Aeroporto Sibari – Tutti lo vogliono, tutti sono convinti che sia il toccasana per il rilancio del turismo della Sibaritide


Cosentino: ““Il turista deve potere giungere da noi senza patemi d’animo



Cariati - Il fronte del “si” si compatta sempre più, segno che quando c’è unità d’intenti sui grandi temi della negletta sibaritide, gli obiettivi sono più semplici da raggiungere.
Alla linea di sbarramento del “no”, in cui qualcuno intravede sterili difese ad oltranza del campanile, la politica che conta, almeno quella cosentina, sembra aver fatto quadrato.
La vicepresidente della giunta regionale, Antonella Stasi, è lapidaria: “Per il governo regionale l'aeroporto di Sibari non è proponibile se prima non si rendono efficienti ed autonomi quelli di Crotone e Reggio”.
Ribatte il parlamentare Giovanni Dima: “L'assessore regionale ai lavori pubblici Pino Gentile, anche attraverso l'intervento del consigliere Gallo, apre con chiarezza all'aeroporto. Questa posizione, che supera quella del vicepresidente Stasi, ci induce a ritenere finanziariamente praticabile il perseguimento di questo obiettivo”.
E se il centro destra sul tema appare in disaccordo, a favore dell’aeroporto si pronuncia
il democratico Carlo Guccione: “L'idea è giusta, a patto che la Giunta regionale si liberi da una logica localistica e aiuti quei territori che vogliono impegnarsi, con risorse proprie, alla costruzione e gestione dell'aeroporto di Sibari”.
Chiarite le posizioni, il presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza, parla di “paradosso” e taglia corto: “Al momento, lo scalo non è realizzabile e, per questo motivo, penso non sia più il caso di specularci ancora su”.
Insomma, il governo regionale investirà sullo scalo crotonese ben 45 milioni di Euro che faranno del “Pitagora” l’aerostazione di riferimento per tutto lo Jonio cosentino che beneficerà di 12 milioni per la realizzazione di una metropolitana leggera di superficie.
Pro Sibari si pronuncia pure il presidente della sezione turismo di Confindustria Cosenza, Alfonso Cosentino: “Che colpa abbiano noi se l’ubicazione del “Pitagora” non è funzionale al territorio ed ai suoi interessi economici e sociali?”
Calembour: “Vogliamo che assieme agli aerei decolli anche, finalmente, la nostra industria primaria che è rappresentata dal turismo. La Sibaritide, in questo settore, è il comprensorio leader dell’intera regione, nonostante le pesanti penalizzazioni che ci derivano soprattutto dalla totale assenza di infrastrutture adeguate ad uno sviluppo intelligente che può essere volano per tutta la Calabria. Se un turista da Milano o da Monaco di Baviera impiega un’ora di volo fino a Crotone e poi, per raggiungere il territorio deve sobbarcarsi un tempo decisamente doppio, allora ci chiediamo che senso ha parlare ancora di turismo sostenibile. La verità è che siamo noi stessi ad essere prigionieri in casa: nell’intera regione muoversi da un capo all’altro è estremamente difficoltoso. Provate ad andare dallo Jonio al Tirreno e viceversa: niente strade, niente ferrovie, niente mezzi pubblici”.
Ed ecco nascere l’urgenza di “vendere” il prodotto Calabria alle migliori condizioni possibili: “Il turista deve potere giungere da noi senza patemi d’animo, e siccome siamo convinti che la famigerata statale 106 non sarà mai ammodernata, anche per gli incredibili costi che una simile realizzazione esigerebbe, e che le ferrovie stanno progressivamente sparendo perché ormai obsolete, l’unica nostra chance, per ridare fiato ad un’economia impantanata, è quella di aprirsi al mondo col solo mezzo che c’è a disposizione: l’aereo”.
L’investimento previsto ammonterebbe a circa 52 milioni di Euro, sempre che, commenta, ironico, Cosentino, “non spunta fuori qualcuno che su quei quattrini vuol farci la cresta”.
Continua Cosentino: “È vero che 4 aeroporti in una regione che conta poco più di 2 milioni di abitanti possono apparire troppi, ma è anche vero che stiamo parlando di una terra lunga ed impervia, dove anche un chilometro assume dimensioni stratosferiche- E poi non dimentichiamo che tre quarti della popolazione calabrese vive e lavora in provincia di Cosenza. Ma il discorso non è da porre in termini localistici, quanto di opportunità e prospettive: l’aeroporto di Sibari servirebbe un bacino d’utenza extraregionale, assorbendo gran parte della limitrofa provincia di Matera, per un totale di 635 mila abitanti, quasi il doppio, per fare un esempio, dell’area metropolitana di Firenze”.














Aeroporto di Sibbati – Tutti lo voglio, tutti chiedono la realizzazione in tempi rapidi, tutti sono convinti che il toccasana per il rilancio del turismo della Sibaritide

Cosentino: ““Il turista deve potere giungere da noi senza patemi d’animo

“Vogliamo che assieme agli aerei decolli anche, finalmente, la nostra industria primaria che è rappresentata dal turismo. La Sibaritide, in questo settore, è il comprensorio leader dell’intera regione, nonostante le pesanti penalizzazioni che ci derivano soprattutto dalla totale assenza di infrastrutture adeguate ad uno sviluppo intelligente che può essere volano per tutta la Calabria.


