Toto – assessori: Prime difficoltà per la formazione della nuova giunta da parte della nuova (vecchia) amministrazione minoritaria.


Coraggio cariatesi: a giorni il sindaco Sero vi dirà quali sono stati gli errori di cui vi ha chiesto scusa



CARIATI – È proprio vero: la diversità delle opinioni è provvidenziale.
Se tutti la pensassero alla stessa maniera, una cappa di piombo schiaccerebbe l’umanità: ciascuno giudica, agisce e sbaglia secondo la propria intelligenza, educazione, gusto, sensibilità.
Tizio rifiuta di ammettere che le scelte di Caio siano migliori delle sue; Caio pensa la stessa cosa delle scelte di Tizio e ciascuno è convinto di essere nel giusto e nel vero. Da qui l’inesauribile varietà del mondo.
Talvolta però capita che Tizio faccia l’autocritica e dia ragione a Caio, proprio mentre Caio comincia a sospettare di avere torto ed in cuor suo dà ragione a Tizio.
Scambiati i ruoli, la contrapposizione continua.
Un critico esalta un romanzo; un altro lo stronca.
Per la mamma dello scarafaggio non v’è creatura più bella del suo scarafaggio.
Se l’amministratore pubblico accusato di aver preso la bustarella appartiene al partito avversario lo chiamiamo ladro; se milita nel nostro, parliamo di irregolarità contabile.
La caleidoscopica diversità delle opinioni schiera gli uni contro gli altri ma, a questo punto, ci pare che nella nuova (si fa per dire) maggioranza che amministra Cariati le cose non siano cominciate nel migliore dei modi.
Intanto il riconfermato sindaco Filippo Giovanni Sero non abbandona la strada della contumelia nei confronti della stampa libera ed adombra accuse deliranti: noi continuiamo a ripetere, ed i numeri sono incontestabili, che egli, ancorché primo cittadino liberamente eletto, gode dei vantaggi di un sistema elettorale iniquo giacché rappresenta SOLTANTO UN TERZO DELL’ELETTORATO.
Insomma, il Sero non è il sindaco di TUTTI, ma di una minoranza della città.
Se qualche sindaco pensa di dare lezione di democrazia a qualche “pagina web”, ha toppato di grosso. Questo sindaco, la democrazia, la legalità e la trasparenza l’ha usata e sfruttata solo ad uso e consumo personale.
Ma questo non c’impedisce di augurargli un sereno lavoro in nome e per conto dell’interesse collettivo certi che dirà ai cittadini quali sono stati gli errori commessi nel corso della precedente legislatura.
Una risposta ad un nostro servizio la merita, pacatamente, anche il neo consigliere di “Cariati nel cuore”, Mario Sero.
È vero che nella scorsa consiliatura rappresentava il 17% dei consensi che oggi sono lievitati a quasi il 30, ma è pur vero che se prima era il clone di se stesso oggi il buon esito ottenuto, (così dicono gli amici di Casini), deve spartirselo con un esponente dell’Udc, Francesco Cosentino.
Ma queste sono questioni accademiche, mentre, per la serie “chi ben comincia è a metà dell’opera”, ci sarebbero incomprensioni nel secondo governo Sero riconducibili al cosiddetto toto – assessore.
Con ordine: Filippo Giovanni Sero deve costruire la sua squadra di governo che, ovviamente, è conseguente ai normali accordi preelettorali ed ai risultati ottenuti dai singoli candidati a consigliere.
Ora capita che su otto eletti quattro debbano entrare a pieno titolo nell’esecutivo: e qui nascono i problemi.
Logica consolidata esige un assessore ad ogni gruppo, e visto che la lista vincente di gruppi ne conta quattro (socialisti, Api e due associazioni) significa che a ciascuno di essi tocca un “posto”.
Semplice, no? Ma non sembra essere così.
Ai rappresentanti del partito di Rutelli (Api), che sono stati determinanti per la vittoria finale, sarebbe stata promessa l’ambita poltrona di vicesindaco con le relative deleghe, oppure due assessori; il papabile, dovrebbe essere Leonardo Montesanto, ma scalpiterebbe pure il consigliere Cataldo Rizzo. Fatti interni all’Api che sbrigheranno da soli.
A Giuseppe Donnici, indipendente, assessore all’urbanistica uscente, un assessorato non glielo negherebbe nessuno.
Una terza casella spetterebbe ai socialisti, ma in lizza ci sono almeno due nominativi: Sergio Salvati (dopo Leonardo Trento il più votato della coalizione) e Leonardo Celeste, assessore uscente ai lavori pubblici, in panchina, Cataldo Minò, ex presidente del consiglio comunale.
Per il quarto posto potrebbe puntare i piedi il battitore libero Domenico Strafaci, ex assessore al bilancio, distintosi per la totale assenza nel complessivo dibattito della campagna elettorale, forse, si vergognava di apparire in pubblico per aver “rispettato” troppo la legalità. Non è da escludere che arrivi qualche assessore esterno per rafforzare la squadra degli assessori.
In sintesi, Filippo Giovani Sero ha delle belle gatte da pelare, ma non demorde.
Lui non avrà mai un diavolo per capello…per carenza di materia prima. I capelli, appunto.

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