Prostituzione minorile - Sfruttavano minorenni italiane, 16 arresti eseguiti a Corigliano Calabro, Cassano Ionio, Rende Mirto Crosia e Rossano


Per il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori Antonio Marziale, gli arresti della provincia di Cosenza č "depravazione pura" ARRESTI COSENZA; MARZIALE, "DEPRAVAZIONE PURA"



Cosenza - Sedici persone sono state arrestate dai Carabinieri nell'ambito di una vasta operazione denominata Flesh Market in provincia di Cosenza, con l'accusa di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. I provvedimenti, eseguiti a Corigliano Calabro, Cassano Ionio, Rende e Rossano sono stati emessi dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Emanuela Costa. Dalle indagini partite nell'agosto del 2010, e' emerso uno scenario che coinvolge ragazze minorenni italiane avviate alla prostituzione fin dall'eta' di dodici anni, offerte ad insospettabili e facoltosi clienti. Gia' nel marzo scorso furono arrestate otto persone, che sfruttavano ragazzine minorenni appartenenti a famiglie indigenti e furono accertati anche casi di violenza sessuale. I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terra' alle ore 10,30 presso il comando provinciale dei carabinieri di Cosenza.
Secondo quanto sarebbe emerso nel corso dell'attivita' investigativa, la situazione di particolare indigenza delle vittime e delle loro famiglie avrebbe facilitato ad alcuni degli arrestati l'adescamento e l'avvio alla prostituzione delle minori gia' all' eta' di 12-13 anni. In alcuni degli episodi accertati e' emerso che due ragazze, tra gli arrestati, da vittime sarebbero poi diventate carnefici, avviando alla prostituzione persino le sorelle piu' piccole pur di trarne profitto. Sempre nell'ambito della medesima operazione e' stato provato che uno dei destinatari del provvedimento procacciava su richiesta ad una vasta clientela prostitute anche non minorenni e in uno degli appuntamenti organizzati avrebbe, con un terzo soggetto, sequestrato e violentato una delle vittime. Il tariffario previsto per i rapporti con le minori prevedeva un corrispettivo molto piu' elevato in caso di consumazione con ragazzine senza pregresse esperienze sessuali, favorendo in questo modo l'avvio di giovani indigenti alla prostituzione in tenera eta'. Gli ultimi risvolti investigativi hanno consentito ai Carabinieri di risalire agli abituali clienti, tra i quali persone facoltose del cosentino
"Quanto portato alla luce dai Carabinieri in provincia di Cosenza costituisce una delle espressioni piu' clamorose di violazione dei diritti umani": e' quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia. Per Marziale "se fino ad oggi, tra le cause di questo turpe fenomeno e' stato possibile annoverare una molteplicita' di fattori, tra i quali figurano soprattutto la poverta', il degrado socio-economico e la scarsa istruzione, il coinvolgimento di commercianti ed imprenditori disposti a pagare somme piu' alte in caso di incontri con ragazze che non avevano mai avuto esperienze sessuali, ci dice che siamo al cospetto di una depravazione fine a se stessa, che vede nei minori le vittime piu' vulnerabili di questa moderna forma di schiavitu'. Pertanto - dice il sociologo - la loro protezione dallo sfruttamento, dalle minacce e dalle violenze dovrebbe essere sempre piu' incondizionata". Il presidente dell'Osservatorio rileva: "Sebbene a livello internazionale molto e' stato fatto per tutelare i minori dallo sfruttamento sessuale, purtroppo, i principi piu' rilevanti sono enunciati in alcuni strumenti internazionali di soft law, cioe' fenomeni di regolazione connotati dalla produzione di norme prive di efficacia vincolante diretta, che come tali non vincolano gli Stati. Percio', sarebbe necessario anche il nostro Paese provvedesse con celerita' a modificare le proprie legislazioni interne, inasprendo le pene e depurandole dalla contemplazione di attenuanti e perdonismi di sorta, ponendo i diritti umani delle vittime quale principio fondante di qualsiasi intervento in questo campo". Per Marziale, "anche lo stigma sociale, opposto all'indifferenza, gioca un ruolo fondamentale nella costruzione di una cultura effettivamente rispettosa della tutela dei bambini e degli adolescenti".

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