Volata bipartisan per la suadente ipotesi dell’aeroporto di Sibari.
Il fronte del “si” si compatta sempre più, segno che quando c’è unità d’intenti sui grandi temi della negletta sibaritide, gli obiettivi sono più semplici da raggiungere.
Alla linea di sbarramento del “no”, in cui qualcuno intravede sterili difese ad oltranza del campanile, la politica che conta, almeno quella cosentina, sembra aver fatto quadrato.
La vicepresidente della giunta regionale, Antonella Stasi, è lapidaria: “Per il governo regionale l'aeroporto di Sibari non è proponibile se prima non si rendono efficienti ed autonomi quelli di Crotone e Reggio”.
Ribatte il parlamentare Giovanni Dima: “L'assessore regionale ai lavori pubblici Pino Gentile, anche attraverso l'intervento del consigliere Gallo, apre con chiarezza all'aeroporto. Questa posizione, che supera quella del vicepresidente Stasi, ci induce a ritenere finanziariamente praticabile il perseguimento di questo obiettivo”.
E se il centro destra sul tema appare in disaccordo, a favore dell’aeroporto si pronuncia
il democratico Carlo Guccione: “L'idea è giusta, a patto che la Giunta regionale si liberi da una logica localistica e aiuti quei territori che vogliono impegnarsi, con risorse proprie, alla costruzione e gestione dell'aeroporto di Sibari”.
Chiarite le posizioni, il presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza, parla di “paradosso” e taglia corto: “Al momento, lo scalo non è realizzabile e, per questo motivo, penso non sia più il caso di specularci ancora su”.
Insomma, il governo regionale investirà sullo scalo crotonese ben 45 milioni di Euro che faranno del “Pitagora” l’aerostazione di riferimento per tutto lo Jonio cosentino che beneficerà di 12 milioni per la realizzazione di una metropolitana leggera di superficie.
Pro Sibari si pronuncia pure il presidente della sezione turismo di Confindustria Cosenza, Alfonso Cosentino: “Che colpa abbiano noi se l’ubicazione del “Pitagora” non è funzionale al territorio ed ai suoi interessi economici e sociali?”
Calembour: “Vogliamo che assieme agli aerei decolli anche, finalmente, la nostra industria primaria che è rappresentata dal turismo. La Sibaritide, in questo settore, è il comprensorio leader dell’intera regione, nonostante le pesanti penalizzazioni che ci derivano soprattutto dalla totale assenza di infrastrutture adeguate ad uno sviluppo intelligente che può essere volano per tutta la Calabria. Se un turista da Milano o da Monaco di Baviera impiega un’ora di volo fino a Crotone e poi, per raggiungere il territorio deve sobbarcarsi un tempo decisamente doppio, allora ci chiediamo che senso ha parlare ancora di turismo sostenibile. La verità è che siamo noi stessi ad essere prigionieri in casa: nell’intera regione muoversi da un capo all’altro è estremamente difficoltoso. Provate ad andare dallo Jonio al Tirreno e viceversa: niente strade, niente ferrovie, niente mezzi pubblici”.
Ed ecco nascere l’urgenza di “vendere” il prodotto Calabria alle migliori condizioni possibili: “Il turista deve potere giungere da noi senza patemi d’animo, e siccome siamo convinti che la famigerata statale 106 non sarà mai ammodernata, anche per gli incredibili costi che una simile realizzazione esigerebbe, e che le ferrovie stanno progressivamente sparendo perché ormai obsolete, l’unica nostra chance, per ridare fiato ad un’economia impantanata, è quella di aprirsi al mondo col solo mezzo che c’è a disposizione: l’aereo”.
L’investimento previsto ammonterebbe a circa 52 milioni di Euro, sempre che, commenta, ironico, Cosentino, “non spunta fuori qualcuno che su quei quattrini vuol farci la cresta”.
Continua Cosentino: “È vero che 4 aeroporti in una regione che conta poco più di 2 milioni di abitanti possono apparire troppi, ma è anche vero che stiamo parlando di una terra lunga ed impervia, dove anche un chilometro assume dimensioni stratosferiche- E poi non dimentichiamo che tre quarti della popolazione calabrese vive e lavora in provincia di Cosenza. Ma il discorso non è da porre in termini localistici, quanto di opportunità e prospettive: l’aeroporto di Sibari servirebbe un bacino d’utenza extraregionale, assorbendo gran parte della limitrofa provincia di Matera, per un totale di 635 mila abitanti, quasi il doppio, per fare un esempio, dell’area metropolitana di Firenze”.














