Pietrapaola - Arrestato romeno per tentato omicidio di un connazionale
Durante litigio ha ferito vittima con una bottiglia di vetro
PIETRAPAOLA – Con l’accusa di tentato omicidio aggravato, nella tarda serata di sabato i carabinieri della stazione di Mandatoriccio e del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Rossano, hanno tratto in arresto un trentaseienne di nazionalità rumena (V.C.), residente nella frazione Camigliano di Pietrapaola, coniugato, tre figli, operaio, incensurato.
I fatti, secondo quanto abbiamo potuto ricostruire.
Intorno alle 20,30, di ieri sera, in Via Firenze, nei pressi del supermercato Crai, a quell’ora chiuso, nella zona Marina, si accende una furibonda discussione fra V.C. ed un connazionale di 25 anni, da qualche settimana giunto a Pietrapaola.
L’alterco degenera, perché ad un certo punto l’arrestato afferra una bottiglia di vetro, che probabilmente fa parte dei “resi” dell’esercizio commerciale, la rompe e con la rudimentale ma micidiale arma si avventa sulla vittima sferrandogli un colpo alla gola.
L’aggressore, in preda al panico, forse resosi conto della gravità del gesto, abbandona il luogo della rissa.
Ma le urla di dolore del giovane ferito, riverso in una pozza di sangue, attirano l’attenzione dei clienti di due hotel che sono proprio dalla parte opposta della via.
Scatta subito l’allarme, e mentre l’uomo è soccorso e trasportato immediatamente presso il proto soccorso dell’ospedale “Giannattasio” di Rossano, i carabinieri in brevissimo tempo ricostruiscono l’intera vicenda e si danno alla ricerca di V.C.
Scattano le ricerche e così la benemerita rintraccia l’aggressore in un campo limitrofo al luogo dell’evento delittuoso.
Intanto alla vittima i sanitari, dopo le visite e le medicazioni del caso, riscontrano varie ferite lacero contuse giudicate guaribili in 22 giorni.
Per gli inquirenti il movente, per questo ancora più assurdo, sarebbe ascrivibile a futili motivi.
V.C. è adesso nelle carceri rossanesi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
L’episodio ha suscitato, oltre al normale sdegno, anche profonda perplessità nei cittadini di Pietrapaola.
Infatti, l’accusato, da anni nel ridente borgo turistico, si è perfettamente integrato nel tessuto sociale pietrapaolese.
Unanimemente ritenuto una brava persona, lavora come muratore ed è riuscito a costruirsi una vita dignitosa assieme alla moglie ed ai figli, tutti regolarmente frequentati le scuole pubbliche.
Addirittura ha anche giocato a calcio con la locale squadra, svolgendo regolarmente i campionati di categoria.
Cosa sia scattato nella testa di questa persona, così terribilmente “normale”, da compromettere seriamente un’esistenza tranquilla, lo stabilirà adesso la magistratura.