arte del governare, guerreggiano per il potere. Quando qualcuno, forse nostalgicamente idealista, esce dal coro e offre alla comunità una proposta concreta di riscatto la soluzione viene, sistematicamente, respinta al mittente, a chi cioè si propone di offrire alla Città una squadra di persone super partes, libere da ogni sorta di condizionamento e animati dal solo, nobile, fine di evitare al Paese di precipitare nel profondo e buio abisso del fallimento. Lo stallo del sistema politico locale, senza un sussulto, sarà sempre più visibile e la prospettiva di una pur modesta ripresa sociale ed economica, oltre che civile e morale, rimarrà una semplice ed inconsistente illusione. Molti Cariatesi non ci stanno, non si sentono “ Vinti”. Cambiare si deve! “Le opinioni non possono sopravvivere se uno non ha occasione di combattere per esse”, diceva un signore di nome Thomas Mann. Convinti di questa semplice verità, alcuni Cariatesi, liberi da subordinazioni, hanno dato vita, col cuore in mano, ad un soggetto politico “nuovo”, con l’obiettivo dichiarato di voler “cambiare” , per davvero, il nostro piccolo e degradato angolo di “mondo”a partire dalla legalità, dall’ambiente, dal miglioramento della qualità della vita, dal rispetto dell’altro, ecc. Ma il cambiamento ha un nemico storico pernicioso: il partito dei conservatori. Costoro diventano, per paura della novità, reazionari e pur di “ mantenere” lo status quo scendono a patti con chicchessia, anche il demonio se, l’angelo ribelle, è funzionale al mantenimento del potere per il potere. Probabilmente, non basta annunciare il cambiamento per vederlo realizzato, bisogna crederci tutti e ci vuole tanta forza, altrimenti il nuovo viene letto come un salto nel buio e la strada diventa irta e piena di ostacoli. 1.700 persone circa, in ogni caso, la forza di vedere oltre la siepe e di “offrire il proprio cuore oltre il muro della reazione” , nell’unico interesse di far risorgere la propria cittadina, l’hanno avuta e manifestata apertamente. A questi Pionieri del cambiamento, che di sicuro arriverà, perché nessuno può fermare la storia, va un grazie “Infinito”.
Nicola Sero