Aeroporto di Sibbati – Tutti lo voglio, tutti chiedono la realizzazione in tempi rapidi, tutti sono convinti che il toccasana per il rilancio del turismo della Sibaritide

Cosentino: ““Il turista deve potere giungere da noi senza patemi d’animo

“Vogliamo che assieme agli aerei decolli anche, finalmente, la nostra industria primaria che è rappresentata dal turismo. La Sibaritide, in questo settore, è il comprensorio leader dell’intera regione, nonostante le pesanti penalizzazioni che ci derivano soprattutto dalla totale assenza di infrastrutture adeguate ad uno sviluppo intelligente che può essere volano per tutta la Calabria.


Volata bipartisan per la suadente ipotesi dell’aeroporto di Sibari.
Il fronte del “si” si compatta sempre più, segno che quando c’è unità d’intenti sui grandi temi della negletta sibaritide, gli obiettivi sono più semplici da raggiungere.
Alla linea di sbarramento del “no”, in cui qualcuno intravede sterili difese ad oltranza del campanile, la politica che conta, almeno quella cosentina, sembra aver fatto quadrato.
La vicepresidente della giunta regionale, Antonella Stasi, è lapidaria: “Per il governo regionale l'aeroporto di Sibari non è proponibile se prima non si rendono efficienti ed autonomi quelli di Crotone e Reggio”.
Ribatte il parlamentare Giovanni Dima: “L'assessore regionale ai lavori pubblici Pino Gentile, anche attraverso l'intervento del consigliere Gallo, apre con chiarezza all'aeroporto. Questa posizione, che supera quella del vicepresidente Stasi, ci induce a ritenere finanziariamente praticabile il perseguimento di questo obiettivo”.
E se il centro destra sul tema appare in disaccordo, a favore dell’aeroporto si pronuncia
il democratico Carlo Guccione: “L'idea è giusta, a patto che la Giunta regionale si liberi da una logica localistica e aiuti quei territori che vogliono impegnarsi, con risorse proprie, alla costruzione e gestione dell'aeroporto di Sibari”.
Chiarite le posizioni, il presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza, parla di “paradosso” e taglia corto: “Al momento, lo scalo non è realizzabile e, per questo motivo, penso non sia più il caso di specularci ancora su”.
Insomma, il governo regionale investirà sullo scalo crotonese ben 45 milioni di Euro che faranno del “Pitagora” l’aerostazione di riferimento per tutto lo Jonio cosentino che beneficerà di 12 milioni per la realizzazione di una metropolitana leggera di superficie.
Pro Sibari si pronuncia pure il presidente della sezione turismo di Confindustria Cosenza, Alfonso Cosentino: “Che colpa abbiano noi se l’ubicazione del “Pitagora” non è funzionale al territorio ed ai suoi interessi economici e sociali?”
Calembour: “Vogliamo che assieme agli aerei decolli anche, finalmente, la nostra industria primaria che è rappresentata dal turismo. La Sibaritide, in questo settore, è il comprensorio leader dell’intera regione, nonostante le pesanti penalizzazioni che ci derivano soprattutto dalla totale assenza di infrastrutture adeguate ad uno sviluppo intelligente che può essere volano per tutta la Calabria. Se un turista da Milano o da Monaco di Baviera impiega un’ora di volo fino a Crotone e poi, per raggiungere il territorio deve sobbarcarsi un tempo decisamente doppio, allora ci chiediamo che senso ha parlare ancora di turismo sostenibile. La verità è che siamo noi stessi ad essere prigionieri in casa: nell’intera regione muoversi da un capo all’altro è estremamente difficoltoso. Provate ad andare dallo Jonio al Tirreno e viceversa: niente strade, niente ferrovie, niente mezzi pubblici”.
Ed ecco nascere l’urgenza di “vendere” il prodotto Calabria alle migliori condizioni possibili: “Il turista deve potere giungere da noi senza patemi d’animo, e siccome siamo convinti che la famigerata statale 106 non sarà mai ammodernata, anche per gli incredibili costi che una simile realizzazione esigerebbe, e che le ferrovie stanno progressivamente sparendo perché ormai obsolete, l’unica nostra chance, per ridare fiato ad un’economia impantanata, è quella di aprirsi al mondo col solo mezzo che c’è a disposizione: l’aereo”.
L’investimento previsto ammonterebbe a circa 52 milioni di Euro, sempre che, commenta, ironico, Cosentino, “non spunta fuori qualcuno che su quei quattrini vuol farci la cresta”.
Continua Cosentino: “È vero che 4 aeroporti in una regione che conta poco più di 2 milioni di abitanti possono apparire troppi, ma è anche vero che stiamo parlando di una terra lunga ed impervia, dove anche un chilometro assume dimensioni stratosferiche- E poi non dimentichiamo che tre quarti della popolazione calabrese vive e lavora in provincia di Cosenza. Ma il discorso non è da porre in termini localistici, quanto di opportunità e prospettive: l’aeroporto di Sibari servirebbe un bacino d’utenza extraregionale, assorbendo gran parte della limitrofa provincia di Matera, per un totale di 635 mila abitanti, quasi il doppio, per fare un esempio, dell’area metropolitana di Firenze”.













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